Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha recentemente condiviso con l’opinione pubblica il lavoro svolto dalla Commissione incaricata di stilare le Nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo.
Il testo non è ancora definitivo, infatti è proposto come bozza, che sarà discussa con le associazioni professionali ed esperti delle diverse discipline, con le associazioni dei genitori e degli studenti e con le organizzazioni sindacali della scuola, prima di assumere la connotazione definitiva e la successiva adozione a partire dall’anno 2026/27. L’attuale versione in vigore e risalente al 2012 sarà, quindi, sostituita dal nuovo testo, così come aggiornato dopo la fase di confronto avviata in questo periodo: non a caso il sottotitolo del testo diffuso è “Materiali per il dibattito pubblico”.
È dunque bene cominciare a familiarizzare con il nuovo testo che costituirà il quadro di riferimento per la progettazione curricolare affidata alle scuole. Senza contare che, se durante la prova orale del concorso a cattedra il candidato riesce ad “infilare” una citazione, un parallelismo con le Nuove Indicazioni 2025, la commissione non potrà che apprezzare.
Gli argomenti dell'articolo
Indicazioni Nazionali Curricolo 2025: la ratio delle Indicazioni Nazionali e del curricolo verticale
A distanza di 27 anni dalla Circolare ministeriale 352 del 1998, che disegnava l’innovazione organizzativa dell’istituto comprensivo, nato nel 1994 per la tutela delle zone di montagna, e di 26 anni dall’emanazione del regolamento sull’autonomia delle istituzioni scolastiche (DPR 275/99) si rinnova e si riapre, quindi, il dibattito sulla strutturazione curricolare quale impianto pedagogico degli istituti comprensivi, che, coniugato con l’autonomia didattica e organizzativa, è promotore di una migliore qualità dell’istruzione.
Partendo dalle Indicazioni Nazionali, la singola scuola è chiamata a sviluppare il curricolo verticale che disegna tutto il percorso educativo didattico dai tre ai tredici anni, iniziando dalla scuola dell’infanzia, passando per la scuola primaria e giungendo alla scuola secondaria di I grado. Tale processo si caratterizza per unitarietà, gradualità, coerenza, continuità, progressività, verticalità e orizzontalità delle tappe e delle scansioni d’apprendimento dell’allievo, con riferimento alle competenze da acquisire e ai traguardi in termini di risultati attesi.
Il curricolo verticale si basa, infatti, sull’idea di comprensività, cioè di un disegno unitario di raccordo tra cicli diversi, che affonda le radici nel concetto di continuità educativa e didattica. L’autonomia offre curvature flessibili per il miglioramento del servizio e implica l’instaurarsi di un vero e proprio patto educativo territoriale, che consente di costruire risposte educative adattabili al contesto ambientale. Il curricolo disegna, pertanto, il complesso di proposte e di interventi didattici che la scuola autonoma deve predisporre al fine di realizzare il successo formativo di ogni alunno, rispettando gli standard di competenza enucleati dal Ministero all’interno delle Indicazioni Nazionali. Il curricolo d’istituto è espressione della libertà d’insegnamento e dell’autonomia scolastica e rende comprensibile l’identità dell’istituto che si sviscera nel PTOF.
I traguardi per lo sviluppo delle competenze rappresentano dei riferimenti ineludibili per gli insegnanti, indicano piste culturali e didattiche da percorrere e aiutano a finalizzare l’azione educativa allo sviluppo integrale dell’allievo. La comunità professionale è chiamata ad assumere e contestualizzare quanto indicato nel documento nazionale, elaborando specifiche scelte concernenti contenuti, metodi, organizzazione e valutazione coerenti con i traguardi previsti.
La Premessa culturale generale: persona, scuola, famiglia
Il nuovo testo nasce come risposta concreta ai cambiamenti che negli ultimi anni hanno trasformato la società e, quindi, di conseguenza, anche la scuola. La premessa culturale generale prende le mosse dalla coniugazione della triade persona, scuola, famiglia.
