Edward De Bono (1933-2021), psicologo e accademico maltese, si è interessato principalmente di creatività e meccanismi della mente. Secondo lo studioso la creatività non è una dote innata, in quanto la mente è da lui definita un sistema modellizzante, che opera cioè per la creazione di modelli. Questo potere, questa efficacia della mente, è un concetto che si trova alla base delle strategie di personalizzazione dell’insegnamento e di promozione dell’attiva partecipazione dello studente al suo processo di insegnamento-apprendimento: con questo contributo approfondiremo il significato di questo aspetto del pensiero di De Bono per la didattica inclusiva e forniremo alcune possibili declinazioni pratiche dello stesso, utili per affrontare le prove del concorso per il prossimo ciclo del TFA.
Gli argomenti dell'articolo
Definizione del concetto di efficacia della mente
“L’infelicità è spesso definita come la differenza tra il nostro talento e le nostre aspettative.”
(De Bono E., The Observer, 12 luglio 1977)
De Bono è considerato il “padre della creatività”, ha dedicato a questo tema ben settanta titoli: è nell’ambito della trattazione del suo principale oggetto di interesse che egli ha elaborato il concetto di efficacia della mente, quale capacità di pensare in modo produttivo, creativo e strutturato e di averne consapevolezza. Per De Bono, dunque, un pensiero efficace non è semplicemente logico o razionale, ma è soprattutto funzionale, ossia orientato a ottenere risultati concreti e utili.
La mente efficace è quella in grado non solo di fare analisi e produrre critiche, ma anche di creare valore. L’efficacia si sostanzia della capacità di risolvere problemi, di prendere le decisioni più appropriate e di generare idee originali. La rivoluzione di De Bono consiste nel vedere il pensiero come un’abilità da allenare, piuttosto che come un talento innato: ciò, come già immaginiamo, è stato e ancora sarà gravido di significative conseguenze per il mondo dell’istruzione e della formazione.
I fondamenti teorici del pensiero di De Bono
Alla base del concetto di efficacia della mente si trova dunque un’idea dell’intelligenza che si libera dalla sua connotazione entitaria, che la vede come fissa e immodificabile una volta data, classicamente coincidente con l’abilità logico-matematica e misurata tramite test del quoziente.
A fondamento del pensiero di De Bono, trattato estesamente nel manuale per il concorso TFA (terza parte, Competenze su creatività e pensiero divergente pag. 146), si trova una concezione incrementale dell’intelligenza, secondo la quale, invece, le abilità cognitive sarebbero il risultato delle stimolazioni ambientali e delle esperienze di apprendimento che, a partire dal patrimonio di risorse individuali, permettono un ampliamento degli strumenti di analisi e di comprensione del reale, gli strumenti che co-costruiscono la conoscenza.
I fondamenti teorici dell’idea di efficacia della mente nella prospettiva di De Bono sono dunque:
- il pensiero laterale, cioè la capacità di uscire dallo schema tradizionale e di saper generare idee innovative, cercando soluzioni alternative a quelle già note e praticate, che si contrappone al pensiero verticale, rigidamente imperniato sul meccanismo causa-effetto;
- il pensiero progettuale, che non si esaurisce nell’analizzare una situazione, ma richiede la facoltà di costruire attivamente nuove possibilità;
- l’economicità del pensiero, secondo la quale le facoltà razionali garantiscono il successo solo se evitano al soggetto inutili complicazioni e riescono a dare la priorità a ciò che effettivamente conta di più ai fini del risultato da raggiungere;
- la discriminazione e l’attenzione selettiva, che permettono di individuare i punti di forza e quelli di criticità nelle situazioni di vita e di apprendimento, nonché di vedere i problemi e di interpretare le opportunità da più prospettive.
De Bono è stato spesso oggetto di domande nei cicli precedenti, è stato estratto come traccia nel 2022 dall’Università di Bari.
