Con la Nota ministeriale n. 39588 dello scorso 17 dicembre 2021, il Ministero dell’Istruzione ha comunicato l’autorizzazione da parte del Ministero di Economia e Finanza, di 90.000 posti finalizzati alla formazione dei docenti specializzati in sostegno didattico. Dal 20 dicembre 2021 al 24 gennaio 2022 le Università interessate all’attivazione del VII ciclo del Tfa in sostegno didattico hanno potuto inserire, sulla banca dati RAD-SUA CdS, le loro proposte di attivazione, indicando il numero di posti che possono rendere disponibili per ciascun ordine e grado di istruzione.
Incoraggiata dall’alto numero dei posti, che evidenziano quando la figura professionale dell’insegnante di sostegno sia ritenuta centrale nella scuola italiana, l’attesa della pubblicazione dei bandi cresce sempre più. Cosa fare allora nel frattempo? Tante cose. Andiamo a vederle insieme.
Gli argomenti dell'articolo
Accertarsi di avere tutti i titoli necessari per partecipare
Una delle domande più frequenti che arrivano alla nostra redazione riguarda i requisiti di accesso e quindi, come prima cosa da fare nell’attesa, mi sembra che possa essere utile verificare di possedere tutti i titoli necessari.
Dove?
All’articolo 3, comma 1, del Decreto Ministeriale n. 92 dell’8 febbraio 2019, come modificato con Decreto interministeriale n.90 del 7 agosto 2020, sono indicati chiaramente i requisiti di accesso validi già per il VI ciclo del Tfa e ancora in vigore. In caso di dubbi, però, una cosa che mi sento di consigliarvi – perché io stessa l’ho provata trovandola utile e rassicurante – è di rivolgervi a un sindacato, dove sapranno certamente analizzare la vostra situazione e dare risposte certe e attendibili alle vostre domande.
Studiare i programmi e la struttura delle prove
E qui veniamo alla parte più impegnativa e allo stesso tempo più interessante, per voi che aspirate a diventare insegnanti di sostegno e per me che lavoro su questi argomenti affascinanti e formativi in ogni modo possibile.
Comprendere bene cosa studiare è un punto cruciale per una preparazione che voglia definirsi tale. È però anche un’operazione non facile perché gli argomenti sono numerosi, vasti e riguardano oggetti di studio in continuo aggiornamento, come la pedagogia, la psicologia, le neuroscienze, la didattica, la normativa italiana ed europea.
Tuttavia una base certa, un punto di partenza fondamentale, c’è ed è l’allegato C al Decreto Ministeriale del 30 settembre 2011, riferimento essenziale per l’individuazione dei principali argomenti di studio, poiché è su questo che i diversi atenei strutturano ogni anno le tre prove di accesso al Tfa, e cioè la preselettiva, lo scritto e l’orale.
Lo avete letto l’allegato C? Incredibile come in poche righe sia condensata una tale mole di argomenti e riflessioni e approfondimenti e letture e leggi e modifiche alle leggi e raccomandazione europee e competenze psicologiche e linguistiche e…
Sarete d’accordo con me che risulta essenziale fare ordine e stabilire dei criteri per affrontare uno studio così vasto! Il primo passo in questa direzione è, secondo me, capire come sono strutturate le prove di accesso. Anche in questo caso il Decreto Ministeriale n. 92 dell’8 febbraio 2019, all’articolo 4,è una fonte attendibile e sicura che vi consiglio di consultare, ma molto utile può essere anche scaricare il vecchio bando dell’università che avete scelto, in cui gli atenei sono tenuti a specificare le modalità delle prove, la loro struttura e i criteri di valutazione.
Altrettanto utile è analizzare con attenzione le prove di accesso proposte negli anni precedenti, dando la priorità a quelle della vostra università. In genere, le trovate pubblicate sul sito ufficiale di ateneo nella sezione dedicata al Tfa e possono offrirvi la possibilità di farvi un’idea piuttosto chiara sugli argomenti più richiesti e sulla prospettiva in cui studiarli e approfondirli.
