valutazione scuola inclusiva

Valutazione nella scuola inclusiva: guida per il TFA sostegno

La valutazione è un processo sistematico e continuo di raccolta, analisi e interpretazione di informazioni sul percorso di apprendimento degli studenti, con l’obiettivo di comprenderne i bisogni, valorizzarne i progressi e orientare le pratiche educative.

Nella scuola inclusiva, valutare significa prendersi cura dei percorsi di apprendimento, aiutando ogni studente a crescere, ad esprimere sé stesso e a partecipare attivamente alla vita scolastica, nel rispetto delle sue capacità e dei suoi bisogni, permanenti o temporanei che siano.

Nel presente articolo tratteremo questo argomento in quanto di così estrema rilevanza per il mondo della scuola da essere emerso fra le tracce per la secondaria di secondo grado nelle passate selezioni del TFA sostegno.

La valutazione: principi guida

“Quello che vogliamo è vedere il ragazzo alla ricerca della conoscenza, e non la conoscenza alla ricerca del ragazzo
(George Bernard Shaw, in Abravanel R. e D’Agnese L., La ricreazione è finita, Rizzoli, 2016, p. 211)

Nella scuola inclusiva, la valutazione assume una funzione allo stesso tempo formativa, personalizzata e orientativa, e si fonda su alcuni principi chiave:

  1. Centralità del percorso rispetto al risultato: la valutazione non può essere disgiunta dal vero obiettivo del percorso di insegnamento/apprendimento, valorizzare i punti di forza, le potenzialità e i progressi compiuti dall’apprendente rispetto al proprio punto di partenza, così da potenziarne l’autostima e la motivazione alla crescita.
  2. Equità: tutti gli studenti e le studentesse hanno il diritto di essere valutati in linea con le proprie potenzialità e i propri percorsi di apprendimento; per questo motivo le valutazioni si conducono attraverso strumenti e criteri flessibili, coerenti con i bisogni educativi speciali, i piani didattici personalizzati (PDP) o i piani educativi individualizzati (PEI), nel rispetto del più generale obiettivo di garantire pari opportunità di successo formativo.
  3. Funzione orientativa: la valutazione consiste soltanto nell’attribuzione di un voto o di un giudizio nel merito di una determinata disciplina, ma ricopre veramente un significato per il giovane o la giovane che saprà farne una guida delle sue scelte future. Si rivela sempre più necessario che la valutazione si adatti al progetto di vita di studenti e studentesse.
  4. Collaborazione educativa: la valutazione inclusiva è frutto della corresponsabilità educativa, quel patto che lega docenti, famiglie e specialisti (o altre figure di adulti coinvolti) ma anche, a diverso titolo nei vari gradi di scuola, anche gli stessi studenti o studentesse nell’attenzione a delineare in maniera sempre costruttiva il cammino della formazione.

Individualizzazione e personalizzazione

Il dibattito su questa distinzione anima da tempo il dibattito fra gli aspiranti docenti, di sostegno e non, in vista dei concorsi per entrare a far parte del mondo della scuola; andiamo perciò a fare chiarezza in merito.

Il concetto dell’individualizzazione costituisce un parametro generale che riguarda tutto il mondo della formazione: un principio formativo che consiste nel dedicare la giusta attenzione alle specificità dell’apprendente nella pluralità delle sue dimensioni individuali (cognitive e affettive) e sociali (l’ambiente familiare e il contesto socio-culturale). In altre parole, l’individualizzazione si configura come una preoccupazione pedagogica costante per il soggetto in formazione, senza che ciò comporti necessariamente azioni formative specifiche e concrete. Portare avanti una didattica individualizzata significa oggi semplicemente adottare un requisito che ogni azione formativa dovrebbe intrinsecamente soddisfare: essere concepita in funzione delle caratteristiche dell’alunno o alunna cui è diretta.

Al livello più concreto, quello della didattica applicata potremmo dire, individualizzazione significa adattamento dell’insegnamento alle caratteristiche individuali dei discenti, attraverso un ambito circoscritto di strategie didattiche.

A questo punto occorre dunque compiere l’ulteriore distinzione tra individualizzazione e un altro concetto alla base della didattica inclusiva, quello di personalizzazione. Se l’individualizzazione si riferisce alle strategie didattiche che mirano ad assicurare a tutti gli studenti e le studentesse il raggiungimento delle competenze fondamentali del curricolo, attraverso l’adattamento dei percorsi di insegnamento, la personalizzazione designa invece le strategie didattiche finalizzate a garantire ad ogni studente o studentessa una propria forma di eccellenza cognitiva, misure e strumenti in grado di coltivare le potenzialità intellettive di ogni persona.

