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Gli argomenti dell'articolo
Il pensiero laterale di Edward De Bono: traccia e svolgimento
Traccia
Il pensiero laterale di De Bono e i Sei Cappelli per pensare
VII ciclo della Secondaria di I grado dell’Università di Bari
Svolgimento
“Laterale” un aggettivo che, talvolta, può rimandare al concetto di “marginalità”, di “minore importanza”, e che invece, quando associato al pensiero, introduce a un modo nuovo di guardare le potenzialità della nostra mente, in una prospettiva che non procede in maniera lineare con lo sguardo fisso al centro, ma lo allarga ai lati e ai molteplici punti di vista che da lì possiamo guadagnare per seguire nuove e libere traiettorie.
A introdurre il concetto di “pensiero laterale” è stato, nella seconda metà del Novecento, Edward De Bono convinto della necessità di integrare il pensiero logico – efficace e pur fecondo, ma incompleto e rigido – con la produttività del pensiero creativo. Per De Bono, infatti, la lateralità del pensiero è proprio quel processo mentale in stretta relazione con la creatività e, allo stesso tempo, con le intuizioni e lo humor, che insieme contribuiscono a elaborare soluzioni diverse e nuove.
Esattamente come il pensiero logico, il pensiero laterale, è per De Bono, un modo per far uso della mente, è quindi un processo intenzionale, strettamente legato ad altri che lo sono meno, come appunto quelli che ci consentono di avere intuizioni e senso dello humor – e così di ristrutturare i modelli che la nostra mente continuamente crea per classificare la realtà – o di essere creativi – e in tal modo di evadere da quegli stessi modelli talvolta condizionanti. In questo stretto legame, il pensiero laterale è quel processo che, appoggiandosi alle intuizioni, allo humor e alla creatività, ne organizza gli stimoli al fine di trovare delle soluzioni valide quanto quelle prodotte dal pensiero logico, seppur diverse.
Lateralità del pensiero e creatività
Riflettere sulla relazione che, secondo De Bono, esiste tra pensiero laterale e altri processi, è molto utile per cogliere pienamente un punto centrale della sua visione, e cioè il tipo di legame esistente tra lateralità del pensiero e creatività.
Come lui stesso infatti chiarisce nel testo Creatività e pensiero laterale (BUR 1998) – pubblicato nel 1970 con il titolo originale Lateral Thinking. A Textbook of Creativity – pur essendoci un rapporto molto stretto tra lateralità del pensiero e creatività, quest’ultima è “troppo spesso solo la descrizione di un risultato”, diversamente dal pensiero laterale che invece è sì una descrizione, ma di un procedimento, quello che conduce alla soluzione diversa, nuova, creativa.
Questa particolare caratteristica del pensiero laterale offre un grande vantaggio, che sta nell’opportunità di poter osservare non solo il risultato creativo finale a cui giunge il pensiero, ma anche le diverse fasi del processo creativo. Nella pratica, ciò si traduce in una opportunità ancora più ricca di potenzialità, e cioè nella possibilità di conoscere tutto il procedimento, di apprenderlo e, infine, di usarlo per la produzione di
nuove soluzioni.
La creatività non solo come espressione artistica
Con questa riflessione, De Bono contribuisce a liberare la creatività dall’aura di mistero dalla quale è sempre stata circondata, in particolare per l’abitudine di far coincidere il concetto stesso di creatività con il prodotto artistico inteso come sua massima espressione.
Ci riesce perché la svincola dalle idee di sensibilità estetica, di dote espressiva o di capacità di suscitare una forte eco emotiva, portandola invece verso un orizzonte più ampio che coinvolge ogni prodotto della mente e delle capacità umane e connettendola così, sempre più, all’innovazione e al progresso.
Le ricadute, in ogni ambito della nostra vita, di una visione così ampia e pratica della creatività, intesa come un modo di usare la mente per produrre idee nuove, sono evidenti innanzitutto nella possibilità che ci offre di sperimentare modi di pensare diversi e capaci di sostenersi e migliorarsi a vicenda, ma anche di aprirci al nuovo, liberandoci allo stesso tempo del vecchio che rischia di tenerci imprigionati, di considerare anche i dettagli irrilevanti per un problema ma che possono essere rilevanti per altri, di sbagliare in una fase e, ciononostante, continuare il percorso verso la soluzione senza dover tornare indietro.
Ma perché queste ricadute possano esserci non solo nella nostra vita di individui, perché possano allargarsi a tutta la società e a farla progredire con costanza, c’è un passaggio fondamentale che secondo De Bono noi adulti dobbiamo compiere, e cioè fare in modo che i nostri giovani abbiano l’opportunità di sperimentare il pensiero laterale, di apprenderlo e di portarlo a ulteriori sviluppi.
Sviluppare il pensiero laterale
Se De Bono ce lo ha spiegato fornendoci anche delle tecniche per esercitarlo, come il metodo dei Sei cappelli per pensare, sta a noi ora, genitori e insegnanti, fare in modo che i nostri giovani possano entrare in confidenza con questo modo “laterale” di ragionare, a cominciare dalla famiglia, per continuare nella scuola, il luogo privilegiato in cui le menti si formano entrando in relazione tra loro e dove creare nuovi concetti, nuove idee, nuovi modi di pensare e di apprendere.
È una priorità per poter portare il nostro patrimonio culturale nel futuro, arricchendolo strada facendo con creatività. Nella pratica didattica, ciò significa affiancare all’esercizio del pensiero logico, “verticale”, da sempre privilegiato nell’ambito scolastico, quello del pensiero laterale. Come farlo allora?
Riducendo considerevolmente l’uso della lezione frontale, per esempio, che si basa sulla selezione delle informazioni da parte del docente, per dare più spazio alla produzione cooperativa dei contenuti.
Così come, creando occasioni di riflessione condivisa e di ascolto attivo con i circle time e altre molteplici occasioni di confronto. Ma anche favorendo le intuizioni e i collegamenti concettuali con brainstorming e mappe.
Senza tralasciare di privilegiare i compiti di realtà, da analizzare e risolvere da diversi punti di
vista, in gruppo. O, ancora, stimolando il problem solving, piuttosto che offrendo soluzioni preconfezionate. Sempre incoraggiando l’umorismo e prestando la massima attenzione a che non cada nella derisione.
Ma, prima di tutto, prima di ogni metodologia o tecnica, ponendosi come modelli di un modo di pensare libero dai preconcetti e dai pregiudizi, un modo di pensare che guarda al nuovo e all’originalità con fiducia, anche quando sono gli altri a idearlo e a renderlo realtà, soprattutto quando “gli altri” sono i nostri giovani.
Tracce svolte per la prova scritta TFA
Questo era solo un esempio, nel testo Tracce svolte per la prova scritta di EdiSES 2023, aggiornato con le prove del VII ciclo, ne troverete tante altre per approfondire il vostro studio e realizzare i vostri svolgimenti personali.
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