In questo approfondimento dedicato alla preparazione al TFA Sostegno Didattico 2023 analizziamo un’area molto importante e di grande interesse, ovvero quella della creatività e del pensiero divergente.
Si tratta di una delle quattro aree tematiche definite nel programma d’esame ed esemplificate nell’immagine qui sotto. La precedente tappa l’avevamo dedicata all’empatia e dell’intelligenza emotiva.
Gli argomenti dell'articolo
Cosa studiare per il TFA sostegno: l’importanza della creatività
Approcciare lo studio della creatività richiede innanzitutto un primo passaggio preliminare, e cioè essere disposti a svincolarla dall’idea di opera d’arte e di espressività artistica in genere, per allacciarla strettamente al concetto di divergenza, ovvero quella capacità che, secondo Joy Paul Guilford, è propria del nostro pensiero e ci consente di fare collegamenti originali tra elementi per poi elaborarli in maniera non convenzionale, al fine di produrre soluzioni, innovazioni e idee.
Porsi in questa prospettiva, infatti, è importante per comprendere un principio fondamentale che emerge dai tanti e anche molto diversi studi sulla creatività, ovvero che la creatività stessa non è esclusivo appannaggio degli artisti, ma una capacità propria della mente umana e, pertanto, potenziabile e raffinabile.
Proprio a tale proposito, il filosofo Andrea Gentile, tra gli studiosi italiani più impegnato nella ricerca e nella riflessione in questo ambito, ci fornisce una riflessione significativa nel testo che – insieme ad Anna Baldazzi e Tommaso Valentini – raccoglie le riflessioni di un convegno tenutosi a Roma nel 2019 dal titolo La creatività, in cui descrive le “potenzialità creative” come qualcosa di “connaturato” nella nostra interiorità, quel qualcosa che ci consente di esprimere pienamente ciò che siamo.
Per dare un senso alla nostra vita è fondamentale riuscire ad esprimere le potenzialità creative connaturate nella nostra interiorità: esteriorizzare le motivazioni più profonde che segnano e scandiscono i «colori» della nostra anima.
Pur condividendo in gran parte il principio della creatività come capacità di tutti, tuttavia, le teorie sul pensiero creativo e sul modo di potenziarlo si differenziano per il proprio contributo originale, che è importante conoscere non solo al fine di acquisire una sempre più profonda consapevolezza sulla nostra personale capacità di pensiero divergente, ma anche per calarci pienamente in questo modo di pensare che tanta parte svolge nel processo di apprendimento e, pertanto, costituisce un punto essenziale della nostra formazione nel momento in cui scegliamo di diventare insegnanti.
Che la dimensione della creatività e del pensiero divergente rappresenti una delle quattro aree di contenuto individuata dal programma ministeriale per l’accesso al TFA sostegno didattico non è affatto un caso dunque, così come non lo è che rappresenti una parte essenziale della preparazione per affrontare le tre prove preselettive.
Cosa studiare per il TFA sostegno didattico: creatività e pensiero divergente nei manuali EdiSES
Percorrendo la struttura del Manuale per la preparazione al TFA di Edises, vediamo quali sono gli autori e le teorie da conoscere per approfondire lo studio sulla creatività e il pensiero divergente.
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Il pensiero divergente di Guilford e il pensiero laterale di De Bono
Prima di inoltrarci nello studio dei principali autori che hanno contribuito a delineare la ricerca in questo ambito, il passo preliminare da compiere è una riflessione sulla natura della creatività, indispensabile per comprendere il ruolo che svolge e continua a svolgere nella nostra mente e nella nostra evoluzione. Solo dopo averlo compiuto, saremo quindi pronti ad affrontare l’approfondimento della Structure of Intellect (SI) teorizzata da Joy Paul Guilford, nella quale lo studioso introduce per la prima volta il concetto di pensiero divergente e sviluppa la sua idea di intelligenza come sistema multidimensionale, sottolineando come questo sia sacrificato in molte delle sue dimensioni dalla didattica normalmente in uso nei sistemi di istruzione, ancora troppo orientata a privilegiare il pensiero convergente.
Sulle ali del pensiero divergente di Guilford, potremo allora passare ad approfondire il concetto di pensiero laterale teorizzato da Edward De Bono, secondo il quale, quando si ricerca una soluzione veramente diversa e innovativa che contribuisca cioè a un reale passo evolutivo rispetto alle condizioni preesistenti, si deve stravolgere il ragionamento, abbandonare la logicità del pensiero verticale per entrare nella lateralità del pensiero creativo.
Il processo creativo nella teoria associativa di Mednick, le fasi di Wallas e il metodo PAPSA di Jaoui
Una volta che ci saremo appropriati dei due concetti di pensiero divergente e pensiero laterale, potremo allora passare all’approfondimento della teoria associativa del processo creativo elaborata da Sarnoff Mednick, secondo la quale la creatività è appunto un processo che nasce dall’associazione di elementi diversi e disparati, uniti in combinazioni originali. Potremo poi seguire le diverse fasi del processo creativo nella descrizione che ne fa Graham Wallas, a partire dalla preparazione, per poi procedere attraverso l’incubazione e l’illuminazione fino a quella della verifica. Avremo così modo di passare alle cinque tappe del metodo PAPSA ideato da Hubert Jaoui, pioniere della creatività applicata al management e convinto sostenitore della creatività intesa come processo che si può allenare.
