Anche questa settimana, in occasione della simulazione collettiva della prova preselettiva TFA che abbiamo organizzato per darvi occasione di esercitarvi in vista dell’imminente prova ufficiale, vi proponiamo in questo articolo un piccolo approfondimento su un concetto particolare che potreste trovare in una delle domande proposte dal vostro ateneo: lo stadio senso-motorio di Piaget.
Andiamo allora a vedere insieme di cosa si tratta e in che modo conoscerlo può tornarci utile non solo ai fini del superamento della prova preselettiva, ma anche nella nostra attività professionale come insegnanti.
Gli argomenti dell'articolo
La domanda
Jean Piaget e l’individuo come costruttore attivo di conoscenza
Siamo in pieno ’900, quando il biologo Jean Piaget comincia a sviluppare il proprio interesse per l’epistemologia, cioè per le origini della conoscenza, e, insieme ad Afred Binet, inizia a studiare i processi attraverso i quali i bambini conoscono il mondo, con l’intento di costruire una teoria generale della conoscenza, cioè una teoria dello sviluppo cognitivo umano.
Secondo Piaget, la conoscenza non è qualcosa di innato che, dunque, risiede già nella persona, né qualcosa che esiste già nella realtà e da cui la persona deve, in qualche modo, ricavarla, ma piuttosto il frutto di una costruzione attiva da parte dell’individuo, possibile grazie a quell’organismo biologico che è la mente.
In tale prospettiva, dunque, l’essere umano si definisce come un costruttore attivo della propria conoscenza, resa possibile dalle strutture psicologiche di cui è dotata la sua mente, strutture che, inizialmente molto semplici, diventano via via più complesse grazie all’esperienza derivante dall’interazione con l’ambiente.
Costruire la conoscenza tra funzioni invarianti e strutture varianti
Per Piaget, conoscere significa dunque agire sulla realtà per trasformarla mediante più azioni organizzate tra loro che definisce:
- schemi, quando sono delle azioni effettive;
- strutture, quando sono delle organizzazioni più evolute dell’intelligenza.
Tali schemi/strutture costituiscono gli aspetti strutturali varianti dello sviluppo cognitivo umano, poiché non restano fissi e immutabili, bensì si modificano in base alla richieste provenienti dall’ambiente con cui la persona interagisce, per rendere possibile quell’adattamento necessario a restare nella condizione di equilibrio alla quale ciascun individuo tende costantemente.
La costruzione e la modifica di questi schemi/strutture varianti sono possibili, secondo Piaget, grazie ad altri aspetti fondamentali dello sviluppo cognitivo, ovvero gli aspetti funzionali invarianti, cioè quelli che governano tutte le azioni degli individui e che non mutano le loro caratteristiche di funzionamento durante lo sviluppo della persona.
Tali aspetti funzionali sono:
- la tendenza all’organizzazione, cioè la tendenza dell’organismo a crescere in modo che le sue strutture siano sempre in armonia tra di loro
- la tendenza all’adattamento, cioè la tendenza a ristabilire sempre l’equilibrio con l’ambiente attraverso i due processi di assimilazione e accomodamento
L’adattamento tra assimilazione e accomodamento
Il processo di adattamento costituisce, nel pensiero di Piaget, un punto centrale, poiché si basa, a sua volta, su due processi che lavorano direttamente sugli aspetti strutturali varianti, ovvero sugli schemi o sulle strutture mentali, determinandone in ogni caso una modifica che può essere di tipo più conservativo o di tipo più radicale, ma, in entrambi i casi, essenziale per la costruzione della conoscenza.
Quando, infatti, la persona si trova davanti a una nuova informazione, prova, come prima cosa, a integrarla nei propri schemi o strutture mentali, mediante un processo di assimilazione. Se ci riesce, allora l’informazione è assimilata all’interno di uno schema o una struttura che vengono complessivamente conservati nella loro organizzazione. Se invece l’assimilazione della nuova informazione fallisce, si attiva il secondo processo possibile, ovvero quello di accomodamento, attraverso il quale gli stessi schemi o strutture mentali vengono modificati per adattarsi ai dati provenienti dall’esperienza.
Gli stadi dello sviluppo cognitivo
In base alle variazioni che gli schemi o le strutture mentali subiscono nel corso del tempo e dell’interazione che avviene con l’ambiente, Piaget distingue, lungo lo sviluppo cognitivo, quattro stadi, cioè delle tappe di crescita, ciascuna caratterizzata da un particolare modo di pensare il mondo e di agire su questo, secondo altrettanto particolari schemi.
Ogni stadio, dunque, è qualitativamente diverso dai precedenti e dai successivi poiché è caratterizzato da schemi differenti ed è anche internamente coerente, per quella tendenza all’organizzazione che costituisce una delle due funzioni invarianti di cui abbiamo parlato sopra.
