IX ciclo TFA

TFA IX ciclo : quello che dobbiamo sapere se vogliamo diventare insegnanti di sostegno

Mentre in alcuni atenei italiani si stanno ancora svolgendo le prove per l’ammissione all’VIII ciclo del Tirocinio Formativo Attivo in attività di sostegno didattico, in tanti cominciano a porre domande sul TFA IX ciclo.

Ci sarà? Quali requisiti saranno necessari per accedere? Quanti posti verranno messi a bando? Vale la pena cominciare a prepararsi? Cosa studiare e come?

Un bel po’ di legittime domande da porsi, prima di investire tempo e denaro nella preparazione. Vediamo allora insieme di trovare qualche risposta!

Ci sarà il TFA IX ciclo?

È la domanda più diffusa e anche quella sulla quale, al momento, non abbiamo documenti ufficiali ai quali fare riferimento. Possiamo però fare qualche riflessione basata su alcuni elementi certi che caratterizzano la situazione dell’insegnamento di sostegno nelle scuole, la formazione dei docenti, la riforma del reclutamento degli insegnanti attualmente in atto, la programmazione dei posti disponibili.

L’elevata richiesta di insegnanti di sostegno

Il primo elemento su cui dobbiamo soffermarci è l’elevata richiesta di insegnanti di sostegno da parte delle scuole: come possiamo leggere nel Report Istat L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, nell’anno scolastico 2021-2022 sono stati impiegati nelle scuola italiane – sia statali che paritarie – 207mila insegnanti di sostegno, circa 16mila in più dell’anno precedente con un rapporto alunno-insegnante di 1,5 studenti per ogni docente di sostegno, “più favorevole di quello previsto dalla L. 244/2007 che raccomanda un valore pari a 2”.

Dai numeri potrebbe, quindi, sembrare che tutto stia andando nella direzione giusta e che la scuola italiana abbia trovato adeguata risposta alla sua esigenza di insegnanti per il sostegno. E invece c’è un altro dato sul quale dobbiamo soffermarci: il 32% di questi insegnanti – cioè 70.000 docenti – sono privi di una formazione specifica e sono stati selezionati dalle graduatorie curricolari, alle quali le istituzioni scolastiche sono state costrette ad attingere, come ogni anno, per far fronte alla carenza di figure specializzate. Tale situazione, più accentuata nelle regioni settentrionali, dove la percentuale di docenti non specializzati su cattedra di sostegno sale al 42%, ci dà dunque una certezza: c’è un concreto e noto bisogno di insegnanti specializzati in sostegno.

La necessità di un corso di specializzazione in sostegno

Arriviamo così al secondo elemento su cui riflettere: la formazione degli insegnanti di sostegno. Dal 2010, anno in cui è stato istituito (D.M. 249/2010), a oggi, il Tirocinio Formativo Attivo in attività di sostegno didattico è il corso di specializzazione al quale è affidata la formazione degli insegnanti di sostegno. Si tratta di un corso a pagamento e a numero chiuso che il Ministero ha affidato agli Atenei su tutto il territorio nazionale, finalizzato a fornire agli insegnanti quelle competenze necessarie per lavorare a stretto contatto con le classi in ottica inclusiva e confrontarsi con una ampissima varietà di situazioni possibili, tra cui non poche con significative criticità.

Tali competenze devono dunque affondare le proprie radici in un solido terreno di conoscenze teoriche e pratiche in ambito di pedagogia, psicologia, sociologia, didattica, didattica speciale, neuroscienze, intelligenza emotiva, creatività, al fine di poter formare docenti in grado di offrire un supporto agli studenti, ma anche di porsi come riferimento dei colleghi nella definizione di strategie volte a rendere l’esperienza scolastica un’occasione di pieno sviluppo per tutti e per ciascuno.

Il TFA è dunque un corso altamente professionalizzante che, per tale ragione, è indispensabile al fine di formare docenti in grado di fronteggiare le numerose e non facili sfide dell’inclusività e dell’apprendimento nella società complessa in cui viviamo. Proprio per questo, l’eventuale soppressione di una specializzazione in sostegno, che nell’ultimo decennio ha immesso nella scuola italiana centinaia di migliaia di insegnanti formati per affrontare un compito per nulla semplice, va in contrasto con le esigenze stesse della scuola pubblica, di cui il Ministero è ben consapevole.

Il nuovo reclutamento insegnanti nel PNRR

Di tale consapevolezza, infatti, possiamo trovare una conferma – sebbene indiretta – nel nuovo sistema di reclutamento docenti previsto dal D.L. 36/2022 dove, all’art. 44, che modifica l’art. 5 del D.Lgs. 59/2017, sono indicate le nuove norme per la Formazione iniziale e continua dei docenti delle scuole secondarie. In questo documento, i percorsi di specializzazione in attività di sostegno didattico non sono mai coinvolti nei cambiamenti che saranno a breve attuati e, anzi, sono espressamente citati nel nuovo comma 3 del D.Lgs. 59/2017, dove è specificato che:

Costituisce titolo per la partecipazione al concorso, relativamente ai posti di sostegno, il superamento dei percorsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità.