- Centralità della Persona
Le Nuove Indicazioni puntano sulla centralità della persona, rimandando ai principi costituzionali secondo cui lo Stato è per l’uomo e non l’uomo per lo Stato, come sottolineato dal costituente Giorgio La Pira. Così la scuola, che è scuola costituzionale, pone le persone degli allievi al centro delle sue azioni e ne promuove i talenti attraverso la formazione integrale e armonica di tutte le dimensioni: cognitive, affettive, relazionali, corporee, estetiche, etiche, spirituali.
La persona e la sua peculiare identità necessitano della relazionalità, del confronto con l’altro, della partecipazione alla vita sociale per sviluppare e completarsi. La scuola, pertanto, non può svolgere in solitudine il compito formativo, ma è indispensabile l’alleanza con la famiglia, il cui ruolo è complementare rispetto a quello della scuola.
- Corresponsabilità educativa con la famiglia
Il dialogo tra scuola e famiglia, con il rafforzamento del patto educativo di corresponsabilità, favorisce la comprensione dei cambiamenti sociali in corso nei rispettivi ruoli e pone le basi per cooperare alla costruzione di una visione educativa comune. Il fine è quello di contribuire al benessere degli allievi, proficuo al raggiungimento del successo formativo.
- Scuola e nuovo umanesimo
Finalità principale della scuola è l’acquisizione delle conoscenze e delle abilità fondamentali per sviluppare le competenze culturali di base nella prospettiva dello sviluppo integrale della persona e dei suoi talenti. Il concetto di talento è intrinsecamente legato al potenziale cognitivo di ogni alunno che, se stimolato da un ambiente in grado di valorizzarne le potenzialità, può conseguire esiti positivi anche nelle situazioni di maggiore fragilità. Una scuola che stimola i talenti, infatti, non si limita a rendere performative le conoscenze, ma espande le opportunità di emancipazione personale affinché gli studenti, grazie alla scuola, possano trovare la loro realizzazione personale.
Per raggiungere tale finalità, la scuola quale ambiente di formazione, costruisce i suoi percorsi, promuovendo:
- La cura di sé e l’etica del rispetto, per contribuire alla formazione di futuri cittadini consapevoli e responsabili che sappiano dialogare, accogliere le diversità senza paura, e pensare criticamente;
- Lo sviluppo di competenze emotive, attraverso la relazionalità, la prevenzione della violenza e la valorizzazione delle differenze;
- L’educazione ambientale, che aiuti a capire e ad abitare un pianeta complesso promuovendo l’integrazione fra saperi e, allo stesso tempo, competenze sociali per instaurare nuovi patti di solidarietà fra le generazioni;
- Le competenze digitali e l’uso critico della tecnologia, apprendendone le potenzialità e valutandone i rischi derivanti da un uso scorretto (in riferimento ad esempio all’IA);
- La valorizzazione della scrittura, che aiuta alla strutturazione del pensiero, avvia al pensiero riflessivo e creativo e, quindi, contribuisce alla crescita personale;
- L’inclusione attraverso la personalizzazione come strategia che governa le scelte educative e didattiche. L’obiettivo della scuola deve essere quello di sviluppare un progetto educativo inclusivo condiviso da tutti gli attori, che diventi cultura organizzativa capace di guidare tutte le scelte.
Inoltre, il sistema scolastico italiano assume come orizzonte di riferimento verso cui tendere il quadro delle competenze-chiave per l’apprendimento permanente definite dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea (Raccomandazione del Consiglio del 22 maggio 2018) che sono:
- competenza alfabetica funzionale
- competenza multilinguistica
- competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria
- competenza digitale
- competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare
- competenza in materia di cittadinanza
- competenza imprenditoriale
- competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali
Tali competenze sono lo sfondo integratore del curricolo, dato che, in quanto oggetto della didattica, indicano i traguardi di sviluppo delle competenze per il primo ciclo e descrivono il profilo dello studente anche in riferimento al pieno esercizio della cittadinanza che un ragazzo/una ragazza dovrebbe dimostrare di possedere al termine del primo ciclo di istruzione.
