Gli approfondimenti di Giuseppe Mariani. Il Procedimento Amministrativo

Incontri di studio per i dirigenti della scuola e i loro collaboratori

Questo approfondimento inaugura una serie di contributi a cura di Giuseppe Mariani, dedicati ai principali temi di interesse per i dirigenti scolastici e i loro collaboratori.

I contenuti sono disponibili in formato video integrale nelle aree riservate dei clienti in possesso dei manuali EdiSES per la preparazione al Concorso per Dirigente Tecnico e DSGA.
Un’anteprima del video dedicato al Procedimento Amministrativo è visibile sul canale Youtube di EdiSES.

Il procedimento amministrativo è il primo argomento affrontato, poiché rappresenta una competenza fondamentale per chiunque ricopra un ruolo gestionale nella scuola.

Una sua corretta applicazione consente di garantire trasparenza, efficienza e legittimità nelle decisioni amministrative, evitando vizi di forma che potrebbero comprometterne la validità. Come previsto dalla legge 241/1990, il procedimento si sviluppa attraverso tre fasi principali:

  1. Fase dell’iniziativa, in cui il procedimento viene avviato su impulso dell’amministrazione o di un soggetto privato.
  2. Fase istruttoria, dedicata alla raccolta e all’analisi delle informazioni necessarie.
  3. Fase decisoria, che culmina nell’adozione del provvedimento finale.

Nei paragrafi successivi analizzeremo nel dettaglio queste fasi, evidenziando le principali implicazioni normative e applicative.


La fase dell’iniziativa

Questa fase rappresenta l’avvio del procedimento, che può essere promosso:

  • da un soggetto privato (ad esempio, una richiesta di permesso di costruzione o di iscrizione a scuola);
  • dalla parte pubblica, che è il nostro principale ambito di interesse.

L’atto iniziale è la Comunicazione di avvio del procedimento (art. 7 della legge 241), di competenza dirigenziale, rivolta a:

  1. Destinatari del provvedimento finale;
  2. Soggetti obbligati a intervenire per legge;
  3. Eventuali controinteressati.

L’individuazione di tali soggetti avviene caso per caso, sulla base della situazione concreta. Se i destinatari sono numerosi o difficili da identificare, l’amministrazione può sostituire la comunicazione personale con strumenti di pubblicità adeguati, come manifesti o avvisi sul sito istituzionale.

La comunicazione deve indicare il responsabile del procedimento, che, salvo diversa indicazione, è il dirigente stesso.

Esempi di atti di avvio

  • PTOF: l’atto di avvio è l’Atto di indirizzo del dirigente.
  • Gestione risorse lavorative: il piano annuale delle attività proposto dal dirigente scolastico al collegio docenti.
  • Contrattazione integrativa d’istituto: avvio della sessione negoziale entro il 15 settembre con trasmissione della proposta del dirigente.
  • Procedimento disciplinare: contestazione degli addebiti.
  • Gestione del personale ATA: direttiva del dirigente al DSGA.
  • Acquisti di beni o servizi: bando di gara.

La fase istruttoria

La fase istruttoria è cruciale per garantire la legittimità del provvedimento finale. Secondo la Giudice Costituzionale Alessandra Sandulli, essa consiste nel «compimento degli atti necessari a riscontrare e vagliare i dati di fatto e gli interessi rilevanti».

Il responsabile del procedimento (art. 6 della legge 241) svolge diverse attività, tra cui:

  • raccolta di informazioni e documenti;
  • ispezioni e analisi;
  • richiesta di pareri;
  • gestione del contraddittorio e della partecipazione procedimentale (deposito di memorie scritte, audizioni).

La correttezza dell’istruttoria è determinante: se inadeguata, il provvedimento finale può essere annullato per eccesso di potere.

Inoltre, deve rispettare i principi costituzionali di imparzialità e buon andamento (art. 97 Cost.), trovando un equilibrio tra garanzie procedimentali ed efficienza amministrativa.


La fase decisoria

La fase decisoria corrisponde alla conclusione del procedimento e può concretizzarsi in diverse forme:

  • Decreto o determina dirigenziale (es. conferma in ruolo di un docente, assegnazione classi);
  • Delibera di organo collegiale, che diventa esecutiva solo dopo un provvedimento di esecuzione del dirigente.

L’importanza della motivazione

Un elemento essenziale della fase decisoria è la motivazione del provvedimento (art. 3 della legge 241), che deve contenere:

  • i presupposti di fatto;
  • le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione.

Un provvedimento privo di motivazione o con vizi insanabili può essere dichiarato nullo dal giudice amministrativo ai sensi dell’art. 21-septies della legge 241.

La fase decisoria

Le delibere del Consiglio d’Istituto (CdI) non sono immediatamente esecutive: secondo l’art. 14 del Regolamento dell’Autonomia, diventano definitive il quindicesimo giorno dalla pubblicazione nell’albo della scuola. Fino a quel momento, chiunque abbia interesse può proporre reclamo, che deve essere esaminato entro 30 giorni. In tal caso, la delibera diventa definitiva a seguito della decisione sul reclamo.

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Il prossimo contributo della rubrica è dedicato al tema della Valutazione degli apprendimenti nella scuola primaria