il diritto penale nei concorsi pubblici

Il diritto penale nei concorsi pubblici

Nei bandi di concorso per la selezione di personale delle amministrazioni pubbliche il diritto penale è sicuramente “meno gettonato” rispetto al costituzionale, all’amministrativo o al civile.

Lo troviamo nei concorsi per Commissario nella Polizia di Stato, per l’accesso alla magistratura, negli esami di abilitazione alla professione di avvocato o comunque in concorsi dove generalmente è richiesta una laurea in giurisprudenza o similare.

Negli altri concorsi pubblici il diritto penale compare sotto la formula di “elementi di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione”. Lo scopo di questa precisazione è chiaro: non essendo persone che dovranno svolgere una specifica professione in ambito giuridico, si chiede al candidato di conoscere per grandi linee gli elementi essenziali del diritto penale e i reati specifici nei quali potrebbero incorrere nell’esercizio delle loro funzioni. In pratica le nozioni essenziali della materia.

È questo il caso, ad esempio, dei concorsi banditi dall’Agenzia delle Entrate dove la conoscenza del diritto penale è richiesta, anche se, ovviamente, passa in secondo piano rispetto ad altre discipline come il diritto tributario, il diritto amministrativo o il diritto civile.

Una breve definizione di diritto penale

Che cos’è il diritto penale e come viene suddiviso ai fini didattici? La definizione classica di diritto penale lo indica come quel ramo del diritto pubblico che prevede fatti costituenti reato, proiben­done la commissione mediante la minaccia di una sanzione penale e disciplinandone le conseguenze. Nel concetto di sanzione penale rientrano le pene e le misure di sicurezza.

Costituisce una branca del diritto pubblico in quanto la rilevanza penale che il legislatore attribuisce alle condotte previste nelle fattispecie incriminatrici prescinde dalla natura pubblica (es. amministrazione della giustizia) o privata (es. patrimonio del singolo individuo) del bene tutelato: l’interesse a sanzionare i reati è sempre pubblico.

È, inoltre, diritto statuale in quanto solo lo Stato, a differenza degli altri enti pubblici, è legittimato a legiferare in materia penale.

Il diritto penale richiesto dai concorsi pubblici

Normalmente si distingue tra una parte generale di diritto penale e una speciale, riprendendo la suddivisione dello stesso codice penale. Quest’ultimo, infatti, è ripartito in tre libri, il primo dei quali è dedicato ai reati in generale, il secondo ai delitti e il terzo alle contravvenzioni.

La prima parte (parte generale) non riporta delle specifiche norme incriminatrici ma soltanto una serie di principi e regole generali applicabili al diritto penale. Si parte con l’affermazione dei principi generali della materia (principio di legalità, di materialità, di offensività, di colpevolezza ecc.), per poi passare ad un esame specifico delle caratteristiche peculiari del reato.

Solo nella seconda e nella terza parte del codice (parte speciale) sono esaminati i singoli delitti (raggruppati per categorie: contro la personalità dello Stato, contro la pubblica amministrazione, contro l’amministrazione della giustizia e così via) e le contravvenzioni.

Ma la parte speciale non si esaurisce nelle disposizioni del codice; centinaia di altre leggi speciali prevedono specifiche ipotesi delittuose e tentare di ricordarle tutte richiede uno studio non indifferente, che può essere affrontato solo da chi si prepara per concorsi particolarmente impegnativi come quello per l’accesso alla magistratura. Nei concorsi pubblici al massimo sono richieste le nozioni generali della materia e, in taluni casi, i soli delitti contro la pubblica amministrazione (normalmente è lo stesso bando che lo specifica).

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La prova preselettiva e la prova scritta: quesiti a risposta chiusa o aperta

Nei concorsi pubblici la valutazione della conoscenza di una materia è normalmente effettuata tramite prove a quiz, almeno nelle prime fasi del concorso.

