revisione dei percorsi dell'istruzione professionale

Riforma degli istituti professionali: pubblicati i nuovi profili di uscita

È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il primo dei regolamenti attuativi della riforma degli istituti professionali disegnata dal D.Lgs. n. 61 del 2017. Il nuovo ordinamento degli istituti professionali, come noto, comincerà a trovare applicazione a partire dalle classi prime funzionanti nell’a.s. 2018/2019. Ora, il decreto n. 92 del 24 maggio 2018 (“Revisione dei percorsi dell’istruzione professionale nel rispetto dell’articolo 117 della Costituzione, nonché raccordo con i percorsi dell’istruzione e formazione professionale, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera d), della legge 13 luglio 2015, n. 107”) costituisce dunque un passaggio fondamentale per l’effettivo decollo della riforma dei professionali.
Il decreto 92/2018 (dando attuazione all’art. 3, commi 3 e 4 del D.Lgs. 61/2017) definisce nei suoi 9 articoli e 4 Allegati:

  • i profili di uscita degli indirizzi di studio di area generale (Allegato 1) ;
  • i profili di uscita degli 11 indirizzi di studio (Allegato 2) e i relativi risultati di apprendimento, declinati in termini di competenze, abilità e conoscenze;
  • la correlazione degli indirizzi di studio alle attività economiche referenziate ai codici delle attività economiche (ATECO) adottati dall’ISTAT ed esplicitati sino a livello di sezione e di correlate divisioni;
  • la correlazione dei profili in uscita degli indirizzi di studio ai settori economico-professionali previsti dal decreto del Ministro del lavoro del 30 giugno 2015 (così come richiesto dall’art. 3, comma 4 del D.Lgs. 61/2017)
  • l’articolazione dei quadri orari di ciascuno degli 11 indirizzi di studio (Allegato 3);
  • le correlazioni tra le qualifiche e i diplomi professionali conseguiti nell’ambito dei percorsi di istruzione e formazione professionale e gli indirizzi dei percorsi quinquennali dell’istruzione professionale anche al fine di facilitare il sistema dei passaggi tra i sistemi formativi (allegato 4).

Due appositi decreti del Ministro dell’Istruzione definiranno poi le nuove Linee guida per favorire e sostenere l’adozione del nuovo assetto didattico e organizzativo del biennio e del triennio dei nuovi percorsi di istruzione professionale: le Linee guida relative al biennio devono essere adottate entro 90 giorni dall’entrata in vigore del regolamento (art. 4 del decreto), mentre quelle relative al triennio entro ulteriori 90 giorni (180 giorni dall’entrata in vigore del regolamento). Le linee guida del triennio conterranno le indicazioni operative per la declinazione degli indirizzi di studio in percorsi formativi richiesti dal territorio e per modulare i relativi risultati di apprendimento.

Profili di uscita degli indirizzi e risultati di apprendimento

Come noto, il D.Lgs. 61/2017 supera l’impostazione attuale di due settori su quattro indirizzi e individua undici indirizzi di studio:

  1. Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane;
  2. Pesca commerciale e produzioni ittiche;
  3. Industria e artigianato per il Made in Italy;
  4. Manutenzione e assistenza tecnica;
  5. Gestione delle acque e risanamento ambientale;
  6. Servizi commerciali;
  7. Enogastronomia e ospitalità alberghiera;
  8. Servizi culturali e dello spettacolo;
  9. Servizi per la sanità e l’assistenza sociale;
  10. Arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico;
  11. Arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico.

Il decreto 92/2018 struttura gli indirizzi di studio in (art. 3):

  • attività ed insegnamenti di istruzione generale, comuni a tutti gli indirizzi, riferiti all’asse culturale dei linguaggi, dall’asse matematico e dall’asse storico sociale (allegato 1 del decreto 92/2018);
  • attività ed insegnamenti di indirizzo riferiti all’asse scientifico, tecnologico e professionale (allegato 2 del decreto 92/2018).

