Una scuola che intenda seriamente impegnarsi nella difficile sfida dell’integrazione e dell’inclusione deve essere in grado di accettare e accogliere ogni suo allievo nel modo migliore, fornendo risposte soddisfacenti ai bisogni educativi speciali e specifici di cui ciascuno è portatore. È questa la sfida per chi vuole diventare insegnante oggi e domani.
La “scuola dell’inclusione” deve dunque dotarsi di professionalità altamente qualificate, abilitate alla costruzione di piani educativi personalizzati per allievi portatori di disabilità o appartenenti a categorie sociali disagiate e deve essere in grado di dialogare con medici, psichiatri e specialisti della riabilitazione, promuovendo percorsi educativi e riabilitativi in ottica multidisciplinare e plurispecialistica.
In questo contesto il ruolo del docente di sostegno, professionista nel gestire la diversità, è indispensabile. La scuola ha il compito di “prendere in carico” gli alunni diversamente abili, dall’osservazione iniziale fino all’attuazione di modalità operative per realizzare il percorso didattico.
Per garantire il diritto all’apprendimento a tutti gli alunni, anche a quelli che presentano bisogni educativi speciali occorre un particolare impegno da parte dei docenti in relazione agli stili educativi, alla trasmissione-elaborazione dei saperi, ai metodi di lavoro, alle strategie di organizzazione delle attività in aula.
Su questi temi verteranno infatti le prove selettive del prossimo concorso a cattedra, che porterà ad un potenziamento di organico di ben 6.101 posti.
Il docente di sostegno svolge un ruolo complesso per il cui esercizio sono richieste vastissime competenze socio-psico-pedagogiche correlate allo sviluppo delle abilità cognitive, sociali, psichiche nonché le tecniche didattiche utili alla rimozione degli ostacoli che il deficit comporta. Ricordiamo infatti che il docente di sostegno deve:
- assistere nel processo di apprendimento gli alunni disabili, ma anche aiutare l’insegnante curricolare a lavorare meglio con loro e con la classe nel suo complesso, perché lui e il disabile non costituiscono delle entità separate rispetto al gruppo ma al contrario ne sono parti integranti.
- aiutare i colleghi a comprendere le potenzialità dell’alunno diversamente abile e rendersi egli stesso interprete della relazione tra programmazione e azione didattica individuale.
- essere preparato non tanto a rispondere alle necessità fisiologiche del disabile, quanto piuttosto essere competente nei diversi linguaggi e, nell’era del computer, nell’uso di quelle tecnologie informatiche che possano facilitare lo sviluppo relazionale e cognitivo dell’allievo.
- partecipare alla stesura del Piano educativo individualizzato assieme al consiglio di classe, perché la collegialità nell’esercizio della funzione docente è una delle principali caratteristiche della scuola di oggi, e favorire la collaborazione tra scuola, famiglia e servizi extrascolastici.
Per approfondire
Le attività di sostegno didattico nella scuola dell’infanzia e primaria. Manuale per la preparazione a tutte le prove concorsuali.
Un sintetico, ma rigoroso, compendio per la preparazione al concorso a cattedra per le attività di sostegno didattico nella Scuola dell’Infanzia e nella Scuola Primaria, con le principali conoscenze teoriche necessarie per superare tutte le fasi della selezione concorsuale.
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