Nelle preselezioni la regola è quella dei quesiti a risposta multipla, con la classica domanda corredata da 3 o 4 alternative di risposta.

Indicazioni su come prepararsi e su come affrontare al meglio tali prove sono fornite in modo dettagliato in diversi articoli di questo blog. Se vuoi saperne di più sulle prove a test dei concorsi pubblici leggi i consigli del professore Marco Bonora

Nelle prove scritte la scelta ricade normalmente sui quesiti a risposta aperta. Si tratta di una domanda cui deve seguire una breve illustrazione dell’istituto compendiata in poche righe (orientativamente circa 15/20). Le domande sono estremamente generiche e in teoria potrebbero avere delle risposta anche di più pagine. Ma bisogna fare molta attenzione perché non si tratta di un tema, ma di quesiti a risposta aperta; la difficoltà è proprio quella di dimostrare di avere un quadro chiaro di tutti gli aspetti dell’istituto senza tuttavia utilizzare intere pagine per spiegarlo.

Il diritto penale nei concorsi pubblici: ecco un quesito a risposta aperta tratto dal MiniManuale – Elementi di diritto penale

Qual è la funzione della pena? Il sistema delle pene contenuto nel codice Rocco è il frutto di un compromesso tra l’orientamento della Scuola classica, che difendeva la concezione retributiva della pena sul presupposto dell’esistenza del libero arbitrio, e quello della Scuola positiva, che respingeva l’idea retributiva della pena a favore di un sistema improntato a misu­re adattate al tipo delinquente. Il tentativo di conciliazione tra queste opposte correnti di pensiero ha portato il legislatore ad accogliere il sistema del doppio binario, che prevede accanto ed in aggiunta alla pena tradizionale, inflitta sul presupposto della colpevolezza, una misura di sicurezza fondata sulla pericolosità sociale e finalizzata alla risocializza­zione del reo. Le vicende del nostro sistema sanzionatorio si fondano su tre idee guida fondamentali che sono la retribuzione, la prevenzione generale e quella speciale. L’idea retributiva prevede che la sanzione penale deve servire a compensare la colpa per il male commesso ed inoltre implica una proporzione della risposta sanzionatoria alla gravità del reato; l’idea della prevenzione generale comporta che la minaccia della pena miri a distogliere la generalità dei consociati dal commettere fatti socialmente dannosi e quindi operi come controspinta alla spinta criminosa; l’idea della prevenzione speciale comporta che la pena comminata ad un determinato soggetto che ha commesso un reato serve ad evitare che il medesimo compia in futuro altri reati. Infine, il problema relativo al fondamento ed alla funzione della pena va letto in relazione all’art. 27 Cost. il quale sancisce che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono ten­dere alla rieducazione del condannato (cd. funzione rieducativa della pena).

Come prepararsi a questa prova? Sul nostro blog una guida, valida per tutti i concorsi, su come preparare un testo che sia allo stesso tempo esauriente, sintetico e chiaro: leggi l’approfondimento

La prova orale

Anche se non previsto nell’ambito delle prove preselettive e scritte, il diritto penale nei concorsi pubblici compare spesso nelle fasi finali, quando si deve sostenere la prova orale.

A questo punto più che tentare uno studio approfondito di tutti gli argomenti l’attività più utile che si può fare è quella di “fissare i concetti”, vale a dire tracciare un quadro schematico di tutti i punti fondamentali della materia. Questa operazione si può fare mentalmente, ma risulta ancora più utile ed efficace se viene fatta su carta, tracciando e organizzando una mappa concettuale.

Nel MiniManuale – Elementi di diritto penale questo lavoro è stato già fatto per voi. Nelle estensioni online del volume, infatti, sono presenti mappe concettuali (Percorsi riepilogativi) di tutti i capitoli del libro. Una volta stampate si possono “personalizzare” arricchendole di altri punti o di annotazioni per voi particolarmente rilevanti.

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