L’importanza dello studio della teoria prima della pratica
Per affrontare con successo le prove del concorso per il prossimo ciclo del TFA Sostegno, è fondamentale partire da una solida base teorica. Come evidenziato dallo stesso De Bono nel suo approccio al pensiero creativo, ogni strategia pratica trova la sua efficacia quando poggia su un’adeguata comprensione teorica. La teoria, infatti, fornisce gli strumenti concettuali per affrontare in modo consapevole e strutturato le sfide pratiche che caratterizzano il percorso formativo e professionale del docente di sostegno.
Lo studio approfondito delle teorie pedagogiche e didattiche consente di interpretare e applicare le strategie pratiche con maggiore sicurezza ed efficacia. In particolare, acquisire competenze su concetti fondamentali come il pensiero laterale, il metodo dei Sei Cappelli o le tecniche di problem-solving, permette di costruire un approccio didattico più mirato e inclusivo.
Per supportare i candidati in questo percorso, EdiSES mette a disposizione strumenti didattici completi e aggiornati:
- I manuali e gli eserciziari di preparazione per la specializzazione in sostegno didattico, che approfondiscono le principali teorie e metodologie richieste per affrontare con successo tutte le prove concorsuali.
- Il corso online per il TFA Sostegno X ciclo, pensato per integrare lo studio teorico con simulazioni pratiche e materiali interattivi, utili per affinare le proprie competenze.
Investire tempo nello studio della teoria non solo prepara meglio alle prove del concorso, ma contribuisce a formare educatori più consapevoli e preparati ad affrontare le sfide del contesto scolastico attuale.
L’efficacia della mente per la scuola inclusiva
Ognuno di noi ha una propria concezione, una propria posizione, spesso implicita, sull’intelligenza: questa idea delle abilità cognitive è in grado di determinare i nostri atteggiamenti di fronte alle sfide da affrontare e le nostre reazioni al fallimento. Alcuni preferiscono affrontare compiti in cui sanno di riuscire, perché il fallimento è vissuto da costoro come una conseguenza della propria incapacità immodificabile di affrontare quel compito. Questo modo di intendere l’intelligenza è proprio di quanti possiedono una visione entitaria dell’intelligenza: se fra loro si trova uno studente la prima conseguenza per il suo percorso sarà quella di cercare in ogni modo di evitare situazioni che non è certo di padroneggiare, che possono metterlo in difficoltà perché nuove, impreviste, inattese, in grado di fargli sperimentare quel piccolo dolore cognitivo che i pedagogisti chiamano dissonanza e che tanta parte ha nella scuola che stiamo costruendo, a partire dalle riflessioni di studiosi come De Bono.
Un docente di questo tipo di scuola, il docente di sostegno alla classe così come il TFA va a formare, si deve fare portavoce di un modello incrementale di intelligenza e di conoscenza e quindi di presentare e offrire ad ogni livello di competenza dei suoi allievi ciò che deve essere ancora appreso come preziosa opportunità di crescita e di auto determinazione.
Se ogni bambino o bambina, ragazzo o ragazza, giovane donna o giovane uomo, a prescindere dal proprio livello cognitivo, socio-economico o di autonomia, sarà messo dalla scuola e dai suoi docenti in condizione di credere di poter accrescere le proprie potenzialità di scelta, di espressione e di indipendenza questo lo condurrà non soltanto ad accettare ma anche a cercare attività sfidanti per il brivido di acquisire nuove capacità.
Il concetto di efficacia della mente, se adeguatamente introiettato da chi si muove sia come educatore che come discente nella scuola di oggi, permette di vivere in maniera utile e costruttiva non solo la novità ma anche il fallimento: laddove un obiettivo non viene raggiunto o un risultato non è in linea con le previsioni e le aspettative, ciò non rappresenta la reificazione di uno status quo di immodificabile mancanza, quanto piuttosto l’opportunità di cogliere che è il momento di cambiare strategia, di adottare nuove soluzioni, di rimuovere barriere che prima non si riuscivano a vedere.
Questo modo di intendere l’intelligenza è dunque così importante da meritare un approfondimento perché si trova a fondamento del successo formativo di ogni studente e di ogni studentessa. Da tale traguardo pedagogico dipendono, fra le altre questioni, l’esteso campo della valutazione degli apprendimenti e delle competenze, la considerazione che meritano gli stili di apprendimento, ma soprattutto la certezza che qualunque persona, quali che siano le sue condizioni di partenza o le sue diagnosi, ha la possibilità nella scuola di oggi di cercare ogni giorno la sua strada verso il miglioramento, verso la relazione con gli altri, verso il senso di auto-efficacia.