Prepararsi alla prova preselettiva con gli eserciziari commentati Edises
Penso proprio che ci sarà come ingannare l’attesa allora! Ed è per questo che noi di Edises abbiamo pensato di farvi compagnia e, nel frattempo, di alleggerirvi un po’ il carico. Così, negli ultimi mesi abbiamo studiato i programmi, ci siamo aggiornati sulla normativa più recente, abbiamo esaminato quesito per quesito le prove preselettive proposte dai primi cicli fino a quello dell’anno scorso, ne abbiamo elaborato qualcuno in più su quegli argomenti che ci sono sembrati più importanti e che non avevamo trovato nei quiz ufficiali e, dopo aver fatto tutto questo, abbiamo selezionato i contenuti che abbiamo ritenuto più importanti e li abbiamo organizzati nei testi che trovate raccolti nei due Kit di base per la specializzazione al sostegno didattico: uno per infanzia e primaria, l’altro per secondaria di primo e di secondo grado.
In entrambi i kit troverete un testo di Esercizi commentati per il test preliminare, in cui abbiamo inserito tanti nuovi quesiti selezionati dalla nostra redazione tra quelli ufficiali proposti dalle principali università italiane, corredati da risposte commentate utili a fare ordine nei tanti argomenti da conoscere e, soprattutto a fare esercizio sul tipo di domanda che potrete trovarvi di fronte.
Per permettervi di farvi un’idea più precisa, vi propongo un esempio tratto dalla Parte dedicata alle competenze su empatia e intelligenza emotiva, quelle che personalmente preferisco.
Competenze su empatia e intelligenza emotiva 9) Su quale o quali canali del comportamento non verbale agiscono maggiormente l’influenza sociale e le regole di esibizione delle emozioni? A. sullo sguardo B. sui gesti C. sull’espressione facciale D. sull’intonazione della voce E. sui movimenti del corpo nello spazio 9) C. Come racconta lo stesso Paul Ekman nel suo libro dal titolo Te lo leggo in faccia, quando negli anni ’60 del Novecento ha cominciato a riflettere e a fare ricerca sulle emozioni, e in particolare sulle loro espressioni facciali, uno dei primi problemi con cui ha dovuto confrontarsi riguardava la loro natura: “le espressioni facciali sono universali, oppure, come il linguaggio, sono specifiche di ciascuna cultura?” Fin dal primo momento, i risultati delle ricerche interculturali che aveva svolto sul campo avevano mostrato delle evidenze che lo avevano fatto propendere per la tesi universalistica, già sostenuta da Darwin nel suo testo del 1872 L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali. Tuttavia l’idea dominante in quegli anni, in ambito sia antropologico sia psicologico, era che le espressioni facciali dovessero essere il frutto di un apprendimento strettamente legato all’ambiente nella sua dimensione sociale e quindi essere diverse in culture differenti. Tra gli studiosi più eminenti che sostenevano questa visione, c’era il noto antropologo Roy L. Birdwhistell, pupillo di Margaret Mead, il quale faceva notare che in molte culture le persone sorridevano quando erano tristi. È stato in questo contesto allora, che Ekman, per conciliare la scoperta sull’universalità delle espressioni facciali delle emozioni che si delineava sempre più chiaramente ai suoi occhi e a quelli del collega Wallace V. Friesen, ha elaborato per la prima volta il concetto di regole di esibizione, cioè delle regole che, come lui stesso ha spiegato, sono “apprese socialmente, spesso variabili da cultura a cultura, riguardanti la gestione delle emozioni: chi può mostrare quale emozione a chi e quando. Sono, ad esempio, la ragione per cui nelle gare sportive lo sconfitto perlopiù non mostra la delusione e la tristezza che prova… e possono imporci di attenuare, accentuare, nascondere del tutto o camuffare l’espressione dell’emozione che proviamo”. Si tratta quindi di regole apprese nella cultura di appartenenza che, tra i diversi canali del linguaggio non verbale, agiscono principalmente sull’espressione facciale. |
TFA VII ciclo: preparati con gli Esercizi commentati Edises
Se sei interessato a tutti gli altri quesiti della sezione dedicata alle competenze su empatia e intelligenza emotiva e vuoi scoprire le altre parti del nostro eserciziario commentato dedicate a competenze linguistiche e di comprensione dei testi, socio-psico-pedagogiche, su creatività e pensiero divergente, organizzative e di legislazione scolastica, allora puoi acquistare i nostri Eserciziari commentati.
E per esercitarti ancora di più, riceverai un codice di accesso al software di simulazione con migliaia di altre domande su cui metterti alla prova, tratte dai test ufficiali degli anni scorsi, di cui troverai un’ampia raccolta nelle estensioni web dei volumi.
Aspettando il bando… preparati con Edises!
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