Sembra ormai questione di giorni la presentazione del bando per il nuovo concorso a cattedra che prevederà l’assunzione di circa 90 mila docenti e il coinvolgimento di una platea che si stima intorno ai 130 mila candidati. Cerchiamo dunque di fare un po’ di chiarezza su quanto emerge dalla normativa.
Gli argomenti dell'articolo
I posti
Il numero dei posti messi a concorso doveva inizialmente essere di 60 mila, ma raggiungerà probabilmente quota 90 mila, poiché ad essi si sommeranno i posti delle Graduatorie a Esaurimento non assegnati con il piano straordinario della “Buona scuola”.
I tempi
Il bando è atteso entro il primo dicembre, il concorso dovrebbe avere luogo in primavera e concludersi in tempo utile per effettuare le assunzioni entro il 1° settembre 2016.
L’obiettivo
Da quanto fin’ora trapelato, il concorso dovrebbe prevedere due procedure distinte: una per posto comune, con accesso tramite abilitazione, e l’altra per posto di sostegno, riservata a chi è in possesso della specializzazione in attività di sostegno didattico.
La legge 107/2015 stabilisce che le assunzioni avvengano sia sulle cattedre vacanti sia per i posti che rimarranno liberi durante il triennio. L’obiettivo del Miur, per usare le parole del Ministro dell’istruzione, università e ricerca Stefania Giannini, è quello di “ripristinare un ciclo naturale all’interno della scuola”. “ Le assunzioni di ruolo – sostiene infatti il Ministro – riequilibreranno la situazione inaccettabile che per ora vede insegnanti venire assunti a 50 anni, quando si tratta di un passaggio che dovrebbe avvenire a 25 anni”.
Chi potrà partecipare al concorso?
Come previsto dall’art. 1, comma 114 della legge 107/15, potranno accedere al concorso:
– i candidati abilitati all’insegnamento, ossia i docenti iscritti nel secondo gruppo delle graduatorie di circolo e di istituto, che abbiano ottenuto titolo abilitativo tramite percorsi di selezione pubblica;
– gli insegnanti non inclusi nelle graduatorie ad esaurimento (GaE) ma in possesso di titolo abilitante;
– i candidati che hanno conseguito l’abilitazione tramite TFA (Tirocini Formativi Attivi) o PAS (Percorsi Speciali Abilitanti);
– i laureati in Scienze della formazione primaria.
Ad essi si aggiungono i candidati in possesso del diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/02, come recentemente stabilito dal Consiglio di Stato.
Per quanto riguarda i posti di sostegno per la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, accedono al concorso gli aspiranti con pertinente titolo di specializzazione per il sostegno didattico di alunni disabili.
L’esperienza costituirà punteggio: chi ha maturato almeno 180 giorni di servizio presso le scuole statali di ogni ordine e grado (art. 1, comma 114, legge 107/2015) partirà avvantaggiato: i 180 giorni non sono un requisito per accedere al concorso, ma un titolo che sarà valutato al fine graduatoria finale.
Chi non può partecipare al concorso a cattedra 2015/16:
– i docenti di ruolo;
– i laureati (anche prima dell’a.a. 2001/02) che non abbiano conseguito l’abilitazione.
I contenuti delle prove
Secondo le dichiarazioni ufficiali, le prove saranno volte a valutare le reali capacità didattiche e formative dei candidati, basandosi sul presupposto che le conoscenze del docente siano già state verificate in sede di laurea e al momento dell’abilitazione. Il prossimo concorso, nella volontà del ministro Giannini, sarà incentrato sulla verifica delle competenze didattiche, metodologiche e delle conoscenze pedagogiche. Resta da vedere in che modo sarà possibile dimostrare tali competenze davanti ad una commissione e in assenza di una classe vera!
Sembra infatti ormai certo che la prova scritta si eseguirà al computer e avrà come oggetto la simulazione di una lezione; particolare rilevanza, anche in sede di colloquio orale sarà data alla conoscenza della lingua inglese.
C’è ancora incertezza sull’eventuale preselezione dei candidati. Dato il numero ridotto dei candidati per le cattedre della scuola secondaria è molto probabile che tutti i partecipanti accederanno direttamente alle prove concorsuali, senza dover sostenere alcuna prova preliminare. Diverso è invece il discorso per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria per le quali si prevede un più elevato numero di candidati e dunque potrebbe rendersi necessaria una prima scrematura per velocizzare le procedure concorsuali.
Classi di concorso
È attualmente in atto il tentativo di riformare le classi di concorso. Una bozza di riforma ha già ottenuto il parere della Conferenza unificata Stato-Regioni ma l’iter di approvazione è ancora lungo e sembra improbabile possa concludersi in tempo utile per il concorso 2015.
I contingenti verranno calcolati tenendo in considerazione le scelte dei dirigenti e degli Uffici Scolastici Regionali (USR) in merito alla fase C del piano straordinario di assunzioni: il numero di posti da riservare per ciascuna classe di concorso dovrebbe essere tarato su reali esigenze di programmazione.