Le epatiti virali sono delle malattie del fegato caratterizzate dalla presenza di infiammazione e necrosi del tessuto epatico dovuta ad un’infezione virale.
Gli argomenti dell'articolo
Epatiti virali: Classificazione anatomo-clinica
Le epatiti possono essere distinte clinicamente in acute e croniche.
- L’epatite virale acuta può essere causata dai virus epatopropi maggiori (HAV, HBV, HDV, HCV, HEV) o minori (EBV, CMV, HSV, VZV, coxsackie), è caratterizzata da astenia, nausea, inappetenza, vomito, diarrea e ittero con urine ipercromiche e feci acoliche e generalmente si ha risoluzione entro 6 mesi dall’esordio
- L’epatite virale cronica è più spesso secondaria a infezione da virus HBV e HCV, è quasi sempre asintomatica (la diagnosi si basa sul riscontro di aumento cronico delle transaminasi e sulla positività degli anticorpi anti-HCV o HbsAg) e può portare a cirrosi epatica
Quadro laboratoristico
Gli esami di laboratorio in corso di epatite virale mostrano ipertransaminasemia con incremento relativo maggiore di ALT, aumento della lattico-deidrogenasi e in alcuni casi degli enzimi di colestasi:
- Sia nel danno acuto che in quello cronico può essere presente anche una leggera ipergammaglobulinemia policlonale
- Se l’ipergammaglobulinemia è marcata e accompagnata da piastrinopenia, ipoalbuminemia e allungamento del PT (INR >1,2), la malattia può essere in stato di cirrosi
Epatite A
Epatite acuta dovuta al virus HAV (picornavirus), che si trasmette per via oro-fecale (occasionalmente per via parenterale) e causa danno epatico per via immunomediata.
- L’incubazione va da 2 settimane a 2 mesi, con una media di 30 giorni, dopodiché si ha un’epatite acuta ad esordio improvviso, autorisolvente
- La diagnosi si basa sulla dimostrazione di IgM anti-HAV, che compaiono insieme ai primi sintomi e rimangono elevati per 3-6 mesi dalla guarigione; in seguito sono dosabili nel siero le IgG anti-HAV (dovute all’immunizzazione verso il virus)
- È disponibile la vaccinazione con una preparazione di virus vivo attenuato (la schedula prevede due somministrazioni a distanza di 6 mesi che forniscono copertura a vita)
Epatite B
Rappresenta la principale causa di carcinomi epatocellulari, può essere trasmessa per via parenterale, sessuale o perinatale (in aree ad alta endemia) ed è secondaria a infezione da HBV, un Hepadnavirus a DNA la cui particella infettiva (particella di Dane) rivestita da una capsula lipoproteica che contiene l’antigene di superficie (HBsAg) e ha all’interno un nucleo-capside formato dall’antigene del core (HBcAg) contenente il genoma virale e la DNA polimerasi.
- L’infezione da HBV si sviluppa attraverso 3 fasi, dette di immunotolleranza (secondaria a trasmissione verticale dell’infezione e caratterizzata da replicazione virale e tolleranza immunologica), di immunoattivazione (caratterizzata da attivazione immunitaria e intenso danno epatico) e immuno-controllata (caratterizzata da riduzione della replicazione virale)
- Il quadro clinico comprende una fase di epatite acuta (con espressione clinica eterogenea, ma che può degenerare in epatite fulminante), seguita nel 10-15% dei casi da epatite cronica
- La diagnosi si basa sulla rilevazione degli antigeni e anticorpi specifici: HBsAg (primo marker di infezione virale che compare nel siero), anticorpi anti-HBsAg (compaiono dopo la scomparsa dell’HBsAg e rimangono positivi a vita), anticorpi anti-HBcAg (unici marker rilevabili nel periodo finestra tra la scomparsa dell’HBsAg e la comparsa degli anti-HBsAg) e HBeAg (presente solo nelle infezioni da virus “wild-type”
- La terapia è basata principalmente su farmaci come l’interferon peghilato e gli analoghi nucleosidici inibitori della trascrittasi inversa (lamivudina, entecavir, tenofovir e telbivudina)
Epatite C
Rappresenta in Italia la principale causa di epatite cronica ed è secondaria a infezione da HCV, un flavivirus a RNA con un genoma molto variabile e 6 principali genotipi (i più importanti vanno da 1a a 4c).
- L’infezione primaria è molto spesso asintomatica e cronicizza in 2/3 dei casi, l’evoluzione della malattia è influenzata da fattori come la via di infezione, l’età al momento dell’infezione, la carica virale infettante, l’assunzione di alcol (effetto moltiplicativo più che sommativo) o eventuali coinfezioni con altri virus
- Il quadro clinico comprende una fase di epatite acuta (con un periodo di incubazione di 7-8 settimane), seguita nell’80% dei casi da infezione cronica, che può portare ad epatite cronica in un lasso di tempo variabile (più spesso 25-30 anni)
- La diagnosi è basata su marker indiretti di infezione (transaminasi principalmente) e marker diretti (ricerca di HCV-DNA, determinazione del genotipo virale)
- La terapia si basa su farmaci come l’interferon alpha, la ribavirina e inibitori delle proteasi come il teleprevir e il boceprevir
Le epatiti: approfondimenti disponibili nel quinto tomo del Manuale di Medicina e Chirurgia
Le Epatiti sono trattate nel tomo 2 del Manuale di Medicina e Chirurgia.
La prima sezione del Tomo 2, Gastroenterologia, illustra l’embriologia e l’organogenesi dell’apparato digerente nonché l’anatomia e la fisiologia degli organi che lo compongono. Vengono poi descritte le patologie del fegato, della colecisti e delle vie biliari extraepatiche, le patologie gastroesofagee, dell’intestino tenue e del colon-retto con i relativi quadri clinici, procedimenti diagnostici e modalità di trattamento.
La seconda sezione, Chirurgia generale, tratta le patologie gastro-intestinali di interesse chirurgico, la patologia traumatica e il tumore della mammella.
La terza sezione, Scienze dell’alimentazione, riguarda le patologie del metabolismo lipidico, i principi di valutazione dello stato nutrizionale e le ipovitaminosi.
Consulta l’opera completa in 11 tomi