Nessuna indicazione dunque su eventuali modifiche da apportare al sistema di formazione degli insegnanti di sostegno, il che ci dà conferma che, tra i cambiamenti in atto nel sistema scuola, non ne sono, almeno nell’immediato, previsti di specifici per il TFA.

La programmazione triennale dei posti disponibili

Ma c’è anche un altro elemento certo sul quale possiamo fare affidamento per rassicurarci sul fatto che il TFA IX ciclo si terrà, ed è la programmazione triennale dei posti disponibili. Il D.M. 249/2010, che ha istituito il TFA, infatti, all’art. 5, stabilisce che:

1. Il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca definisce annualmente con proprio decreto la programmazione degli accessi ai percorsi di cui agli articoli 3 e 13.

2. Il numero complessivo dei posti annualmente disponibili per l’accesso ai percorsi è determinato sulla base della programmazione regionale degli organici e del conseguente fabbisogno di personale docente nelle scuole statali[…] previo parere del ministero dell’economia e delle finanze e del ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione, maggiorato nel limite del 30% in relazione al fabbisogno dell’intero sistema nazionale di istruzione, e tenendo conto dell’offerta formativa degli atenei e degli istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica.

Ciò significa che ogni tre anni, il Ministero dell’economia e delle finanze e il Ministero della pubblica amministrazione, con delle Note apposite, autorizzano un numero di posti per il sostegno che vale per tutto il triennio e del quale il Ministero dell’istruzione deve tener conto nella programmazione annuale fatta per ciascun ciclo.

La programmazione attualmente in vigore (Nota 7585 del 7.6.2021 e Nota 7988 del 17.6.2021) fa riferimento al triennio 2021/2022 (VII ciclo)-2022/2023 (VIII ciclo)-2023-2024 (IX ciclo). Tenendo, quindi conto del fatto che, per il VII ciclo sono stati banditi 25.874 posti e per l’VIII 29.061, rettificati con nota del 6 giugno 2023 a 28.986, per un totale di 54.860, ne restano ancora 35.140 che il Ministero dell’Istruzione potrà destinare al TFA IX ciclo.

I consigli di Edises per prepararsi al TFA IX ciclo: verificate i requisiti e cominciate a studiare!

Ed ecco allora che, come ogni settembre, in tanti cominciate a pensare di provare per il prossimo anno e vi industriate per reperire informazioni attendibili al fine di investire bene il vostro tempo e il vostro denaro nella preparazione.

Noi della redazione Edises allora, anche per rispondere alle domande che ci ponete sul nostro gruppo telegram dedicato al TFA sostegno didattico, abbiamo pensato di darvi alcuni consigli basati sull’esperienza maturata negli oltre dieci anni in cui abbiamo realizzato libri e strumenti per sostenere chi ha deciso di provare il concorso di ammissione al TFA.

Accertatevi che il vostro piano di studi vi dia accesso ad almeno una classe di concorso!

Il primo consiglio riguarda i requisiti per l’accesso. Questi sono sempre resi noti nel decreto con il quale, annualmente, il Ministero autorizza l’avvio del nuovo ciclo, dove, insieme al numero di posti disponibili e alle date in cui si svolgeranno le prove preselettive, vengono indicate anche le normative di riferimento che stabiliscono i requisiti necessari per l’accesso.

Negli ultimi due cicli attivati – VII e VIII – la normativa di riferimento per i requisiti è stata il D.M. 92/2019 come modificato dal D.M. 90/2020, che rimanda all’art. 5, comma 1 del D.Lgs. 59/2017Riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria per renderlo funzionale alla valorizzazione sociale e culturale della professione – cioè proprio quello che è stato modificato dal D.L. 36/2022.

Mentre aspettiamo il decreto ministeriale che autorizzerà il nuovo ciclo, allora, è facile ipotizzare, che ci saranno dei cambiamenti anche nei requisiti di accesso al TFA, in particolare quelli in merito ai famosi CFU – Crediti Formativi Universitari – di cui tanto si dibatte, per i quali, l’VIII ciclo, ha fatto riferimento all’art. 18 bis del D.Lgs. 59/2017 Norme transitorie per l’accesso al concorso e per l’immissione in ruolo, che consentiva la partecipazione ai concorsi (anche il TFA) senza abilitazione se in possesso dei 24 CFU conseguiti entro il 31 ottobre 2022.

Tuttavia, ancor prima di soffermarsi sui CFU da aggiungere, il primo passo che vi consigliamo di compiere se siete già laureati è di verificare che il vostro piano di studi comprenda già tutti i crediti formativi per accedere alla classe di concorso relativa al vostro titolo. Se infatti nel vostro piano di studi dovessero mancarne alcuni, la prima cosa da fare è integrarli.