I principali contributi sullo sviluppo del pensiero creativo
Continuando il nostro percorso lungo questo ampio capitolo dedicato alla creatività, avremo modo poi di conoscere i principali contributi al tema della creatività, in Italia e all’estero. Così, all’interno di quella che potremmo definire “la dimensione italiana della creatività”, andremo a conoscere il pensiero di Teresa Amabile, che analizza i falsi miti da sfatare sulla creatività, di Andrea Gentile, secondo il quale senza pensiero creativo non può esserci innovazione, di Silvano Arieti, che ci parla di creatività come “sintesi magica” della dialettica tra convergenza e divergenza, di Gianni Rodari e la sua Grammatica della fantasia, di Bruno Munari e le regole come risorsa della creatività, di Loris Malaguzzi e lo stretto legame che a suo avviso esiste tra creatività e apprendimento per scoperta, di Joseph Renzulli e il suo Schoolwide Enrichment Model, di Mario Mencarelli, che vede nella creatività uno stato di interfunzionalità, in cui cioè tutte le funzioni della personalità umana entrano in rapporto.
Dopo aver analizzato la creatività nella prospettiva italiana, potremo poi passare alla conoscenza di altri importanti contributi internazionali, come quello di Arthur Koestler e la sua idea di creatività come bisociazione, di Mark A. Runco, che vede la creatività come il risultato della contaminazione tra ambiti e punti di vista differenti, di Dean Simonton e la sua teoria della combinazione di causalità, per cui la creatività nasce da una modificazione casuale delle rappresentazioni mentali, di Williams J.J. Gordon e la tecnica per lo sviluppo del pensiero creativo cui dà il nome di sinettica, di Mihály Csíkszentmihályi e il concetto di flusso creativo, di Rudolf Steiner e la pedagogia Waldorf,che tanto spazio dedica all’educazione delle facoltà creativo artistiche.
Misurare e sviluppare la creatività
Dopo che, attraverso la conoscenza e lo studio di tutti questi autori e del loro contributo al tema della creatività, avremo tracciato nella nostra mente un quadro chiaro e ampio su questo tema, potremo allora analizzare gli strumenti che negli anni sono stati elaborati per misurare la creatività, come il Test of Divergent Thinking di Frank Williams, con il quale si valutano i quattro fattori cognitivo-divergenti del pensiero creativo e i quattro fattori emotivo-divergenti della personalità creativa, per poi passare al Torrance Test of Creative Thinking di Ellis Paul Torrance,che misura la capacità di fornire risposte diverse e originali nei bambini a partire dai cinque anni, per arrivare, infine, alla scala dei valori di Allport, Vernon e Lindzey, un test per la valutazione della personalità che misura i valori delle persone collocandoli all’interno di sei categorie.
Tuttavia, come avremo definitivamente compreso dopo lo studio di questo capitolo, la capacità di pensiero creativo appartiene a tutti e può essere sviluppata. La sua misurazione, dunque, acquisisce senso solo se intesa come punto di partenza per promuoverla e raffinarla. Ecco perché, allora, per concludere questo percorso nell’area della creatività e del pensiero divergente, sarà fondamentale analizzare anche quali sono quelle metodologie e quelle tecniche che possono favorire una didattica attiva e creativa.
Alla fine di questo capitolo 10, dunque, potremo soffermarci sul problem solving e l’opportunità che offre di mettere in discussione il già dato per trovare soluzioni nuove, sulla tecnica della falsa regola, che consente di generare nuove idee applicando a una situazione reale delle regole che valgono per altri ambiti, sulle mappe mentali, uno strumento potente per accedere alle potenzialità del nostro pensiero, sul concassage, che consente di frantumare e rimescolare un problema o un’idea per osservarlo da prospettive insolite e, naturalmente, il brainstorming con la sua possibilità di fare associazioni, per poi soffermarci in modo particolare sul metodo dei sei cappelli per pensare elaborato da Edward De Bono.
Cosa studiare per il TFA sostegno didattico 2023: buono studio con EdiSES!
Per concludere, allora, restando in tema di cappelli, potremo calcarci sulla testa quello blu, che rappresenta la calma, l’equilibrio e l’autocontrollo del pensiero strutturato quello che ci guida a ogni passo, sottolineando le alternative e proponendo nuove strategie, e con questa calma e consapevolezza scegliere se rituffarci nella creatività e nel pensiero divergente per fissare e approfondire quanto abbiamo imparato, o se andare avanti, al prossimo capitolo, per approcciare gli Stili di apprendimento, la mediazione didattica e le strategie innovative, di cui parleremo nel prossimo approfondimento.