Ci sembra di poter concludere dunque che l’individualizzazione ha lo scopo di permettere a tutti di raggiungere certi traguardi mentre la personalizzazione è finalizzata a rintracciare e supportare ognuno nello sviluppo dei propri personali talenti: fondamentale comprendere che nella prima gli obiettivi sono comuni per tutti, nella seconda diversi per ciascuno.

La didattica individualizzata mira a progettare strategie didattiche differenti in base a chi apprende e alle sue esigenze, prevedendo comunque il raggiungimento di obiettivi comuni. Il traguardo relativo a certe competenze resta comune a più alunni, ma il percorso per raggiungerle dipende dalle caratteristiche di ognuno. La progettazione individualizzata crea percorsi diversi per raggiungere obiettivi comuni.

La didattica personalizzata lavora in maniera strettamente legata alle specificità di alunni e alunne sia sul fronte delle strategie che sul fronte degli obiettivi: il docente progetta l’intero percorso di apprendimento in funzione dell’alunno, prevedendo per lui o per lei obiettivi, traguardi di competenze, risorse, strategie che sono in definitiva solo sue. La progettazione traccia percorsi diversi per il raggiungimento di obiettivi diversi.

Valutazione formativa e sommativa nella scuola inclusiva

Una volta compreso quanto fondamentale e complesso sia l’aspetto della valutazione nella scuola di oggi facciamo ulteriore chiarezza fra due concetti, due tipologie di valutazione: la valutazione formativa e la valutazione sommativa. Sebbene entrambe abbiano come loro oggetto l’apprendimento, presentano differenze sostanziali in termini di frequenza, obiettivi e, dunque, risultati.

La valutazione formativa si svolge durante il processo di apprendimento, con l’obiettivo di monitorare costantemente i progressi degli studenti e di adeguare di conseguenza ad essi la didattica.

Si tratta di un processo in perenne trasformazione, che permette di identificare punti di forza e di debolezza, fornendo agli studenti un feedback immediato e personalizzato.

Le caratteristiche della valutazione formativa sono:

  • frequente: condotta regolarmente durante la programmazione,
  • informale: può avvenire in varie modalità, quali domande in classe, brevi esercitazioni, osservazioni dirette e confronti,
  • orientata alla crescita: fonte di feedback costruttivi, che aiutino gli studenti a progredire,
  • coinvolgente: promuove l’autovalutazione e la riflessione critica da parte degli studenti sui propri punti di forza e criticità.

Facciamo ora degli esempi di come si potrebbe condurre in classe la valutazione formativa:

  • chiedere di riassumere oralmente un argomento,
  • assegnare brevi compiti a casa di verifica della comprensione,
  • utilizzare quiz interattivi durante la lezione,
  • monitorare la partecipazione e l’interattività degli studenti durante le attività.

La valutazione sommativa si svolge alla fine di segmento di programmazione (un unità di apprendimento, un ciclo di lezioni dedicate ad un certo argomento), con l’obiettivo di valutare il livello di apprendimento raggiunto dagli studenti e dalla studentesse in relazione agli obiettivi prefissati per quella data porzione di contenuti. I risultati così ottenuti sono finalizzati ad attribuire voti o a certificare competenze e, come sempre a misurare l’efficacia della didattica.

Le caratteristiche della valutazione sommativa sono:

  • scadenzata: viene condotta al termine di un percorso didattico definito,
  • formale: si avvale di strumenti strutturati, come test, esami o progetti,
  • orientata ai risultati: serve a valutare il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento previsti,
  • conclusiva: fornisce una valutazione finale del percorso di insegnamento/apprendimento.

Concludiamo con alcuni esempi di quello che significa in classe portare avanti una forma di valutazione sommativa:

  • test di fine unità o di fine argomento,
  • esami orali o scritti,
  • progetti individuali o di gruppo

Occorre sempre tenere a mente che la valutazione formativa e quella sommativa sono due strumenti complementari, che offrono entrambe informazioni preziose sull’apprendimento degli studenti. La valutazione formativa permette di seguire da vicino il percorso di ogni studente, fornendo un supporto personalizzato e adattando la didattica in base alle esigenze che emergono dall’osservazione ravvicinata. La valutazione sommativa, invece, fornisce una fotografia del livello di apprendimento raggiunto da studenti e studentesse al termine di un dato percorso.

L’utilizzo combinato di queste due tipologie di valutazione permette ai docenti tutti di avere una visione completa del processo di insegnamento/apprendimento, promuovendo una didattica efficace e centrata sugli studenti.