Esempi nella pratica didattica
Facciamo ora qualche menzione dei principali concetti e strategie didattiche basate sull’efficacia della mente, così come formulata da De Bono:
- Pensiero Laterale: le tecniche che si basano sul pensiero laterale (o divergente) sono finalizzate a sviluppare la creatività e a trovare soluzioni innovative nella pratica didattica, fra queste il brainstorming, gli esercizi di associazione libera, i giochi di ruolo, le domande provocatorie e le ristrutturazione di problemi.
- Metodo dei Sei Cappelli per pensare: strumento didattico per il quale De Bono è più noto, che persegue l’obiettivo di risolvere questioni complesse riuscendo ad organizzare il pensiero in diverse modalità (logico, emotivo, creativo, critico, ottimistico, gestionale).
Nella pratica didattica esso trova concreta applicazione nelle discussioni guidate intorno ad argomenti di interesse, negli esercizi di problem solving collaborativo, nei dibattiti.
- Tecnica PMI (Plus, Minus, Interesting): si tratta di un metodo per valutare le idee considerando aspetti positivi (plus), negativi (minus) e interessanti (interesting).
Si può usare il PMI a scuola per analizzare testi, descrivere eventi storici, spiegare esperimenti scientifici, affrontare problemi matematici.
Ancor più nello specifico si può procedere in questa maniera in Letteratura italiana e straniera per condurre l’analisi di un personaggio, in Storia per la valutazione di un evento storico, in Scienze per considerare l’impatto di una tecnologia, in Educazione Civica per discutere tematiche sociali.
Dal punto di vista metodologico si può adoperare la tecnica PMI sia nel lavoro individuale (ogni studente crea la propria tabella PMI su un argomento dato) che in quello di gruppo (gli studenti confrontano e discutono le loro risposte prima di arrivare alla tabella) oppure può essere il docente stesso a moderare il confronto fra i vari punti di vista costruendo la tabella nell’ambito di una discussione guidata.
- SCAMPER (Sostituire, Combinare, Adattare, Modificare, Proporre nuovi usi, Eliminare, Riorganizzare): una strategia per stimolare la creatività attraverso il cambiamento, la trasformazione degli elementi di un concetto o di un oggetto. Questi oggetti possono essere, a seconda della disciplina coinvolta, prodotti da innovare, storie da creare, concetti scientifici da comprendere e divulgare.
- Mappe Mentali: attraverso questo strumento visivo finalizzato ad organizzare e collegare idee in modo intuitivo si realizzano e si adattano a tutti i bisogni cognitivi riassunti visivi e schemi concettuali per la riduzione e semplificazione di argomenti complessi.
- Tecnica del Focused Thinking: approccio finalizzato a potenziare la concentrazione su un aspetto specifico di un problema o di un’idea, che trova la sua applicazione didattica nell’analisi del testo a più livelli (semantico, stilistico, retorico), nelle riflessioni guidate collettive, negli esperimenti scientifici.
- Story-telling: l’uso di narrazioni per stimolare la creatività e il pensiero strategico si rivela particolarmente utile per le competenze espressive e di consapevolezza, sociali e di relazione, come la costruzione di storie a più voci, la scrittura creativa, i role playing.
Conclusione
Basare la propria azione didattica sul prezioso concetto di efficacia della mente apre, così, la strada ai più inattesi e sorprendenti sviluppi della scienza pedagogica, garantendo il rispetto di alcune delle principali caratteristiche della scuola inclusiva: l’applicabilità a tutte le discipline e a tutti i campi del sapere, l’innalzamento del senso di auto-efficacia e dunque l’abbattimento delle barriere alla partecipazione, e, soprattutto, lo sviluppo del pensiero critico. Tre caratteristiche, queste, che fanno indubitabilmente parte del bagaglio di cui deve disporre chi si impegna nello studio per i concorsi nel mondo della scuola.
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