Arachidi in scena: laboratori creativi di A volte mi sento… inondare di emozioni

Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale. Ed il teatro è una grande forza civile. Il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, la paura del diverso, la paura dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte.

Con questa pregnante citazione di Leo de Bernadinis, la mia amica Annarita Vitolo – meravigliosa attrice e abitante stabile del mio cuore da più di un ventennio – concludeva l’intervista che le avevo fatto qui su Occhicielo in cui ci raccontava della sua esperienza di teatro con i bambini.

Ve la ripropongo oggi per presentarvi il secondo dei Laboratori creativi di A volte mi sento… inondare di emozioni, realizzato da Claudia Spiga, mente e corpo dell’Elaboratorio di Clo, che vi ho presentato lo scorso ottobre con una densissima intervista “… tra natura ed emozioni”.

Lo faccio per un motivo ben preciso: perché il cuore di questo blog, come sa chi lo segue, sono le emozioni, e il teatro è una esperienza potentissima nella riflessione su questa magnifica energia che può prendere il nome di felicità, tristezza, rabbia, disgusto, che ci fa ridere, piangere, stringere i pugni, chiudere la gola e molto molto altro!

Il teatro come indagine sulla nostra identità

Quando mi siedo sulla poltrona di un teatro a guardare uno spettacolo, non posso fare a meno di pensare a quanto c’è dietro ogni personaggio in scena: una osservazione, una indagine, una conoscenza che non possono fermarsi al livello superficiale delle vicende, ma devono scendere nella profondità della identità di quello stesso personaggio, impregnata di emozioni, sentimenti, pensiero.

E la mente che osserva, indaga, conosce, la mente dell’attore dietro la maschera, non può restare indifferente. È impossibile, non può riuscirci, perché quel tuffo nell’identità di un altro è, contemporaneamente, una immersione nella propria, una occasione per guardarla con il giusto grado di distacco e coinvolgimento, e conoscerla.

Bambini e teatro

Va da sé che mentre Annarita mi parlava dei laboratori di teatro performativo che svolge con i bambini e di come lo spettacolo finale si costruisce attraverso uno scambio di emozioni e sentimenti tra grandi e piccoli, mi è sembrata la cosa più logica del mondo che il risultato finale fosse, non solo una rappresentazione teatrale, ma una crescita di gruppo e individuale per tutte le persone coinvolte.

Un po’ di teatro a casa o in classe

Oggi, l’offerta di teatro per bambini è ricca e varia, e bellissima! Che sia all’interno della proposta scolastica o presentata dai teatri o da singoli specialisti, secondo me, è sempre una esperienza da considerare per i nostri piccoli. Ho visto con i miei occhi bambini che non riuscivano a guardarti senza arrossire, salire su un palcoscenico e recitare con il piglio dell’attore di lunga scuola e con una passione coinvolgente.

Ma inserire il corso di teatro nelle giornate dei nostri bambini non è sempre possibile e non è nemmeno sempre una cosa giusta solo perché bella, anzi grandiosa. Perché magari il corso è pieno, perché coincide con il nuoto o la musica, perché il nostro piccolo non è interessato o, in fine ma non ultimo, perché è un ulteriore impegno che allontana sempre più dai nostri bambini quel diritto alla noia di cui abbiamo parlato due settimane fa con Elena ed Elisabetta.

E allora perché non portarlo a casa, o in classe, il teatro? Perché non trasformarlo in un gioco? Un teatro piccolo, fatto con materiali semplici e di recupero, con personaggi buffi da costruire con le proprie mani e tanta fantasia e vicende che vanno dove ci porta il cuore.

Così, eccomi qui, a proporvi il secondo dei Laboratori creativi di A volte mi sento… pensati e realizzati dalle manine fatate e la mente colorata di Claudia Spiga.

Arachidi in scena. Che lo spettacolo abbia inizio!

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Arachidi in scena

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