La definizione dei PTOF (art. 5)

Gli istituti professionali sono definiti “scuole territoriali dell’innovazione, aperte al territorio e concepite come laboratori di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica” (art. 5). Per la progettazione e gestione dei Piani triennali dell’offerta formativa, le istituzioni scolastiche possono utilizzare:

  • la quota di autonomia del 20 per cento dell’orario complessivo del biennio, nonché dell’orario complessivo del triennio, per il perseguimento degli obiettivi di apprendimento relativi al profilo di uscita di ciascun indirizzo di studio e per potenziare gli insegnamenti obbligatori;
  • gli spazi di flessibilità, in coerenza con gli indirizzi attivati e con i profili di uscita, entro il 40 per cento dell’orario complessivo previsto per il terzo, quarto e quinto anno.

Nell’utilizzo delle quote di autonomia gli istituti professionali (art. 5, comma 3):

  • possono diminuire le ore degli insegnamenti e delle attività dell’area generale, per il biennio e per ciascuna classe del triennio, non oltre il 20 per cento rispetto al monte ore previsto per ciascuno di essi;
  • devono garantire il monte ore minimo previsto dai piani orari per gli insegnamenti e le attività dell’area di indirizzo.

Gli istituti professionali possono inoltre declinare, nei PTOF, i profili degli indirizzi di studio nei percorsi formativi richiesti dal territorio, in modo coerente con le priorità indicate dalle Regioni nella propria programmazione.
Ancora, le istituzioni scolastiche possono prevedere, nei Piani triennali dell’offerta formativa, l’attivazione, in via sussidiaria, di percorsi di IeFP per il rilascio di qualifiche triennali e diplomi professionali quadriennali, previo accreditamento regionale e secondo modalità definite a livello regionale attraverso accordi tra Regione e Ufficio scolastico regionale.

Attivazione dei percorsi e personalizzazione educativa (art. 6)

I percorsi di istruzione professionale, in relazione ai profili di uscita e ai risultati di apprendimento, assumono, a partire dalle classi prime funzionanti nell’anno scolastico 2018/2019, un modello didattico improntato al principio della personalizzazione educativa volta a consentire ad ogni studentessa e ad ogni studente di rafforzare e innalzare le proprie competenze per l’apprendimento permanente, a partire da quelle chiave di cittadinanza, nonché di orientare il proprio progetto di vita e di lavoro, anche per migliori prospettive di occupabilità.
Ai fini della personalizzazione del percorso di apprendimento, entro il 31 gennaio del primo anno di frequenza, il consiglio di classe redige il progetto formativo individuale (P.F.I.) e lo aggiorna durante l’intero percorso scolastico, a partire dal bilancio personale, al fine di:

  • evidenziare i saperi e le competenze acquisite da ciascuno studente;
  • rilevare le potenzialità e le carenze riscontrate.

Il dirigente scolastico, sentito il consiglio di classe, individua i docenti tutor per sostenere gli studenti nell’attuazione e nello sviluppo del P.F.I. Il tutor deve:

  • accompagnare ciascuno studente nel processo di apprendimento personalizzato finalizzato alla progressiva maturazione delle competenze
  • favorire la circolazione continua delle informazioni sullo stato di attuazione del P.F.I. all’interno del consiglio di classe.

I percorsi didattici sono caratterizzati dalla progettazione interdisciplinare riguardante gli assi culturali; sono organizzati a partire dalle prime classi, e per tutta la durata del quinquennio, per unità di apprendimento con l’utilizzo di metodologie di tipo induttivo, attraverso esperienze laboratoriali e in contesti operativi, analisi e soluzione dei problemi relativi alle attività economiche di riferimento, il lavoro cooperativo per progetti, nonché la gestione di processi in contesti organizzati.

Le misure nazionali di sistema (art. 7)

Il passaggio al nuovo ordinamento è accompagnato da misure nazionali di sistema per l’aggiornamento dei dirigenti, dei docenti e del personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Si prevede inoltre un programma nazionale per l’informazione e l’orientamento dei giovani e delle loro famiglie sulle opportunità offerte dal nuovo ordinamento.