Eccoci al secondo appuntamento con i laboratori creativi di Verdolina scopre il mondo! Questa volta, sempre prendendo spunto dalle avventure della nostra tovaglia verde, vorrei cominciare con una riflessione su una emozione molto specifica, protagonista delle vicende che la giovane Verdolina si ritrova ad affrontare in questo capitolo due.
Gli argomenti dell'articolo
Quando la paura fa capolino
“Che paura!” Quante volte vi è capitato di pronunciare questa frase o di sentirla dai vostri bambini?
La paura è parte integrante delle nostre vite: se non esistesse, non si potrebbe diventare coraggiosi. È un’emozione importante perché ci aiuta a proteggere noi stessi, ma, perché non diventi un limite, è altrettanto importante che riusciamo a trasformare un evento potenzialmente negativo in opportunità, lasciandoci avvolgere dalla curiosità e dalla meraviglia.
Troviamo il nostro coraggio nell’ottimismo e nella curiosità proprio come fa Verdolina
Anche l’allegra protagonista di Verdolina scopre il mondo, che ormai abbiamo imparato a conoscere, si trova, a un certo punto del suo viaggio, a fare i conti con questa emozione: la paura di volare via spinta dalle folate di vento sul balcone, la paura di lasciare gli amici e la sicurezza della casa, la paura di non essere all’altezza di un’avventura verso cose sconosciute.
Eppure, all’inizio del suo viaggio, incoraggiata dal Vento – che, per primo, attribuisce un nome vero e proprio a lei e alla sua identità –, la giovane tovaglia verde trova la forza in se stessa, l’ottimismo, quel pizzico di pensiero positivo che tutti noi dovremmo sperimentare di fronte agli ostacoli.
Per trovare il coraggio, ri-conosciamo la paura
La paura ci accompagna sin dalla più tenera età. Da quando siamo bambini, e anche quando successivamente diventiamo adulti, questa emozione primaria è una risposta a circostanze che ci appaiono pericolose, una reazione immediata a trovare soluzioni per proteggerci dall’ambiente che ci circonda, mobilitando le nostre risorse.
Da piccoli temiamo il buio, i mostri, il temporale, a volte il pediatra o il distacco dalla mamma all’asilo.
È il nostro modo per dire: “Ehi, sta cambiando qualcosa e non sono certo di essere in grado di affrontarlo!”
Molte delle paure dei bambini sono legate alla inevitabilmente scarsa conoscenza del mondo che li circonda e vengono superate con la crescita.
Un esempio tra tutti, forse il più comune, è il terrore dei tuoni che sembrano sconquassare la casa. I bambini ne sono spesso spaventati, e alzi il dito chi può dire di non aver mai sobbalzato anche da grande all’esplodere rumoroso del cielo! Il temporale ci spaventa perché minaccia la nostra sicurezza. Eppure, se non piovesse, non potremmo ammirare i colori dell’arcobaleno subito dopo.
Quello che dobbiamo imparare a fare allora, non è cercare di eliminare i nostri timori, magari ignorandoli o minimizzandoli, ma piuttosto assumere un atteggiamento costruttivo quando ce li troviamo davanti e ci fanno tremare. In molti pensano che chi manifesta le proprie paure sia debole, inetto. In realtà è proprio il contrario: solo abbracciando ciò che ci spaventa, affrontandolo, possiamo controllare la paura.
È per questo che, quando il nostro piccolo scoppia a piangere, non c’è niente di più sbagliato che liquidare quel pianto con un “Non è successo niente”. La paura va ascoltata sempre.
Ispiriamoci a Verdolina: non c’è coraggio, senza paura. E non c’è coraggio, senza comprensione.
Aiutiamo i nostri piccoli ad accettare la paura per trovare la forza del coraggio
Dobbiamo accettare che le nostre paure sono legittime, senza sforzarci di essere valorosi cavalieri a tutti i costi. L’importante è rispettare i nostri tempi, ascoltare il cuore. Vale per adulti e bambini.
E quando siamo genitori? Dobbiamo diventare un po’ come il Vento: audaci, ma rassicuranti, pronti a incoraggiare, ma rispettosi dei tempi della Verdolina che ci troviamo davanti.
Compito non facile? Certo, è difficilissimo! Ma non dobbiamo scoraggiarci, perché abbiamo una cassetta piena di strumenti utili. È dentro di noi, nel nostro cuore, e cercando troveremo amore, empatia, capacità di ascolto. Sono gli “attrezzi della sicurezza” per infondere e infonderci coraggio nelle situazioni che ci spaventano.
Possiamo fare come il Vento, metterci nei panni di Verdolina, capire ciò che sta provando e dirle: “Sono felice di essere il tuo primo amico invisibile! Ora che ne diresti di fare un viaggetto con me? Potrei mostrarti molte cose!”
Il trucco è trasmettere fiducia, insegnando a raffreddare le emozioni quando diventano troppo “calde” da gestire. Nel farlo, noi, come il Vento, dobbiamo imparare la pazienza e incoraggiare con un spintarella delicata. Non c’è coraggio senza paura. Dobbiamo credere in noi stessi, prima di intraprendere il viaggio.
Creiamo insieme la lavagna magica di Verdolina
Anche per questo secondo capitolo di Verdolina scopre il mondo, io e Francesca de Robertis, abbiamo pensato di proporvi un’attività creativa da svolgere insieme ai vostri piccoli, proprio come abbiamo fatto noi!
L’abbiamo chiamata “La lavagna magica”, perché magica lo è davvero! I colori sono sotto il nero e sta proprio a noi metterceli per poi riscoprirli grattando via la paura. Vi abbiamo incuriosito? Se la risposta è sì, scaricate qui di seguito il secondo laboratorio creativo ispirato alle avventure della nostra amica tovaglia verde!
E non dimenticate di farci sapere se vi è piaciuto. Qui o sui canali social di Occhicielo educare con le fiabe.