telecamere a scuola

I sistemi di videosorveglianza in asili nido e scuole dell’infanzia

Il problema dei maltrattamenti sui bambini da parte di maestri e operatori scolastici è una realtà assai limitata, pur se esistente. Pistoia, Roma, Pisa, Grosseto, Milano, la provincia di Napoli sono alcune tra le città in cui si sono verificati casi di abusi e maltrattamenti ai danni di bambini degli asili nido e della scuola dell’infanzia.
La scuola rappresenta il luogo formativo fondamentale della persona, una delle principali agenzie educative, ecco perché la nuova proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati, che prevede l’installazione di sistemi di videosorveglianza nelle scuole frequentate dai bambini compresi tra 0-6 anni e nelle strutture sanitarie che ospitano anziani in difficoltà, non vuole certo essere una manifestazione di mancanza di fiducia verso una categoria – quella degli insegnanti – che annovera figure di educatori eccellenti, ma uno strumento per allontanare chi non è adeguato a ricoprire tale ruolo.
Va da sé che in soggetti così piccoli e indifesi, ciò che non vien fuori con le parole, vien fuori dagli atteggiamenti e dai comportamenti una volta tornati a casa. E infatti, nella maggior parte dei casi, a denunciare sono i genitori.

Telecamere a scuola: il dibattito è aperto

Il tema della videosorveglianza nelle scuole frequentate da bambini di 0-6 anni d’età è un problema che divide gli Italiani e il dibattito è più che mai aperto: è giusto installare le telecamere, così da poter rilevare immediatamente eventuali casi di abuso sapendo, però, che ciò potrebbe significare anche violare la privacy di insegnanti e alunni?
Eppure, su Facebook, per esempio, è partita la campagna #sialletelecamere, il cui gruppo conta ormai 50.000 utenti. Si tratta, in genere, di genitori, preoccupati anche dal fatto che abusi fisici e maltrattamenti psicologici spesso generano nel bambino di oggi, e nell’adulto di domani, problemi di autostima e non solo.
Ancora, recentemente e in pochissimi giorni sono state raccolte 5.000 firme con la petizione nazionale “Telecamere obbligatorie negli asili e nelle scuole materne” lanciata su Change.org.
Già l’Osservatorio sui diritti dei minori ha rivelato di ricevere segnalazioni quasi quotidiane di maltrattamenti su bambini, ma non sempre ad esse seguono denunce all’autorità giudiziaria, spesso a causa della paura da parte dei genitori che i figli vengano “presi di mira”.
Ciò che viene richiesto oggi da più parti è il rafforzamento del corpo ispettivo, il solo che possa evitare che alcuni soggetti pericolosi continuino a lavorare con esseri indifesi, come auspicato anche dal sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio.
Come già sottolineato in tempi recenti dalla senatrice Francesca Puglisi, già promotrice del disegno di legge 1260

La qualità degli asili e la correttezza del comportamento di chi ha in custodia i bambini devono essere sottoposte a controlli rigorosi, sia che si tratti di asili gestiti direttamente dal Comune sia di asili convenzionati sia di asili privati (…) perché non è detto che siano i privati quelli che più facilmente incorrono in errori: chiunque gestisce una struttura deve garantire serietà e rigore di comportamenti.

Non bisogna pensare che gli episodi di maltrattamento avvengano, dunque, solo nelle strutture private. Generalmente, i controlli su maestri ed educatori di asili nido e scuole dell’infanzia sono discontinui e differenziati, in base a quanto viene deciso a livello comunale dalle singole amministrazioni o lasciati alla decisione degli ordinamenti regionali.
E, così, laddove alcune regioni, come Toscana ed Emilia Romagna, hanno emanato leggi che prevedono un coordinamento pedagogico e regole severe per la supervisione dei bambini, in altre regioni – come Campania, Sicilia e Calabria, ma anche Piemonte – tali leggi non esistono. E uno dei principi cardine della nuova legge sarà proprio il coordinamento pedagogico, formula già introdotta da anni con successo in alcuni asili della Toscana e dell’Emilia, per l’appunto.

Analisi del disegno di legge

Soffermiamoci, ora, sulle novità che il disegno di legge presentato alla Camera dei Deputati apporterà in merito a questo tema così scottante ma, purtroppo, così urgente.

Testo unificato delle proposte di legge adottato come testo base”.
Misure per prevenire e contrastare i reati in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia e delle persone ospitate nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie per anziani e disabili

Il Testo unificato consta di 5 articoli. Vediamoli da vicino.

Art. 1 – Finalità

La presente legge ha la finalità di prevenire e contrastare i reati in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia e delle persone ospitate nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie per anziani e disabili, a carattere residenziale o semiresidenziale, nonché di favorire la raccolta di dati utilizzabili a fini probatori in sede di accertamento di tali reati.

