Di un concorso nell’Inps si parla da diversi anni. Dal 2015 le voci si sono fatte sempre più insistenti, con titoloni che sbandieravano un numero di assunzioni “eccezionale”, ben 2500.
Nel tempo le aspettative si sono un po’ ridimensionate ma la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale n. 90 del 24 novembre 2017 del bando di concorso per 365 Analisti di processo-Consulenti professionali rappresenta comunque una novità per un ente che non assumeva da circa 10 anni. Tanto più che queste prime assunzioni sembrerebbero essere solo le prime, avendo l’Istituto intenzione di selezionare almeno 1000 unità.
La pubblicazione del bando era stata anticipata dallo stesso Presidente dell’Inps, Tito Boeri. Nella relazione presentata il 4 luglio affermava testualmente che “bandiremo un concorso per reclutare nuovi funzionari con almeno una laurea magistrale in economia, ingegneria gestionale e giurisprudenza, preferibilmente con un dottorato e una buona conoscenza della lingua inglese”.
Altri segnali erano arrivati prima dell’estate, con lo scorrimento e la chiusura delle graduatorie dei concorsi del 2007, e dopo l’estate con il decreto che autorizzava ben 730 assunzioni nell’Inps.
L’ultima conferma è stata nuovamente del Presidente che in un’intervista a Repubblica affermava “a novembre si aprirà un concorso per circa mille giovani con laurea magistrale e altri requisiti qualificanti, dando valore alla formazione, alle prove scritte, alla conoscenza dell’inglese. Ma non bastano ancora, abbiamo chiesto almeno altre 660 assunzioni”.
Gli argomenti dell'articolo
Il concorso per 365 Analisti di sistema: il bando in Gazzetta
Nonostante le affermazioni del Presidente per vedere il bando in Gazzetta è stato necessario aspettare ancora qualche giorno. Con una procedura anomala, infatti, l’8 novembre l’Istituto ha adottato (e reso di pubblico dominio) la determinazione n. 163 con la quale veniva indetto un concorso pubblico, per titoli ed esami, a 365 posti di Analista di processo-Consulente professionale, area C, posizione economica C1. Si trattava di un documento importante ma che finché non fosse stato pubblicato in Gazzetta non permetteva di avviare la procedura vera e propria, consentendo agli interessati di presentare le richieste di partecipazione. Come detto questo passaggio finale si è avuto il 24 novembre e ora gli interessati avranno tempo fino al 27 dicembre 2017 (rigorosamente entro le ore 16.00) per inviare la domanda.
Il bando prevede che i candidati debbano superare 3 prove:
- una prova scritta oggettivo-attitudinale con quesiti a risposta multipla di carattere psico-attitudinale, logica, competenze linguistiche ed informatiche, cultura generale;
- una prova scritta tecnico-professionale con quesiti a risposta multipla che mirano ad accertare la conoscenza di numero materie giuridico-economiche (bilancio, pianificazione, programmazione e controllo; contabilità pubblica, organizzazione e gestione aziendale; diritto amministrativo e costituzionale; diritto civile; diritto del lavoro e legislazione sociale; diritto penale; elementi di analisi economica; elementi di statistica e matematica attuariale; scienza delle finanze e economia del lavoro);
- una prova orale sulle stesse materie delle prove scritte.
In questo articolo cercheremo di dare una risposta alle tante domande che ci si pone sul concorso, “interpretando” dal bando e facendo ricorso a esperienze di procedure selettive passate.
Per tutte le informazioni sullo svolgimento del concorso, per gli aggiornamenti, per consultare/scaricare il bando ufficiale e per le risorse di studio disponibili consulta il nostro approfondimento e la guida completa.
Quando si svolgeranno le prove scritte? Si terranno contemporaneamente?
Nel bando (articolo 5) si afferma che il 29 dicembre 2017 l’Istituto comunicherà la sede, il giorno e l’ora di svolgimento delle prove scritte. Con avviso pubblicato in Gazzetta Ufficiale – Serie concorsi del 29 Dicembre la pubblicazione del Diario delle prove scritte è rinviata al 9 febbraio 2018.
Più realisticamente le prove potrebbero tenersi qualche mese dopo, probabilmente tra febbraio e marzo. Molto dipenderà dal numero di domande presentate, ma organizzare un concorso di questa portata non è mai semplice e richiede comunque dei tempi tecnici.
Quasi certamente la prova oggettivo-attitudinale e quella tecnico-professionale si terranno in tempi diversi, anche se comunque ravvicinati. Lo impongono ragioni organizzative e di logica.
Preparati alla prova scritta oggettivo-attitudinale con il manuale specifico
Il testo riporta le nozioni teoriche di base e numerosi quesiti a risposta multipla per affrontare al meglio la prova scritta oggettivo-attitudinale.