L’organizzazione del curricolo
Nelle Nuove Indicazioni emerge una didattica che unisce le tre dimensioni dell’istruzione (la conoscenza teorica che permette di orientarsi e interpretare la complessità del mondo), della formazione (lo sviluppo di competenze che consentono di trasformare il sapere in azione, dell’educazione (l’individuo si forma come persona attraverso l’interiorizzazione di valori, norme e criteri di condotta che regolano la vita collettiva e sostengono la coesione sociale) con i saperi fondamentali. Il principio da seguire nella costruzione del curricolo è, infatti, quello del ‘non multa, sed multum’ e cioè che non occorre insegnare tante cose, ma individuando le “conoscenze essenziali”, rilevanti, significative. Le discipline non sono quindi aggregate in aree precostituite, ma sono presentate tutte singolarmente, seguendo una struttura precisa:
- premessa culturale disciplinare (perché si studia una determinata disciplina);
- finalità della disciplina (comprensive degli obiettivi generali del processo formativo), Osa (obiettivi specifici di apprendimento), competenze attese;
- suggerimenti in termini di conoscenze, metodologie, moduli interdisciplinari di apprendimento, ipotesi di ibridazione tecnologica del curricolo verticale.
In tale assetto assume un ruolo cruciale la valutazione: un processo educativo complesso, dinamico, collegiale e multidimensionale, che accompagna lo studente nella costruzione della propria identità e nel riconoscimento delle proprie potenzialità. Le Nuove Indicazioni nazionali intendono promuovere una cultura della valutazione, il cui fine ultimo resti sempre quello di sostenere l’apprendimento, promuovere la crescita e valorizzare le potenzialità individuali.
La scuola dell’infanzia nelle Indicazioni Nazionali Curricolo
La scuola dell’infanzia occupa un ruolo centrale e strategico all’interno del sistema educativo ed è chiamata a fronteggiare le sfide poste dalla odierna società complessa, riconoscendo la centralità di ogni bambina e di ogni bambino nei loro peculiari bisogni educativi. Si fonda sull’accoglienza e l’ambientamento, sulla promozione del gioco nelle sue diverse forme e sul costrutto dei “campi d’esperienza” che risultano così declinati:
• Il sé e l’altro
• Il corpo e il movimento
• Immagini, suoni, colori
• I discorsi e le parole
• La conoscenza del mondo
Le Nuove Indicazioni offrono, per ciascun campo di esperienza, tracciati aperti di finalità, competenze attese, obiettivi specifici e suggerimenti metodologici, mettendo a disposizione degli insegnanti ‘quadri culturali per interpretare e amplificare le esperienze dei bambini’.
Le novità per la scuola primaria e la secondaria di I grado
Come sopra citato, l’organizzazione degli apprendimenti sia nella scuola primaria che nella secondaria di I grado avviene per discipline: italiano, lingua inglese, matematica, scienze, storia, geografia, arte e immagine, musica, educazione fisica, tecnologia, educazione civica, religione cattolica.
Alcune novità introdotte dalle Indicazioni Nazionali riguardano:
– lo studio della letteratura sin dalla scuola primaria, che punta ad incoraggiare la lettura, ponendo al centro dell’apprendimento i testi di diverso genere, dai quali ricavare gli strumenti per capire meglio se stessi e il mondo. La conoscenza della letteratura è, tra le altre cose, anche un buon viatico per una cittadinanza matura.
– lo studio del latino per l’educazione linguistica (LEL), nella scuola secondaria di I grado, che mira a favorire l’accesso a un vasto e stimolante patrimonio di civiltà e tradizioni, rendendo possibile la percezione del rapporto di continuità e alterità che lega il presente al passato e promuovendo una sintesi tra visione critica del presente e memoria storica.
– lo studio della storia come conoscenza dei fatti collocati cronologicamente tanto nei rispettivi contesti spaziali, culturali e ideologici, quanto nella trama delle loro relazioni. Tutto ciò costituisce lo strumento necessario per promuovere una vera educazione civica, che non può prescindere dalla coscienza delle responsabilità individuali e collettive.
– l’istruzione integrata STEM attraverso la didattica laboratoriale e l’interdisciplinarietà che recepisce le nuove direttive sull’insegnamento delle materie scientifiche e tecnologiche e della matematica (“Linee guida sull’insegnamento delle materie STEM”, D.M.184, 15/9/2023), in coerenza con la normativa vigente.