L’attuale prospettiva dell’inclusione scolastica sta sollecitando tutti i Paesi ad interrogarsi sulle modalità più opportune per eliminare le barriere culturali, professionali e ambientali che impediscono a tutti gli studenti, in particolare a quelli con bisogni educativi speciali, di raggiungere e sviluppare le competenze necessarie per la partecipazione alla vita sociale.
È noto infatti che, ad oggi, nei Paesi dell’area OCSE, almeno uno studente su cinque non raggiunge il livello di istruzione necessario all’inserimento nel mondo del lavoro e, di conseguenza, è a grande rischio di esclusione. In Italia sono circa 700 mila i ragazzi che lasciano la scuola prima del completamento del corso di studi, un dato che ci pone in fondo alla classifica europea dell’abbandono scolastico. Una situazione problematica che impone una riflessione sulla necessità e sull’importanza di mettere al centro del dibattito politico la scuola e le sue problematiche attuali.
Gli argomenti dell'articolo
Gli insegnanti come agenti di cambiamento
I più recenti orientamenti nelle politiche scolastiche a livello mondiale puntano sugli insegnanti come agenti di cambiamento, in grado di modellare e personalizzare il curriculum scolastico, apportando un contributo essenziale e decisivo nel miglioramento della qualità dell’istruzione e della formazione per tutti.
La crescita professionale dei docenti e il bisogno di condividere gli itinerari da perseguire sono i temi portanti del volume Lo sviluppo professionale dei docenti. Ragionare di agentività per una scuola inclusiva, nel quale Maurizio Sibilio e Paola Aiello, docenti di “Didattica e pedagogia speciale” presso l’Università di Salerno, hanno raccolto gli atti dell’International Ph.D. Workshop “Educational Research and Teachers’ Professional Development” e dell’International Symposium “Teacher Agency for Inclusive Education: An Interdisciplinary Perspective”, tenutisi presso l’Università di Salerno il 6 e il 7 luglio del 2017.
Ai due eventi hanno partecipato autorevoli studiosi, italiani e stranieri, che hanno proposto prospettive di analisi innovative e tracciato nuovi scenari di azione, considerando alcune dimensioni cruciali della professionalità docente in un momento di riorganizzazione del sistema scolastico italiano, alla luce della Legge n. 107 del 13 luglio 2015 e dei Decreti applicativi ad essa relativi.
Filo conduttore delle giornate di studio è stato il concetto di agentività (agency nella traduzione inglese), intesa nei termini di autodeterminazione e autorealizzazione del docente in vista del raggiungimento degli obiettivi cercati, un agire in cui si intrecciano capacità di giudizio e di discrezionalità delle scelte nel perseguire l’intenzionalità di un progetto educativo.
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[edisesfile formtype=”pdf” url=”https://blog.edises.it/wp-content/uploads/2018/07/Agentività.pdf” title=”Scarica presentazione e primo capitolo del volume” description=”Inserisci un indirizzo mail valido” buttontxt=”conferma” buttonlink=”” value=”sviluppo professionale docenti” activity=”scarica pdf” ]Teacher agency e inclusione
Nei contributi raccolti nel volume ci si sofferma a ragionare di teacher agency per evidenziare il gioco delle mutue influenze tra culture, strutture e agire dei soggetti coinvolti nei processi formativi ed educativi.
Partendo dalla considerazione che gli insegnanti siano gli attori indiscussi del processo di cambiamento, in quanto professionisti della riflessione, del giudizio e dell’azione, condividendo una prospettiva di senso avvertita a livello internazionale, è apparso lecito chiedersi come sostenere i docenti dal punto di vista metodologico e della ricerca affinché possano pienamente “agire la loro agentività” e perché essa possa costituire una risorsa per la formazione di studenti più capaci di esprimersi in maniera autonoma, critica e responsabilmente orientata.
Non solo trasmissione di conoscenze
Oggigiorno è dunque necessario un continuo e costante aggiornamento delle proprie competenze per fronteggiare le differenti situazioni nell’ambito delle quali si interagisce e per riadattarsi ad esse.
Non basta “trasmettere” conoscenze, ma bisogna “agire”, accompagnando gli allievi lungo i sentieri formativi in vista di un apprendimento che consenta loro di navigare in una realtà incerta e imprevedibile; un apprendimento che “conduca fuori” la consapevolezza del proprio essere e la responsabilità delle proprie azioni, che duri lungo tutto l’arco della vita, che dia a tutti la possibilità di avere il controllo delle proprie scelte, pur sempre imperfette, ma senza lasciare indietro nessuno. Per approfondire questi temi consulta i volumi della collana La Pedagogia
Come prepararsi al TFA
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