tFA sostegno l'autonomia scolastica

Cosa studiare per il TFA sostegno: l’autonomia scolastica per la prova preselettiva

Nell’ambito dei contenuti da studiare per il TFA sostegno didattico 2023, un argomento imprescindibile è senz’altro l’autonomia scolastica. Dall’analisi di centinaia di prove ufficiali, che ogni anno la nostra Redazione effettua per l’aggiornamento dei manuali e degli eserciziari finalizzati alla preparazione delle prove selettive del TFA, si evince chiaramente che l’argomento è sempre presente nella sezione dedicata alla legislazione scolastica.

Cerchiamo di sintetizzare in questo articolo e con l’aiuto di una mappa concettuale, gli elementi principali dell’autonomia scolastica, i suoi fondamenti normativi e le successive modifiche legislative. Proponiamo, inoltre, una serie di quesiti tratti dalle prove ufficiali per mostrare come queste conoscenze sono richieste in sede d’esame.

L’autonomia scolastica nella legge n.59/1997

Il fondamento dell’autonomia scolastica è rappresentato dalla legge n. 59/1997, nota come “legge Bassanini”, dal nome del ministro proponente. Nel quadro di una più ampia riforma della pubblica amministrazione, la legge Bassanini attribuiva autonomia alle istituzioni scolastiche ma rinviava ad appositi regolamenti la disciplina attuativa di tale principio.

Il regolamento sull’autonomia delle istituzioni scolastiche D.P.R 8 marzo 1999, n.275

L’effettiva attuazione operativa arrivò due anni dopo con il D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275, “Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell’art. 21 della legge 59/1997”.

L’art. 1 di tale provvedimento dichiara che:

  • l’autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale
  • si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana
  • tali interventi sono adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche degli alunni
  • il fine è di garantire loro il “successo formativo”

Il Regolamento (tutt’ora vigente) detta la disciplina generale dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, in particolare per quanto concerne:

  • l’offerta formativa
  • l’autonomia didattica
  • l’autonomia organizzativa
  • l’autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo
  • l’autonomia di associarsi in rete

In base all’art. 3 del D.P.R n 275/1999, il piano dell’offerta formativa è il documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed “esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell’ambito della loro autonomia”.

Nella realtà sociale di un dato territorio la scuola autonoma è l’istituzione che dà risposta alle aspettative di istruzione e di formazione della comunità locale. L’autonomia si esplica all’interno delle norme generali che assicurano il carattere unitario del sistema pubblico di istruzione. Ne deriva che “il piano dell’offerta formativa è coerente con gli obiettivi generali ed educativi dei diversi tipi e indirizzi di studi determinati a livello nazionale […] e riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell’offerta formativa” (art. 3, c. 2).

L’adozione del POF divenne obbligatoria a decorrere dal 1° settembre 2000. Il riconoscimento costituzionale dell’autonomia delle istituzioni scolastiche giunge due anni più tardi con la legge costituzionale 3/2001 che ha modificato l’art. 117 della Costituzione.

La rivisitazione del POF nella legge n.107/2015

La legge n. 107/2015 (cosiddetta “Buona Scuola”) si è proposta di dare piena attuazione all’autonomia delle istituzioni scolastiche. Le finalità del rilancio dell’autonomia sono enunciate già dall’art. 1:

  • affermare il ruolo centrale della scuola nella società della conoscenza
  • innalzare i livelli di istruzione e le competenze delle studentesse e degli studenti, rispettandone i tempi e gli stili di apprendimento
  • contrastare le diseguaglianze socio-culturali e territoriali, prevenire e recuperare l’abbandono e la dispersione scolastica, in coerenza con il profilo educativo, culturale e professionale dei diversi gradi di istruzione
  • realizzare una scuola aperta, quale laboratorio di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica, di partecipazione e di educazione alla cittadinanza attiva (il documento “Indicazioni nazionali e nuovi scenari”, del febbraio 2018, rivisita e ripropone le Indicazioni nazionali del curricolo del 2012 alla luce dell’educazione alla cittadinanza e alla sostenibilità)
  • garantire il diritto allo studio, le pari opportunità di successo formativo e di istruzione permanente dei cittadini. La maggiore complessità della progettazione formativa, unita all’esigenza di dare un minimo di stabilità all’organico funzionale della scuola, ha indotto il legislatore ad ampliare l’orizzonte temporale del POF, portandolo a tre anni. Ne è conseguita la riscrittura dell’art. 3 “Piano dell’offerta formativa” del D.P.R. n. 275/1999, operata con il comma 14 della L. 107/2015. Dal nuovo testo traspare la scelta dello sviluppo nella continuità. Il Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF) va predisposto entro il mese di ottobre dell’anno scolastico precedente il triennio di riferimento. Esso contiene anche la programmazione delle attività formative rivolte al personale docente e ATA, nonché la definizione delle risorse occorrenti in base alla quantificazione disposta per le istituzioni scolastiche. Il Piano può essere rivisto annualmente entro il mese di ottobre (comma 12).

