il diritto amministrativo nei concorsi pubblici

Il diritto amministrativo nei concorsi pubblici

Chi vuole partecipare ad un concorso pubblico sa bene che prima o poi incontrerà sulla sua strada il diritto amministrativo. La materia si trova un po’ dappertutto: nei concorsi pubblici più importanti come, ad esempio, quello per 800 Assistenti giudiziari, in alcuni concorsi nel settore della scuola (Dirigente scolastico o Direttore dei servizi amministrativi), ma anche nelle prove per l’accesso alla qualifica di Agente di Polizia Municipale o per alcune qualifiche nella Polizia di Stato (Commissari o Vice-Ispettori).

Quanto diritto amministrativo si deve conoscere per i concorsi pubblici?

Se fate un rapido giro alla ricerca di un manuale di diritto amministrativo troverete volumi che spaziano dalle 300 alle 1000 pagine. Ma quale livello di conoscenza della materia è necessario per prepararsi ad un concorso pubblico? La risposta dipende, ovviamente, dal tipo di concorso al quale si partecipa. A volta sono richiesti solo “elementi” o “nozioni” di diritto amministrativo mentre in altri si esige una conoscenza approfondita della materia. Un altro fattore da tener presente è la presenza o meno di argomenti, che normalmente si studiano nell’ambito del diritto amministrativo, come discipline richieste autonomamente dal bando di concorso; ad esempio il rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici o la disciplina del procedimento amministrativo spesso sono specificamente previsti dal bando. In questo caso sono argomenti che vanno studiati in modo più approfondito ma che possono essere depennati dalla trattazione generale del diritto amministrativo.

Gli argomenti chiave

Il diritto amministrativo comprende una molteplicità di argomenti, ma alcuni “pesano” più degli altri e svariate leggi bisogna conoscerle quasi a memoria. Tra queste sicuramente è da citare la legge n. 241 del 1990 sul procedimento amministrativo e sul diritto di accesso, provvedimento peraltro continuamente oggetto di modifiche e integrazioni (basta contare il numero di articoli bis, ter e, in un caso, anche nonies). In soli 31 articoli è racchiusa la disciplina legislativa di quelli che sono gli argomenti “chiave” del diritto amministrativo: il procedimento, le conferenze di servizi, il provvedimento, il diritto di accesso, la patologia dell’atto, il silenzio, solo per citarne alcuni. Un secondo provvedimento da studiare e conoscere in modo approfondito è il Codice del processo amministrativo (il D.Lgs. 104/2010) che disciplina ora l’intera fase della tutela in sede giurisdizionale contro gli atti della pubblica amministrazione. Terzo pilastro della materia è il D.Lgs. 165/2001 ovvero il Testo unico sul pubblico impiego che regolamenta tutti gli aspetti della materia, dall’instaurazione alla cessazione del rapporto di lavoro presso le amministrazioni pubbliche. Tutto questo senza dimenticare numerosi altri provvedimenti legislativi particolarmente importanti per lo studio del diritto amministrativo (D.Lgs. 50/2016, Codice degli appalti, D.Lgs. 82/2005, Codice dell’amministrazione digitale, D.P.R. 445/2000, Testo unico sulla documentazione amministrativa, solo per citarne alcuni); in effetti una delle difficoltà nello studiare la materia è proprio la necessità di dover consultare numerosi provvedimenti normativi, a differenza di quanto accade per altre discipline dove gran parte delle disposizioni è concentrata in un unico testo (costituzione, codice civile, codice penale).

La prova scritta: quesiti a risposta chiusa o aperta?