Per compiere una prima valutazione potete voi stessi consultare la Tabella A e la Tabella A/1 del D.P.R. 19/2016, come modificate dal D.P.R. 259/2017, Regolamento recante disposizioni per la razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso a cattedre e a posti di insegnamento, il quale costituisce il riferimento normativo in vigore, tuttavia, nel caso aveste ancora dubbi, il nostro consiglio è di rivolgervi o all’università presso la quale vi siete laureati o a un sindacato di fiducia, in quanto sapranno darvi risposte calibrate sul vostro caso particolare.

In generale, per tutti gli aspetti relativi ai requisiti, va bene cercare di comprendere in autonomia consultando la normativa di riferimento, altrettanto utile può essere confrontarsi con i colleghi su questi aspetti, ma ancora meglio è rivolgersi a un soggetto qualificato che possa darvi risposte certe e personalizzate. Tra questi, a nostro avviso, i sindacati specializzati in materia scolastica sono senz’altro gli interlocutori da preferire.

Il TFA è a numero chiuso: cominciate a studiare!

Come abbiamo visto sopra, l’accesso al TFA è sempre stato a numero chiuso, un numero stabilito annualmente dal Ministero dell’Istruzione “considerata la carenza diffusa di docenti specializzati per le attività di sostegno didattico” e tenendo conto della programmazione triennale approvata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dal Ministero della Pubblica Amministrazione.

Il numero esatto di posti messi a bando per il IX ciclo lo sapremo quando verrà emanato il decreto ministeriale che ne autorizzerà l’avvio, ma di certo sappiamo che è chiuso, che c’è sempre stato e, essendo finalizzato anche a non creare uno squilibrio tra la domanda delle scuole e l’offerta di insegnanti, sempre dovrà esserci. Pertanto, se siamo interessati al corso di specializzazione in sostegno dobbiamo prepararci ad affrontare il concorso di ammissione anche per il TFA IX ciclo.

Con altrettanta certezza sappiamo quali sono le competenze richieste al docente di sostegno, ovvero quelle indicate nell’Allegato C al Decreto Ministeriale del 30 settembre 2011, in cui è specificato il programma ufficiale di riferimento per l’ammissione agli otto cicli di TFA finora attivati, e cioè: competenze in ambito sociopsicopedagogico, competenze in ambito di empatia e intelligenza emotiva, competenze in ambito di creatività e pensiero divergente, competenze di governance e normativa scolastica.

A tal proposito, per darvi un’idea più precisa di quali sono i contenuti da studiare e di com’è organizzata la proposta editoriale di Edises per l’ammissione al TFA sostegno didattico, abbiamo realizzato una videorubrica in 5 puntate che potete guardare gratuitamente sul nostro canale youtube.

Il programma è vasto e ha molti argomenti estremamente specifici, richiede dunque un tempo di studio adeguato, soprattutto se le competenze che già abbiamo in queste aree non sono tante e approcciamo per la prima volta i contenuti che vi rientrano. Il nostro secondo consiglio, allora, è quello di cominciare a studiare prima possibile.

Le risorse di studio Edises per il TFA IX ciclo: dal Manuale al volume dei quiz ufficiali con schemi di sintesi

Premesso che la scelta dei materiali dipende molto dalla vostra preparazione di partenza, in generale, noi consigliamo di affrontare innanzitutto uno studio organico dei contenuti sul Manuale specifico per l’ordine e il grado di scuola per il quale concorrete, in modo da poter comprendere e apprendere significativamente i concetti chiave che vi serviranno sia per rispondere alle domande a opzioni chiuse della preselettiva sia per argomentare le risposte alle domande aperte della prova scritta e di quella orale.

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Contestualmente, consigliamo di associare al Manuale il volume La preselezione del TFA. 2500 quiz ufficiali con schede e schemi di sintesi, ultimo nato della nostra proposta editoriale per il TFA, su cui potrete esercitarvi a ragionare sulle domande effettivamente proposte dagli Atenei nei cicli precedenti e, allo stesso tempo, ripassare, consolidare, ampliare e rielaborare i concetti chiave dei principali argomenti richiesti.

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La proposta editoriale di Edises per il TFA sostegno didattico non si limita ai volumi, ma si articola in una serie di servizi pensati per sostenervi nella preparazione al TFA con il supporto di un editore che opera nell’ambito dell’ammissione al TFA da più di un decennio. Ecco perché:

  • con l’acquisto dei nostri volumi, avrete in omaggio l’accesso a un’area web riservata in cui trovare aggiornamenti e approfondimenti e strumenti come i nostri simulatori, con cui ripassare i contenuti ed esercitarsi per la prova preselettiva;
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