Grazie alla nuova legge i tempi saranno ridotti al minimo indispensabile: laddove scatti la denuncia da parte di un genitore, immediatamente la magistratura visionerà le immagini e partiranno le indagini e i provvedimenti del caso. In ogni caso, il personale scolastico non ha accesso alle immagini riprese dalle telecamere.

Art. 2 – Delega al Governo in materia di formazione del personale degli asili nido, delle scuole dell’infanzia e delle strutture sanitarie e socio-sanitarie per anziani e disabili

Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un decreto legislativo in materia di valutazione attitudinale nell’accesso alla professioni educative e di cura, nonché di formazione iniziale e permanente del personale delle strutture di cui all’articolo 1” (…).

Nella legge sulla Buona Scuola sono già stabilite le norme relative ai nuovi sistemi di formazione per gli insegnanti.
Una volta approvata la proposta di legge in oggetto, ci saranno delle novità: chiunque operi nelle scuole o nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie dovrà essere in possesso di adeguati requisiti di idoneità psico-attitudinale da verificarsi tramite la somministrazione di test.
Si rendono, pertanto, necessari percorsi di formazione professionale del personale scolastico e degli operatori, non trascurando il coinvolgimento delle famiglie e degli Enti territoriali e ciò anche e soprattutto per verificare la predisposizione dei docenti a svolgere il loro ruolo in modo adeguato.
Ecco perché si rende fondamentale verificare la “tenuta emotiva” per i docenti, la formazione continua in servizio, un adeguato coordinamento pedagogico, ovvero uno staff che supervisioni maestri ed educatori e verifichi la loro capacità di badare ai bambini e prendersene cura.

Art. 3 – Utilizzo di sistemi di videosorveglianza negli asili nido, nelle scuole dell’infanzia e nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie per anziani e disabili.

Eccoci al punto cruciale del disegno di legge.
Viene qui precisato che le immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso verranno cifrate al momento dell’acquisizione delle stesse all’interno delle telecamere, tramite “un sistema a doppia chiave asimmetrica”.
Le immagini, naturalmente, saranno protette dalla visualizzazione da parte di terzi.

L’accesso alle registrazioni dei sistemi (…) è consentito solo al pubblico ministero e, su sua delega, alla polizia giudiziaria, per lo svolgimento di indagini su reati in danno dei minori

o delle persone ospiti delle strutture socio-sanitarie. In ogni caso, sarà necessario l’assenso dei Sindacati.
L’utilizzo di sistemi di videosorveglianza vuole essere uno strumento di aiuto alle indagini di fronte alla denuncia di casi di abuso e maltrattamento; insomma, più che di controllo, vuole essere uno strumento di tutela.
Dal 2009 ad oggi, in Italia, sono circa una decina di casi all’anno quelli venuti alla luce e denunciati ma, come risulta dai fascicoli aperti dalle varie Procure, i numeri sembrano essere tristemente più alti. E quando pure si arriva in sede di processo, capita che non tutti i casi di abusi e maltrattamenti si risolvano con condanne giuste ed esemplari. Le riprese audiovisive, oltre a fornire elementi utili alle indagini, si rivelano fondamentali proprio in sede processuale.
Che il problema dei maltrattamenti sui minori in ambito scolastico esista e che non può essere né banalizzato né sottovalutato è stato riconosciuto ormai anche dal Garante della privacy, inizialmente scettico e contrario al disegno di legge (ricordiamo che nel maggio 2013 il Garante della privacy bocciò l’uso indiscriminato delle telecamere negli asili nido) e dal Garante per l’infanzia che subito aveva dato parere positivo all’installazione delle videocamere.
Al Garante della privacy  sarà dato il compito di specificare adempimenti e prescrizioni da applicare relativamente all’installazione dei sistemi di videosorveglianza entro 60 giorni dall’adozione della legge.

Art. 4 – Monitoraggio e relazione al Parlamento

Il Governo trasmette alle Camere, entro il 31 marzo di ogni anno, una relazione in ordine all’attuazione della presente legge, nella quale si dà conto anche dei dati rilevati dal Ministero della giustizia e dal Ministero dell’interno, nell’ambito delle rispettive competenze, in ordine all’andamento nell’anno di riferimento dei reati commessi in danno dei minori e delle persone ospitate nelle strutture di cui all’articolo 1, nonché dei relativi procedimenti giudiziari.

Ogni 31 marzo il Governo trasmetterà alle Camere una relazione in cui saranno riportati i reati a danno dei minori o degli ospiti presso strutture socio-sanitarie e case di cura.

Art. 5 – Clausola di neutralità finanziaria

Le amministrazioni pubbliche interessate provvedono all’attuazione della presente legge nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

La legge non prevede costi di attuazione, ciò significa che per la finanza pubblica non sono previste spese aggiuntive. Ma questo articolo potrebbe essere suscettibile a cambiamenti una volta che la proposta di legge verrà approvata in commissione, dove i deputati firmatari chiederanno, in ogni caso, che venga stabilito un fondo di almeno 5 milioni l’anno per tre anni per le spese iniziali.