Nei concorsi pubblici la valutazione della conoscenza di una materia è normalmente effettuata tramite prove a quiz, almeno nelle prime fasi del concorso. Nelle preselezioni la regola è quella dei quesiti a risposta multipla, con la classica domanda corredata da 3 o 4 alternative di risposta. Indicazioni su come prepararsi e su come affrontare al meglio tali prove sono fornite in modo dettagliato in diversi articoli di questo blog a cura del professore Marco Bonora. Nelle prove scritte la scelta ricade normalmente sui quesiti a risposta aperta. Si tratta di una domanda cui deve seguire una breve illustrazione dell’istituto compendiata in poche righe (orientativamente circa 15/20). Normalmente le domande sono estremamente generiche e in teoria potrebbero avere delle risposta anche di più pagine. Ma bisogna fare molta attenzione perché non si tratta di un tema, ma di quesiti a risposta aperta; la difficoltà è proprio quella di dimostrare di avere un quadro chiaro di tutti gli aspetti dell’istituto senza tuttavia utilizzare intere pagine per spiegarlo. Ecco un esempio di quesito a risposta aperta tratto dal MiniManuale di diritto amministrativo

ESEMPIO: Come può essere qualificato il rapporto di pubblico impiego?

Il dipendente pubblico è una persona fisica il cui rapporto di lavoro comporta il fatto che si impegni, volontariamente e dietro corrispettivo, a prestare in modo continuativo la propria attività lavorativa alle dipendenze di un’amministrazione pubblica, assumendo in tal modo lo status di lavoratore pubblico con i connessi e peculiari diritti e doveri reciproci nei riguardi dell’amministrazione datrice di lavoro. In argomento, è ritenuta basilare la sentenza n. 618 del 17-2-1975 delle Sezioni Unite della Cassazione, che ha riconosciuto sussistere il rapporto di pubblico impiego in presenza di alcune specifiche condizioni: che l’ente datore di lavoro sia pubblico, per cui non è rapporto di pubblico impiego quello alle dipendenze di un concessionario o di un appaltatore della pubblica amministrazione; che i compiti affidati al lavoratore attengano ai fini istituzionali dell’ente-datore di lavoro, mentre tali non sono quelli relativi ad esigenze eccezionali o prestazioni marginali (es.: pulizie in ufficio); che l’assunzione avvenga per prestazioni continuative e durevoli; che vi sia predeterminazione della retribuzione; che sussista un atto di nomina. A tale ultimo proposito, tuttavia, in un secondo momento la stessa Corte (Cass., Sez. Un., 21-6-1995, n. 7014) ha ritenuto che, anche senza atto formale di nomina, il rapporto sussiste ugualmente ove risulti il carattere non occasionale e continuativo dell’inserimento del lavoratore subordinato nella struttura pubblica. Il Testo unico del pubblico impiego, approvato con D.Lgs. 165/2001) ha poi radicalmente innovato al riguardo, sancendo che i rapporti individuali di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche privatizzate sono regolati contrattualmente.
Di seguito potrai scaricare ulteriori esempi di quesiti a risposta aperta e a risposta chiusa. [edisesfile formtype=”pdf” url=”https://blog.edises.it/wp-content/uploads/2017/04/Esempi-quesiti-diritto-amministrativo.rar” title=”Esempi di risposta chiusa e risposta aperta” description=”Inserisci il tuo indirizzo mail e scarica gli allegati gratuiti” buttontxt=”Conferma” buttonlink=”” value=”Esempi prove scritte” activity=”MiniManuali” ] Come prepararsi a questa prova? Sul nostro blog una guida, valida per tutti i concorsi, su come preparare un testo che sia allo stesso tempo esauriente, sintetico e chiaro. Leggi la guida sulla stesura di un elaborato sintetico

La prova orale

Il diritto amministrativo ricompare quasi sempre anche nelle fasi finali di un concorso pubblico, quando si deve sostenere la prova orale. A questo punto più che ripassare di nuovo tutti gli argomenti l’attività più utile che si può fare è quella di “fissare i concetti”, vale a dire tracciare un quadro schematico di tutti i punti fondamentali della materia. Questa operazione si può fare mentalmente, ma risulta ancora più utile ed efficace se viene fatta su carta, tracciando e organizzando una mappa concettuale. Manuale di diritto amministrativoNel MiniManuale di diritto amministrativo questo lavoro è stato già fatto per voi. Nelle estensioni online del volume, infatti, sono presenti mappe concettuali (Percorsi riepilogativi) di tutti i capitoli del libro. Una volta stampate si possono “personalizzare” arricchendole di altri punti o di annotazioni per voi particolarmente rilevanti.     Scarica un esempio di Mappa concettuale tratta dal MiniManuale di diritto amministrativo.