Il 5 marzo 2025 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Legge 19 febbraio 2025, n. 22, che introduce lo sviluppo delle competenze non cognitive e trasversali nei percorsi delle istituzioni scolastiche, nei centri provinciali per l’istruzione degli adulti e nei percorsi di istruzione e formazione professionale.
La Legge 19 febbraio 2025, n. 22 introduce le competenze non cognitive nei percorsi scolastici e formativi, rafforzando il ruolo delle soft skills nell’educazione.
Gli argomenti dell'articolo
Cosa sono le competenze non cognitive nelle scuola e perché sono importanti
Le competenze non cognitive (Non Cognitive Skills – NCS) includono abilità legate agli ambiti emotivi e psicosociali, come la gestione delle emozioni, la resilienza, l’empatia, il pensiero critico e la capacità di risolvere problemi. Queste competenze non si limitano a tratti innati della personalità, ma possono essere sviluppate attraverso programmi educativi mirati.
Studi condotti da James J. Heckman (della scuola di Chicago: a lui si deve la formulazione di metodologie quantitative per misurare gli effetti delle NCS su una grande varietà di ambiti della vita della persona) e dall’OECD (Organization for economic cooperation and development) hanno evidenziato che le competenze non cognitive, in sinergia con quelle cognitive, sono fattori chiave per il successo accademico, lavorativo e personale. Esse contribuiscono a ridurre la dispersione scolastica, migliorano l’integrazione sociale e facilitano la transizione al mondo del lavoro.
Precedenti riferimenti normativi dell’Unione europea
A livello di UE viene promosso lo sviluppo delle NCS in due documenti di riferimento:
– la Raccomandazione del maggio 2018 del Consiglio Europeo sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente, per promuovere ulteriormente lo sviluppo delle competenze chiave nell’Unione Europea; – LifeComp (LifeComp, Quadro europeo delle competenze chiave Personali, Sociali e dell’Imparare ad Imparare); il documento offre uno schema concettuale per le competenze chiave “Personali, Sociali e dell’Imparare ad Imparare”, destinato a sistemi di istruzione, studenti e discenti in generale. È costituito da tre aree di competenza interconnesse: “Personale”, “Sociale” e “Imparare ad Imparare”. Ogni area include tre competenze: autoregolazione, flessibilità, benessere (Area Personale), empatia, comunicazione, collaborazione (Area Sociale), mentalità orientata alla crescita, pensiero critico e gestione dell’apprendimento (Area Imparare ad Imparare). Ogni competenza, a sua volta, ha tre descrittori che corrispondono al modello di “consapevolezza, comprensione, azione”. La Commissione europea ha poi redatto LifeComp into action, un documento di supporto agli educatori per aiutarli a colmare il distacco fra la teoria e la pratica pedagogica quotidiana.
Precedenti riferimenti normativi italiani
Riferimenti alle competenze non cognitive sono già presenti anche in diversi provvedimenti normativi italiani, tra cui:
– La Legge 92/2019 – Introduzione dell’educazione civica nel curricolo scolastico, che prevede traguardi e obiettivi di apprendimento legati anche alle competenze non cognitive.
– Il Decreto Ministeriale 17/2024 – Nuovi modelli di certificazione unica delle competenze, che includono riferimenti alle competenze non cognitive.
– Il Decreto Ministeriale 328/2022 – Linee guida per l’orientamento, che promuovono un modello di orientamento basato su competenze trasversali e non cognitive.
– La Legge 145/2018 – Riforma dell’alternanza scuola-lavoro, rinominata PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento), che si ispira alle Competenze chiave europee per l’apprendimento permanente, includendo elementi di mindset e adattabilità.
Cosa prevede la nuova legge
La Legge 19 febbraio 2025, n. 22 prevede diverse azioni per promuovere lo sviluppo delle competenze non cognitive nel sistema educativo:
· Sviluppo delle competenze non cognitive nei percorsi scolastici: Il Ministero dell’Istruzione e del Merito favorisce iniziative per integrare le competenze non cognitive nelle attività educative e didattiche delle scuole statali e paritarie di ogni ordine e grado. La Legge non individua nello specifico quali siano le Competenze non cognitive da valorizzare ma il Mim è chiamato ad emanare apposite Linee guida per lo sviluppo delle competenze non cognitive e trasversali che definiscono indicazioni metodologico-didattiche in coerenza con le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione e con il documento «Indicazioni nazionali e nuovi scenari», con le Indicazioni nazionali per i licei e con le Linee guida per gli istituti tecnici e professionali vigenti.
· Mappatura delle esperienze esistenti: Entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, sarà avviata una ricognizione dei progetti già attivi contro la dispersione scolastica e la povertà educativa.
· Formazione dei docenti: Un Piano straordinario triennale di formazione per i docenti sarà attivato dal Ministero dell’Istruzione, con il supporto di università ed enti specializzati, per fornire strumenti didattici efficaci per l’insegnamento delle competenze non cognitive.
· Sperimentazione nazionale: Sarà avviata una sperimentazione triennale nelle scuole, volta a individuare le competenze non cognitive più utili per il successo formativo degli studenti, le migliori pratiche didattiche e le modalità di valutazione di tali competenze. Per l’attuazione della sperimentazione, le istituzioni scolastiche utilizzeranno le risorse dell’organico dell’autonomia, senza la previsione di ore di insegnamento eccedenti rispetto all’orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti.
· Estensione ai percorsi per adulti e alla formazione professionale: La sperimentazione sarà estesa ai centri provinciali per l’istruzione degli adulti e ai percorsi di istruzione e formazione professionale, con il coinvolgimento del Ministero del Lavoro.
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