Tali stadi, che ancora costituiscono un riferimento essenziale per chiunque si occupi di sviluppo cognitivo e la cui conoscenza può tornare di grandissimo aiuto ai professionisti dell’ambito educativo per meglio comprendere i bisogni e i comportamenti delle giovani persone con cui interagiscono, sono:
- lo stadio senso-motorio, che va dalla nascita ai 18/24 mesi
- lo stadio pre-operatorio, che va dai 2 ai 6-7 anni
- lo stadio operatorio concreto, che va dai 6-7 anni agli 11-12
- lo stadio operatorio formale, che va dagli 11-12 anni in poi
Lo stadio senso-motorio, quali comportamenti osserviamo
Lo stadio senso-motorio, dunque, è il primo che la persona attraversa nel proprio sviluppo ed è quello durante il quale la conoscenza del mondo deriva dai sensi e dall’azione diretta sugli oggetti. È questa la fase, dunque, in cui il bambino afferra gli oggetti, li porta alla bocca, li tira per terra, li scuote e tende a ripetere queste azioni quando producono effetti per lui interessanti, per esempio dei suoni o dei comportamenti di interazione da parte di altre persone.
Attraverso questa azione diretta sugli oggetti e sul proprio corpo, il bambino comincia a sviluppare la coordinazione oculo-manuale o la capacità di coordinare in sequenza due azioni per raggiungere uno scopo, per esempio, spostare un pupazzo o un cuscino per riuscire a prendere un altro oggetto che ha attirato la sua attenzione.
Nel corso di questo stadio di sviluppo il bambino comincia a crearsi una rappresentazione interna degli oggetti che, nelle primissime fasi della vita, non è presente, la quale gli consente di acquisire gradualmente la nozione di “permanenza dell’oggetto”, ovvero la capacità di comprendere che un oggetto continua a esistere anche quando è fuori dal suo campo visivo.
Questa stessa capacità di rappresentazione, che costituisce una delle principali conquiste dello stadio di sviluppo senso-motorio, permette al bambino di percepire il proprio corpo come un oggetto all’interno dello spazio che condivide con altri oggetti i quali, a loro volta, hanno una propria esistenza fisica, spaziale e temporale e sono causa di alcuni effetti sull’ambiente: per esempio, di un rumore o di un suono, come quello di un giocattolo che cade o che tintinna se scosso; di una sensazione corporea, come il peso e il calore di una coperta posata sul corpo; di una reazione da parte di una persona, come quella di raccogliere una palla che rotola.
A cosa ci serve conoscere lo stadio senso-motorio in ambito educativo
Conoscere tutto questo può tornarci molto utile in ambito educativo soprattutto quando dobbiamo progettare spazi e attività. Per esempio, sapere che in questa fase il bambino ha bisogno di essere libero di agire sull’ambiente intorno a sé e sugli oggetti che ne fanno parte, può darci una indicazione importante sulla necessità di creare intorno a lui uno spazio in cui possa muoversi in sicurezza manipolando oggetti di forma, consistenza e funzioni differenti, in cui lasciarlo libero di farli cadere, lanciarli, scuoterli.
Allo stesso tempo, sapere che in questa fase le modalità di comportamento che possiamo osservare nel bambino sono legate al suo bisogno di conoscere attraverso i sensi e il movimento, può farci notare più facilmente se ci sono comportamenti diversi, per esempio un disinteresse nei confronti degli oggetti o una scarsa tendenza a sperimentare il movimento per muoversi nello spazio e interagire con quanto lo abita.
La conoscenza delle peculiarità di questo stadio di sviluppo, inoltre, può darci indicazioni su quanto possano essere dannosi alcuni comportamenti da parte di noi adulti: come sgridare un bambino che tira a terra un oggetto o rovescia un bicchiere, o pretendere che stia seduto per molte ore in un passeggino o in auto, o intrattenerlo con dispositivi digitali che penalizzano il coinvolgimento del corpo e del movimento.
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Per permetterti di familiarizzare con il tipo di prova che dovrai affrontare durante la preselettiva del TFA e di ripassare alcuni dei principali argomenti richiesti dal programma ministeriale specificato nell’Allegato C al Decreto del 30 settembre 2011, abbiamo organizzato il ciclo di simulazioni gratuite di cui, qui sotto, puoi controllare il calendario e che oggi sono arrivate al loro ultimo appuntamento, perché la settimana prossima potrai metterti alla prova con le prove vere.
Facendo clik su “partecipa” nel giorno in cui è prevista la simulazione, potrai svolgere gratuitamente un questionario di 60 quesiti, ciascuno con cinque opzioni di risposta, in un tempo di 2 ore, cioè proprio nelle modalità che troverai alla prova ufficiale.
DATA | GRADUATORIE | |
4 APRILE | PARTECIPA | INFANZIA/PRIMARIA – SCUOLA SECONDARIA |
11 APRILE | PARTECIPA | INFANZIA/PRIMARIA – SCUOLA SECONDARIA |
18 APRILE | PARTECIPA | INFANZIA/PRIMARIA – SCUOLA SECONDARIA |
23 APRILE | PARTECIPA | INFANZIA/PRIMARIA – SCUOLA SECONDARIA |
2 MAGGIO | PARTECIPA | INFANZIA/PRIMARIA – SCUOLA SECONDARIA |
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