Il volume contiene nella prima parte le nozioni teoriche di base per affrontare le diverse tipologie di quesiti a risposta multipla di carattere psicoattitudinale, logica, competenze linguistiche e informatiche, cultura generale ed offre una sintetica descrizione delle tecniche, dei ragionamenti e dei metodi più efficaci per risolverli correttamente. Al termine di ciascun capitolo le esercitazioni finali, risolte e commentate, favoriscono la verifica delle competenze acquisite. La seconda parte del testo contiene invece 5 batterie di test, che consentono di allenarsi in vista della prova.
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Il bando, infatti, consente solo ai candidati che hanno superato la prova oggettivo-attitudinale con il punteggio minimo di 21/30 di partecipare alla successiva prova tecnico-professionale. Laddove si svolgessero nella stessa giornata si dovrebbero fornire i risultati in tempi strettissimi; è vero che alcuni concorsi comunicano gli esiti “immediatamente”, appena si termina la prova, ma gli organizzatori si riservano comunque la possibilità di effettuare verifiche e convalidare il tutto. Un altro impedimento non da poco sarebbe l’esigenza di comunicare l’esclusione a tutti i candidati che non hanno raggiunto il punteggio minimo.
Il concorso bandito dall’Agenzia delle Entrate nel 2015 (che presenta molte similitudini con questo organizzato dall’Inps) pure prevedeva una prova oggettivo-attitudinale e una tecnico-professionale, che si svolsero a distanza di circa un mese l’una dall’altra (la prima dal 7 maggio al 5 giugno, la seconda il 2 luglio).
Serve studiare le materie della prova tecnico-professionale senza sapere se si supera quella oggettivo-attitudinale?
La risposta è sì. Se si vuole superare il concorso fin d’ora è necessario studiare per entrambe le prove.
Come si è appena ricordato per il concorso nell’Agenzia delle Entrate trascorse poco meno di un mese tra la fine della prima prova e lo svolgimento della seconda. Sperare di studiare in così poco tempo tutte le materie previste dal bando è praticamente impossibile. A ben vedere si tratta di una mini-laurea in discipline giuridico-economiche.
Se si vuole arrivare preparati alla prova tecnico-professionale occorre iniziare lo studio già da ora, o comunque non aspettare i risultati della prima prova.
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Manuale per la prova tecnico-professionale
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L’intera trattazione è aggiornata ai più recenti provvedimenti normativi di interesse. Il volume comprende un software di simulazione per infinite esercitazioni.
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1500 quesiti a risposta multipla per la prova tecnico-professionale
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Nel complesso, sono raccolti oltre 1500 quiz che, affiancati al relativo Manuale teorico, permettono di esercitarsi efficacemente in vista delle prove selettive e di coniugare in modo efficace lo studio teorico con la verifica della propria preparazione.
Tutti i test, in particolare quelli concernenti le materie giuridiche, sono aggiornati ai più recenti provvedimenti normativi di interesse.
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Ci sarà una banca dati?
Il bando di concorso non fa nessun accenno alla possibilità di pubblicare una banca dati delle domande dalle quali si attingerà in sede di svolgimento delle prove scritte. Questo non è di aiuto né per dare una risposta affermativa né per una risposta negativa. Anche in altri bandi di concorso non si faceva cenno alla pubblicazione di una banca dati che però è stata successivamente diffusa (ad esempio il concorso per 800 Assistenti giudiziari).
Al momento a propendere per una risposta negativa sono i tempi stretti indicati dal bando per avviare la prima fase della procedura e la già ricordata esperienza dell’Agenzia delle Entrate. Anche in quest’ultimo caso non fu pubblicata nessuna banca dati ufficiale delle domande che sarebbero state somministrate.
Quali certificazioni linguistiche sono valide?
È il grande pomo della discordia di questo concorso: la richiesta del possesso di una certificazione, in corso di validità, di conoscenza della lingua inglese, pari almeno al livello B2 del Quadro comune europeo di riferimento, rilasciata da uno degli enti certificatori riconosciuti dal decreto n. 118 del 28 febbraio 2017 del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
Consulta le precisazioni dell’Inps sulle certificazioni accettate
La certificazione deve essere posseduta nel momento in cui si presenta la domanda. Quest’ultima, infatti, deve riportarne la tipologia e indicare l’istituto che ha rilasciato il certificato con il relativo indirizzo e la data di conseguimento. Si ricorda che una domanda può comunque essere rettificata o modificata (articolo 3, comma 4) purché ciò avvenga entro il termine ultimo di presentazione del 27 dicembre.
