Legame tra cugini… oltre la distanza e il tempo

La riflessione di Marina Massenz sulla relazione tra fratelli pubblicata qui su Occhicielo mi ha riportato indietro nel tempo, a ripensare alla mia infanzia e a quelle relazioni familiari che l’hanno caratterizzata e che, ancora oggi, sono tra i miei legami più profondi.

Mettendo a fuoco le domeniche trascorse in casa o in campagna, quando con la famiglia allargata al completo si pranzava insieme e ci si divertiva tutto il pomeriggio, ho ricordato con nostalgia altri bambini con i quali ho giocato, litigato, fantasticato: i miei cugini. Con loro una relazione lunga tutta la vita, tra alti e bassi, silenzi e alterne vicende. Insomma, a dispetto del tempo e della distanza, un legame importante ancora oggi.

La mia era una famiglia numerosa, molti zii, molti bambini, una piccola tribù di età varie, nella quale ognuno di noi aveva almeno uno o due cugini della stessa età. A metà strada tra fratelli e amici, loro hanno rappresentato la prima esperienza di socializzazione nella quale mi sono messa in gioco, un trampolino di lancio verso la vita di società.

Abbastanza simili, tanto da poter essere ognuno se stesso senza doverci inventare niente, abbiamo avuto in comune lo stesso senso dell’humour, un’ironia un po’ amara  e distaccata che ci faceva ridere alle nostre battute perché le trovavamo davvero divertenti. Nelle occasioni formali di famiglia poi, eravamo i  migliori amici l’uno dell’altra, l’ancora di salvezza dalla noia che avanzava: parlavamo e sparlavamo, e così il tempo passava senza che ce ne accorgessimo.

Cugini: fratelli di fatto

Su Fatherly, una interessante rivista newyorkese online per genitori che leggo molto volentieri, Patrick A. Coleman ha dedicato a questa relazione che ho tanto a cuore un articolo nel quale mi è stato molto facile rispecchiarmi.

Coleman definisce i cugini dei “fratelli di fatto”, poiché condividono la storia familiare e un’esperienza comune.

Così, se una zia rimarrà sempre una zia e il nonno sempre un nonno, i cugini saranno invece i protagonisti di una relazione paritaria, malleabile, sempre in divenire e per questo importantissima nella crescita di un bambino.

Da ciò l’invito che rivolge a tutti i genitori di coltivare e facilitare questo legame familiare così unico.

Cugini: preziose risorse aggiuntive

A sostegno della sua convinzione Coleman propone la riflessione della dottoressa Kristina S. Brown, presidente del dipartimento di terapia della coppia e della famiglia presso la Alder University.

I cugini sono molto importanti, soprattutto perché le famiglie stanno diventando sempre più allargate. E diventano preziose risorse aggiuntive al di fuori del proprio nucleo di origine.

Nel mio caso è stato ed è certamente così: i miei cugini sono delle risorse aggiuntive speciali, sono il “qualcuno” insostituibile che mi è affianco nelle lacrime, ma anche le uniche persone con cui posso passare 35 minuti a scegliere l’inutile tazza da comprare all’Ikea o festeggiare un successo importante! Vicini nelle emozioni, vicini nelle occasioni più o meno importanti, come afferma anche Coleman.

I cugini sono delle risorse in gran parte legate al supporto emotivo, perché offrono sostegno e condivisione nei momenti difficili così come in quelli belli. Questo, naturalmente, è vero anche per gli altri membri della famiglia: una zia gentile può di sicuro offrire una spalla su cui piangere. Ma i cugini sono particolarmente adatti a offrire sostegno perché spesso condividono legami generazionali.

Cugini: vicini oltre le differenze

Ed è proprio questa condivisione di esperienze a favorire il legame. Come spiega chiaramente la dottoressa Brown:

L’esperienza condivisa è il luogo ideale in cui sviluppare una relazione.

Una relazione fatta da ricordi unici ed esclusivi che alimentano il legame a dispetto delle distanze, degli allontanamenti e delle differenze di vedute, situazione che rende i rapporti tra cugini straordinariamente facili da riprendere dopo lunghe assenze o problemi personali.

Le differenze di idee e di opinioni che fuori dalla famiglia sono in genere motivo di allontanamento tra le persone, in famiglia, non hanno questo effetto devastante.

In nome di questi legami quindi le differenze vengono messe in secondo piano e diventa più facile sostenersi a vicenda emotivamente e offrire l’uno all’altra un supporto molto più concreto.

Cugini: nel cuore e anche nei geni

Le riflessioni di Kristina S. Brown mi risuonano nella mente per la loro aderenza alla mia esperienza, ma – come lei precisa – si basano su concrete scoperte della scienza evolutiva: l’idea è che gli individui della stessa famiglia hanno maggiori probabilità di essere altruisti l’uno con l’altro al fine di aumentare la probabilità che i geni della famiglia sopravvivano.

Uno studio del 2013 pubblicato sul British Journal of Psychology, al quale la dottoressa Brown fa riferimento, spiega con chiarezza questo particolare aspetto genetico del legame tra cugini. I ricercatori che lo hanno condotto infatti hanno potuto rilevare che i soggetti osservati erano molto più propensi ad aiutare i parenti (compresi i cugini) che gli amici.

E questo era vero anche quando analizzavano solo il fattore emotivo, suggerendo che anche se non c’era un legame stretto sotto questo aspetto con il membro della famiglia, la probabilità di offrire aiuto era ancora molto alta. A tal punto da arrivare a formulare l’idea di kinship premium, una specie di “premio di parentela”.

Legame tra cugini: il ruolo dei genitori

Perché e a quali condizioni gli individui sono altruisti in famiglia più che con gli amici è una questione al centro di un dibattito ancora in corso, soprattutto rispetto alla particolarità delle relazioni familiari e alla loro forza.

Tuttavia, secondo la dottoressa Brown, come ci fa notare Coleman, sebbene l’impulso genetico ad aiutare i nostri parenti sia indubbio e forte, la costruzione della vicinanza emotiva è probabilmente correlata alle relazioni messe in piedi dai genitori. A tal punto da dare un consiglio molto preciso e dal tono personale.

Incoraggerei decisamente le famiglie a modellare questi rapporti per le generazioni future.

Una cosa che – come tiene a specificare ancora la Brown – non è poi particolarmente difficile al tempo di internet, quando anche i cugini geograficamente lontani hanno modo di continuare a promuovere solide relazioni grazie ai social e alle infinite possibilità del web. E non solo nelle vacanze o nelle feste comandate, ma nella vita di tutti i giorni, quella in cui è più facile stabilire connessioni e comunanza.

Cugini per la vita

Mentre leggo le parole della dottoressa Brown e ripenso ai miei di cugini, mi appare sempre più chiaro un fatto, e cioè che questi parenti così speciali sono una parte essenziale di una vita felice… ti amano incondizionatamente, ti ricordano sempre come un bambino e ti fanno tornare tale ogni volta per un po’. Sono il fratello che non hai mai avuto o la migliore amica che hai sempre desiderato, ti ricordano cosa volevi fare da grande quando tu non te lo ricordi più, sono amici per sempre, in un angolo del tuo cuore.

A prescindere dai giorni felici, a prescindere da quello che la vita ha in serbo per te.