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Mettiti alla prova

Dopo aver letto l’articolo e fissato i concetti con la mappa concettuale, verifica il tuo apprendimento con alcune domande ufficiali, tratte da prove realmente somministrate ai candidati nella fase preselettiva dell’ammissione al TFA sostegno.

  • Il regolamento recante le norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche è stato emanato con Decreto del Presidente della Repubblica numero:

A) 104 del 1992

B) 275 del 1999

C) 104 del 2000

D) 170 del 2004

E) 89 del 2009

  • Quali sono le modalità di autonomia delle scuole individuate dal Regolamento dell’autonomia scolastica?

A) Didattica, organizzativa e amministrativa

B) Didattica, organizzativa, amministrativa e finanziaria

C) Didattica, sia per le attività curricolari sia per le attività extracurricolari

D) Didattica, organizzativa, di ricerca, sperimentazione e sviluppo

E) Organizzativa, amministrativa e finanziaria

  • L’autonomia delle istituzioni scolastiche è finalizzata a:

A) decentrare le funzioni amministrative del Ministero della pubblica istruzione

B) raccordare i percorsi dell’istruzione e della formazione con le esigenze del territorio

C) valorizzare i profili professionali del personale scolastico

D) consentire il passaggio dai programmi ministeriali alle indicazioni nazionali

E) definire e realizzare l’offerta formativa delle istituzioni scolastiche

  • Quale legge ha introdotto l’autonomia delle Istituzioni Scolastiche nella legislazione italiana?

A) La L. n. 30/2000, Art. 1

B) Il DPR n. 89/2009

C) La L. n. 59/1997, Art. 21

D) La L. n. 53/2003, Art. 1

E) Il DPR n. 275/1999

In base al “Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche” la libertà progettuale di cui godono le scuole, coerentemente con gli obiettivi dei diversi indirizzi di studio, è espressione dell’autonomia:

A) di sperimentazione

B) di ricerca

C) di sviluppo

D) didattica

E) organizzativa

  • L’autonomia delle istituzioni scolastiche:

A) si sostanzia, tra l’altro, nella realizzazione di interventi di formazione e istruzione

B) si sostanzia, tra l’altro, nella progettazione di interventi di educazione

C) è garanzia di pluralismo culturale

D) è garanzia di libertà di insegnamento

E) Tutte le risposte proposte sono corrette

  • La cura della formazione e dell’aggiornamento culturale e professionale del personale scolastico rientra nell’autonomia:

A) organizzativa delle scuole

B) didattica delle scuole

C) amministrativa delle scuole

D) di ricerca, sperimentazione e sviluppo delle scuole

E) procedurale delle scuole

  • In base al regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, le istituzioni stesse:

A) esercitano l’autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo

B) devono attenersi strettamente ai protocolli didattici, disciplinari e metodologici delineati dal

ministro dell’Istruzione, della Ricerca e dell’Università

C) sono tenute a svolgere progetti relativi alle radici culturali nazionali o regionali

D) non tengono conto del contesto culturale, sociale ed economico delle realtà locali

E) non possono introdurre modifiche curricolari

  • Quale dei seguenti NON è uno degli scopi a cui sono mirati gli interventi di educazione, formazione e istruzione nei quali si sostanzia l’autonomia delle istituzioni scolastiche?

A) Salvaguardare l’indipendenza della scuola da ogni ingerenza esterna, in modo da selezionare e privilegiare gli studenti più meritevoli

B) Sviluppare la persona umana, in modo adeguato ai diversi contesti

C) Recepire la domanda delle famiglie

D) Garantire il successo formativo degli alunni

E) Migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento

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