Valutazione per competenze nel TFA sostegno

La valutazione nella didattica per competenze rappresenta la naturale conseguenza del cambiamento di prospettiva attuato negli ultimi decenni nella mondo della scuola: rispetto alla tradizionale valutazione dei saperi (articolati in conoscenze e abilità), quella sulle competenze è una stima che si basa sulle capacità dello studente e della studentessa di mobilitare conoscenze, abilità e atteggiamenti per approcciare situazioni complesse, reali o simulate.

Una possibile definizione di competenza potrebbe essere saper fare con ciò che si sa, in modo riflessivo.

La didattica per competenze, infatti, mira a formare persone capaci di agire in modo autonomo, consapevole e responsabile, in grado di generalizzare ciò che hanno appreso fra i banchi di scuola in tutti i contesti della loro vita e della loro formazione.

In considerazione di ciò gli obiettivi di una valutazione condotta sulle competenze sono i seguenti:

  • verificare la padronanza delle competenze: non basta conoscere un concetto o una procedura, occorre saper applicare il sapere a contesti concreti;
  • monitorare i processi: importante oggetto della valutazione per competenze diventano anche i mezzi e le modalità con cui lo studente e la studentessa affrontano un compito (strategie, capacità cooperative, autonomia);
  • promuovere l’autovalutazione e la meta-cognizione: mettere in campo le proprie competenze significa essere coinvolto in prima persona nel riflettere sul proprio apprendimento;
  • favorire l’apprendimento significativo: la valutazione per competenze rende significativo l’apprendimento perché lo lega a situazioni reali e concrete predisposizioni di chi le consegue.

Ancora proponiamo degli esempi di valutazione delle competenze, che possono fungere da guida pratica nell’azione didattica quotidiana:

  • compiti di realtà: situazioni realistiche, complesse, che richiedono l’attivazione di più risorse (progettare un evento, organizzare un viaggio, risolvere un problema ambientale, scrivere un articolo per un blog);
  • rubriche valutative: griglie che descrivono livelli di competenza (iniziale, base, intermedio, avanzato) basate su criteri chiari e condivisi;
  • osservazioni sistematiche: il docente osserva e documenta punti di svolta dei suoi studenti e studentesse sia in momenti di educazione formale che in passaggi più informali;
  • portfolio: raccolta di lavori che mostrano lo sviluppo delle competenze nel tempo;
  • autovalutazione: gli studenti sono attivamente coinvolti nella propria valutazione, imparando così a dare senso al proprio percorso (riportare un compito con evidenziati soltanto gli errori per valutare la prestazione insieme).

La valutazione per competenze si inserisce a pieno titolo in questa trattazione in quanto presupposto alla base della costruzione di un percorso autenticamente inclusivo: quello che conta valorizzare nella nostra scuola è come lo studente, indipendentemente da quelle che possono essere le sue difficoltà, usa ciò che sa per autodeterminarsi, per affrontare problemi reali, per collaborare con gli altri, per prendere decisioni. Valutare questo significa ricalibrare il percorso di chi apprende verso una vera e propria crescita personale.

Conclusione

Abbiamo dunque compreso che la valutazione nella scuola inclusiva va assai oltre la misurazione di conoscenze o la classificazione degli studenti: è un atto pedagogico con il potere e il dovere di valorizzare le potenzialità di ciascuno e di promuovere equità, partecipazione e orientamento.

La valutazione inclusiva, dunque non vuole giudicare, ma sa accompagnare: diventa uno strumento di dialogo tra docente e studente, un’occasione per riflettere insieme sul percorso in fieri, sulle competenze acquisite e quelle ancora da formare, ma anche sulle fatiche, sugli errori e sugli aggiustamenti da compiere. Valutando in questo modo la scuola diventa un luogo fisico ma anche mentale che può fare la differenza, accogliendo e coltivando il progetto di vita dei suoi studenti e delle sue studentesse.

Strumenti per prepararsi al TFA sostegno: i libri consigliati

La valutazione nella scuola inclusiva è un tema ricorrente nelle prove scritte e orali del TFA sostegno, in particolare per la scuola secondaria. Per affrontare al meglio l’argomento e arrivare preparati alle selezioni, può essere utile affiancare allo studio teorico anche testi specifici.
Tra i libri consigliati ci sono i manuali EdiSES per il TFA sostegno, aggiornati alle normative più recenti e strutturati per seguire passo dopo passo la preparazione. I volumi offrono spiegazioni chiare, esempi pratici, schemi di sintesi e simulazioni delle prove ufficiali.

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