Legame tra fratelli: potenzialità di una relazione importante

Le connessioni umane plasmano le connessioni neurali, ed entrambe contribuiscono allo sviluppo della mente.

Daniel J. Siegel, La mente relazionale

Da quando l’ho letta per la prima volta, questa frase continua a risuonarmi dentro. E lo fa con più forza quando mi fermo a pensare alle relazioni tra esseri umani, soprattutto quando queste relazioni acquisiscono la forma di legami familiari.

Di questa frase, mi colpisce soprattutto il verbo che Siegel sceglie: plasmano. Non: “favoriscono” o “determinano” o “innescano”. No, proprio “plasmano” cioè modellano, danno forma e consistenza alle connessioni neurali e contribuiscono in maniera sostanziale allo sviluppo della nostra mente.

Essere fratelli: subito e per la vita

Allora immagino un bambino piccolo, che nasce e subito entra in relazione con le persone che si prendono cura di lui: la sua mamma, il suo papà e, quando non è il primogenito, il suo fratellino o la sua sorellina o entrambi, in tutte le combinazioni possibili che una famiglia con più figli può assumere.

Quanto sono importanti questi primi legami! Quanto può rivelarsi fondamentale nella vita di ciascuno di noi la relazione che ci tiene “connessi”, tra risorse e difficoltà, a un fratello o a una sorella!

Nella mia esperienza personale, quella con la mia sorella minore, è stato ed è una risorsa, meravigliosa e potenziante. Ma mi basta allargare di poco lo sguardo dalla mia realtà familiare per capire che non è sempre così, che le difficoltà possono essere davvero tante.

Eppure, ogni legame tra fratelli ha delle potenzialità. Personalmente, ne sono convinta. E tanto, tantissimo nella trasformazione di queste potenzialità in una realtà tangibile risiede, a mio avviso, in quello che possiamo fare come genitori.

Probabilmente è anche da questa convinzione che è nato Mamma, quanto è grande il tuo amore?, l’albo che ho pensato come un piccolo viaggio tra parole e immagini nell’amore di una mamma per il suo bambino che sta per diventare un fratello maggiore.

Ed è sempre sulla base di questa stessa convinzione che, quando ho ricevuto l’invito a “Essere fratelli… tra risorse e difficoltà”, non mi sono limitata a iscrivermi immediatamente per partecipare, ma ho anche chiesto a Marina Massenz, responsabile del Centro  Kadamà e Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, di spiegare a tutti noi di Occhicielo da cosa è nata l’esigenza di dedicare un incontro specifico al legame tra fratelli.

Ecco cosa mi ha risposto.

Legame tra fratelli: perché parlarne

Francesca Marina, gli incontri che proponi presso il Centro Kadamà sono stati per me ricchi di spunti di riflessione e anche di consigli pratici e attuabili. Uno di quelli che più mi è entrato dentro ho voluto raccontarlo a tutti gli amici di Occhicielo perché affrontava un tema su cui, a mio avviso, la riflessione non deve fermarsi mai. Mi riferisco a Bambini e nuove tecnologie: la connessione umana è live non online.

Questo sabato, 18 maggio 2019, al Centro Kadamà ti fermerai a riflettere con Libera Comandini e Isabella Dossi sul legame tra fratelli, uno dei più importanti nella vita delle persone. Come mai questa scelta tanto specifica?

Marina Come sai, Francesca, le scelte dei temi che decidiamo di affrontare sono il frutto della nostra riflessione personale unita all’esperienza che viviamo con le famiglie presso il nostro centro. Molte sono state e continuano a essere le domande che i genitori ci pongono su come “regolare” il rapporto tra i figli. Da ciò l’esigenza di approfondire un argomento che riteniamo, come anche tu hai sottolineato, di grande importanza e che è invece poco trattato.

Legame tra fratelli: tra risorse e difficoltà

Francesca Vorrei cogliere questa occasione per invitarti ufficialmente a raccontare qui su Occhicielo l’esperienza che vivremo sabato prossimo presso il Centro Kadamà. Intanto, vuoi anticiparci alcuni degli argomenti che con l’aiuto delle tue correlatrici intendi sviluppare?

Marina Ti ringrazio per l’invito Francesca, e lo accolgo volentieri, perché sono convinta che riflettere sulle relazioni familiari sia una necessità primaria del mondo in cui viviamo, in cui la famiglia sta vivendo dei grossi cambiamenti e assestamenti.

Proprio per questo, il primo aspetto che vorrei affrontare riguarda in che modo i rapporti tra fratelli descrivano una struttura di legami consanguinei orizzontali, tra pari, che si articolano con quelli verticali tra generazioni, pur differenziandosene.

E questo mi porta direttamente al tema della peculiarità del legame psichico inconscio tra fratelli che è fatto di fantasie, rappresentazioni, affetti e nel quale possono svilupparsi identificazione reciproca, conflittualità, alleanze, solidarietà, rivalità. Un legame complesso che entra in gioco nella costruzione della identità personale (essere simile a… diverso da…) e nell’acquisizione della capacità di stabilire legami con gli altri. Una sorta di luogo di transazione, ma anche di reciproco insegnamento.

Un altro aspetto che affronterò è quello dell’alleanza fraterna, che può costituirsi come una sorta di “contropotere” in famiglia: i figli possono unirsi “contro” i genitori anche per scopi di evoluzione personale (come in adolescenza), creando un luogo di condivisione di paure, segreti, bugie, trasgressioni; oppure, il sistema del “gruppo fratelli” può essere un importante strumento di “autodifesa” in una famiglia disfunzionale, per esempio quando il fratello/sorella maggiore riveste un ruolo di sostegno e protezione nei confronti dei più piccoli.

All’esatto opposto è il caso di quello che viene definito “complesso fraterno”, quando gli elementi di invidia, gelosia, rabbia per il possesso o l’attenzione dei genitori prevalgono sulle altre componenti. Un complesso che può restare “silente” anche fino all’età adulta e che si alimenta di un vissuto di ineguaglianza dell’amore dei genitori (o di un genitore), vero o presunto, intollerabile in una relazione che, proprio perché tra pari, pone l’eguaglianza come regola di fondo (i genitori, anche se con figli di diverse età, sono dispensatori anche di una legge tra eguali… o almeno così dovrebbe essere).

Un ultimo punto che emerge dall’intera riflessione sul legame tra fratelli, infine, e che ci troviamo spesso ad affrontare con i genitori con cui condividiamo un percorso, è quello del fratello o della sorella adottivi, soprattutto in quei casi in cui il bambino adottato ha bisogno di un aiuto specifico/specialistico.

Francesca Grazie Marina! Molti aspetti su cui soffermarci dunque. E io sono ansiosa di farlo insieme a te e a tutti coloro che hanno il desiderio o l’esigenza di riflettere su come “Essere fratelli… tra risorse e difficoltà”.

Per partecipare all’incontro “Essere fratelli… tra risorse e difficoltà”

Amici di Occhicielo, se siete interessati a partecipare a questo intenso incontro – gratuito ma con posti limitati – presso il centro Kadamà, che si terrà il 18 maggio 2019, alle 15.15 in viale Etiopia 6 a Milano, scrivete a: centrokadama@gmail.com!

Se invece siete interessati all’argomento e aspettate di ascoltare le riflessioni che Marina Massenz vorrà condividere in merito al legame tra fratelli su questo sito, teniamoci in contatto!

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