Gli enti certificatori normalmente rilasciano certificati senza scadenza, con poche eccezioni come le certificazioni IELTS e TOEFL che hanno validità di soli 2 anni.
Le più comuni certificazioni che attestano una conoscenza di livello B2 dell’inglese e che non hanno scadenza sono il First Certificate in English (FCE), il Trinity College London ISE II (Reading&Writing e Speaking&Listening), il Trinity College London GESE 7, GESE 8, GESE 9 (Speaking & Listening) e il Pearson JETSET Level 5.
La richiesta di un attestato esterno per la verifica della conoscenza della lingua inglese ha scatenato molte polemiche e probabilmente sarà oggetto di ricorso anche in sede giurisdizionale. Per molti, infatti, sarebbe in contrasto con quanto affermato dall’art. 37 del Testo unico sul pubblico impiego (D.Lgs. 165/2001) secondo il quale è l’amministrazione che ha emanato il bando che deve accertare, con apposita prova, la conoscenza della lingua inglese e non fare riferimento alle attestazioni di un soggetto terzo, seppur altamente qualificato.
Quali titoli sono validi per incrementare il punteggio?
Un’altra questione particolarmente controversa. L’articolo 8 del bando di concorso indica una serie di titoli che sommati tra loro possono attribuire un bonus nel punteggio finale di ben 30 punti. Considerando che per le altre prove il punteggio massimo che si può conseguire è di 60 punti (30 per le prove scritte, dato dalla media di quella oggettivo-attitudinale e tecnico-professionale, e 30 per l’orale) è chiaro come il “peso” dei titoli può rappresentare un aiuto non da poco per posizionarsi tra i primi posti nella graduatoria finale.
Quale sarà la sede di lavoro?
Il bando non indica una sede di lavoro specifica, ma lascia aperta la possibilità di essere assegnati in una qualsiasi sede dell’Istituto sul territorio nazionale. Si tratta di un’eventualità da tener ben presente se si hanno problematiche particolari che non consentono un agevole spostamento dalla propria residenza.
L’articolo 11 del bando precisa che i vincitori, salva la possibilità di trasferimenti d’ufficio, sono soggetti all’obbligo di permanenza nella sede di prima destinazione per un periodo non inferiore a 5 anni.
Quanto guadagna un Analista di processo?
Nel presentare il concorso presso l’Università di Napoli il Presidente ha fornito alcune informazioni su questo aspetto, precisando che la posizione di ingresso in Area C prevede una retribuzione annua lorda di 31.398 euro (2.415 euro lordi di stipendio mensile, circa 1800 netti). Si ha la possibilità di arrivare fino alla posizione C5 per un mensile lordo di 2.943 euro e ricoprendo i seguenti ruoli:
- Responsabile di Team (indennità aggiuntiva di € 4.990 annua lorda, mensile lordo € 384)
- Responsabile di Agenzia Territoriale (indennità aggiuntiva di € 8.098 annua lorda, mensile lordo € 623)
- Responsabile di Agenzia con produzione (indennità aggiuntiva di € 10.030 annua lorda, mensile lordo € 772)
- Responsabile di Agenzia Complessa (indennità aggiuntiva di €. 23.470 annua lorda, mensile lordo € 1.805)
Fonti sindacali sottolineano come in realtà lo stipendio tabellare per la posizione economica C1, compresa l’indennità di ente, sia pari a 1777,46 euro lordi e che l’importo indicato dal Presidente sia raggiungibile solo con l’incentivo per il raggiungimento degli obiettivi.
Ci sarà un altro bando nell’Inps?
Con un decreto diffuso il 12 ottobre dal Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione (e, per ora, non ancora pubblicato in Gazzetta) si autorizzava l’Inps ad assumere ben 730 unità di personale nell’area C1.
Poiché in molte occasioni (non ultima la già citata presentazione del concorso presso l’Università di Napoli) il Presidente dell’Inps ha parlato di un bando per 1000 posti è probabile che il riferimento fosse esattamente alle 730 unità ancora da autorizzare, che sommate a quelle già messe a concorso effettivamente portano ad un totale di oltre 1000 unità di personale.
Da più parti si è ipotizzato che per questo secondo blocco di assunzioni si procederà a bandire un nuovo concorso, possibilmente richiedendo solo il diploma come titolo di studio. Più realisticamente si attingerà dalla graduatoria di questo concorso in fase di espletamento, con relativo scorrimento degli idonei, visto che il livello di inquadramento del personale da assumere è lo stesso.
Partecipare a questo concorso, quindi, può essere utile anche in un futuro non troppo lontano. Anche se non si rientra tra i primi 365 le prospettive di essere assunti dall’Inps potrebbero rivelarsi non così remote.
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