Erin Klein è il nome di un’insegnante di scuola primaria che prima di insegnare faceva la interior design. La sua intuizione è elementare e sorprendente allo stesso tempo. Decide, un giorno, di ripensare l’aula in cui i propri allievi studiano in modo da renderla gradevole.
Il presupposto da cui parte è semplice: studiare in un’aula gradevole ha benefici diretti sul processo di apprendimento e induce gli alunni a ricercare stimoli positivi nell’ambiente o, come direbbe Daniela Lucangeli, favorisce l’intelligere.
Per fare questo Erin usa ciò che ha a disposizione e modifica l’ambiente con azioni intuitive, in modo che i bambini possano usare lo spazio funzionalmente e muoversi nell’aula alla ricerca di ciò che possa attivare la curiosità. Basta davvero poco: pannelli ad altezza di bambino, materiali diversi che possano stimolare la creatività, tavoli di lavoro con aree tematiche. “Every child in our classroom is someone else’s entire world” si legge nel suo sito kleinispiration.com.
Gli argomenti dell'articolo
Ripensare l’ambiente di apprendimento in modo creativo: uno stimolo per la mente
Come Erin Klein altri docenti hanno tentato di riappropriarsi dell’ambiente di apprendimento e ripensarlo in modo creativo. Questo tipo di modello, detto appunto “responsive”, parte dall’assunto che la mente dei discenti possa attivarsi meglio e produrre di più se è stimolata dall’ambiente stesso.
Alla base concetti noti nella psicologia ambientale, “il luogo” assume un ruolo importante nella costruzione dei legami sociali e nella gestione dei sistemi di appartenenza. Un ambiente accogliente e stimolante di per sé:
- genera benessere
- diventa aggregativo
- crea presupposti per dare vita a nuove esperienze
Questo concetto è anche alla base di una serie di azioni di ridefinizione ambientale che alcune aziende europee hanno già messo in pratica attraverso la predisposizione di ambienti per il relax, l’uso di materiali naturali e la progettazione di strutture con maggiore luminosità.
In alcune scuole del nord Europa, sono previste delle aule docenti con aree relax per favorire la comunicazione tra i colleghi e lo stare insieme. In Austria e in Germania, da anni ormai, le aule vengono arredate in modo accogliente, seguendo alcuni principi della psicologia ambientale.
Le “scuole innovative” in Italia
Di recente a Campobasso si è tenuta un’interessante giornata di studi e la coordinatrice della Struttura di Missione per l’Edilizia Scolastica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha riconosciuto come innovative le pratiche di edilizia scolastica promosse in Alto Adige.
Il MIUR ha inoltre stanziato una somma di denaro per costruire scuole innovative e ha emanato un bando per la progettazione di questi ambienti. Si legge nelle linee guida che la scuola del futuro dovrebbe contenere luoghi polifunzionali e arredi flessibli.
Cosa vuol dire questo in partica? Basta guardare a ciò che già esiste in Europa, in particolar modo alle scuole della Finlandia, un paese di eccellenza in termini di didattica e sostenibilità ambientale, che inconsapevolmente sta tracciando linee guida. Si tratta semplicemente di ripensare agli arredi e all’organizzazione degli ambienti e di conseguenza alla didattica.
Oggi siamo abituati alla didattica frontale: i bambini trascorrono cinque/sei ore a scuola, seduti nei banchi, tutti in rigoroso ordine, tutti con lo stesso compagno per l’intero anno scolastico, in strutture datate, che spesso hanno come caratteristica principale l’essere ambienti poco accoglienti.
C’è da chiedersi che ruolo abbia l’ambiente anche nell’indice di dispersione scolastica: in altri paesi europei infatti, dove si permane in ambienti adeguati, il tasso di dispersione non raggiunge i livelli Italiani.
In un universo scolastico in cui dilagano atti di bullismo e sintomi ansiosi, ci si deve fortemente interrogare su come ripensare la scuola e i suoi presupposti didattici ed educativi. In aule responsive vi sono ambienti polifunzionali, aree didattiche in cui gli allievi possono approfondire un tema legato alla conoscenza e costruire gli apprendimenti.
Per essere accogliente un ambiente deve favorire la possibilità del discente di esplorarlo, di muoversi in esso con dimestichezza e naturalezza. Un esperimento virtuoso in Italia, quello delle “scuole senza zaino” nato a Lucca ed esportato in Toscana, ci dice come questo modello incrementi l’empatia e la pro-socialità.
In Emilia Romagna il modello responsive è stato adottato negli asili nido, anche comunali. L’ideatore del modello è un pedagogista di nome Loris Malaguzzi, assertore che i bambini apprendono naturalmente ad usare le risorse che l’ambiente promuove. Non serve costruire attività: il bambino come un esploratore si muove nell’ambiente in modo attivo. Gli adulti diventano promotori di cambiamenti, in grado di ascoltare ed accompagnare. Il modello Malaguzzi attira anche delegazioni da paesi stranieri che vogliono comprendere come tradurre in pratica il modello ed esportarlo.
Gli obiettivi comuni a qualsiasi modello responsive di riferimento sono:
- la riorganizzaione dello spazio di apprendimento in aule polifunzonali
- la creazione di ambienti gradevoli anche attraverso l’uso di nuovi materiali o di materiali naturali
- l’approccio all’allievo non in termini di Tabula rasa, ma di soggetto attivo che costruisce da sé gli apprendimenti
- l’esplorazione e costruzione dell’apprendimento
- la promozione del benessere e della creatività
Dietro questi modelli si percepisce la naturale influenza di M. Montessori e delle sue intuizioni sulla pedagogia e sull’ambiente di apprendimento. Questi cambiamenti strutturali sono solo i presupposti per una scuola che non lavora per obiettivi e prestazioni ma che dà stimoli, spinge all’attivazione e alla partecipazione, cura le relazioni e da tutto ciò parte per generare apprendimenti.
Sperimentare il modello responsive: cosa occorre?
Chiunque desideri fare questa sperimentazione si renderà conto che non serve moto denaro, che non è necessario fare una rivoluzione, se non di tipo culturale. I luoghi in cui è stato sperimentato il modello responsive sono stati modificati dagli stessi fruitori, con l’aiuto dei docenti e con una buona dose di creatività.
Oggi la scuola ha la possibilità di ripensarsi avendo a disposizione numerosi strumenti per farlo (ad esempio l’e-learning). È tuttavia necessario che il docente renda tutto ciò possibile attraverso la sua personale azione.
L’obiettivo è quello di poter garantire alle nuove generazioni ambienti di apprendimento più adeguati alle esigenze di uno studente dell’epoca. Un’epoca dove è importante imparare le strategie di problem solving, è indispensabile apprendere la flessibilità del pensiero, le strategie creative e la capacità di essere empowered, sfruttando le opportunità che i contesti offrono e che il soggetto può cogliere e trasformare.
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rima affronta i temi dello sviluppo psico-fisico del bambino, dell’igiene e della sicurezza scolastica nonché dell’integrazione degli alunni con bisogni educativi speciali;
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- La Terza passa in rassegna le principali teorie educative e le più efficaci pratiche didattiche;
- La Quarta propone esempi di Unità di Apprendimento ed attività d’aula sia per la Scuola dell’Infanzia che per la Scuola Primaria.