Il diritto costituzionale fa parte, insieme al diritto civile e a quello amministrativo, del trittico delle discipline che nei concorsi pubblici non mancano “quasi” mai. Se avete intenzione di sostenere diversi concorsi uno studio approfondito e completo di questa materia è indispensabile e tornerà sempre utile.
D’altra parte stiamo parlando della disciplina che illustra i principi fondamentali dell’organizzazione dello Stato italiano e che deve necessariamente far parte delle conoscenze richieste a chiunque si appresti a concorrere per un impiego presso un’amministrazione pubblica. Il diritto costituzionale lo trovate dappertutto.
Solo per rimanere nell’ambito dei concorsi più recenti, si possono citare quelli per gli Addetti all’Ufficio per il Processo oppure i 352 Allievi Dirigenti SNA. Ma anche se talvolta sotto altra denominazione (diritto pubblico) è comunque presente anche in altre selezioni concorsuali come, ad esempio, quelle per diventare Dirigente scolastico oppure Direttore generale dei servizi amministrativi (DSGA).
A proposito delle denominazioni diritto costituzionale e diritto pubblico è frequente la domanda su quale sia la differenza tra le due discipline e perché in alcuni bandi si richiede il diritto pubblico mentre in altri è indicato il diritto costituzionale. A livello universitario la differenziazione è presente tra le facoltà di giurisprudenza (dove si insegna diritto costituzionale) e le altre facoltà (dove l’insegnamento è quello di istituzioni di diritto pubblico).
Mentre il diritto pubblico esamina l’insieme delle regole che danno fondamento normativo all’esercizio del potere all’interno dello Stato, in vista del conseguimento di finalità di interesse generale, il diritto costituzionale esamina il nucleo essenziale di tale disciplina vale a dire i principi attorno al quale ruota il rapporto Stato-individuo; si tratta di distinzioni dai contorni alquanto sfumati e che nella pratica si risolvono in una trattazione più o meno approfondita di alcune nozioni concernenti l’assetto della pubblica amministrazione.
Nei testi di diritto costituzionale le nozioni di diritto amministrativo sono sostanzialmente assenti mentre in quelli di diritto pubblico sono trattate in modo più esteso, anche se comunque sinteticamente.
Per chi frequenta giurisprudenza saranno approfondite nel fondamentale esame di diritto amministrativo; per le altre facoltà non ci saranno approfondimenti successivi (salvo che non si inserisca nel proprio piano di studio questa materia, in genere un complementare).
Gli argomenti dell'articolo
Quanto diritto costituzionale si deve conoscere per i concorsi pubblici
Ma quale livello di conoscenza della materia è necessario per prepararsi ad un concorso pubblico? La risposta dipende, ovviamente, dal tipo di concorso al quale si partecipa. A volta sono richiesti solo “elementi” o “nozioni” mentre in altri si esige una conoscenza approfondita. Talvolta il bando parla di diritto pubblico mentre nella generalità dei casi si fa riferimento al diritto costituzionale (anche perché nei concorsi il diritto amministrativo è quasi onnipresente).
A prescindere dall’espressione utilizzata si tratta di argomenti di fondamentale importanza, tale da non consentire una sintesi “eccessiva”. Magari nessuna commissione chiederà le decine di ipotesi di acquisto, perdita o riacquisto della cittadinanza italiana, ma che cosa implica tale status è una domanda ricorrente, così come può facilmente essere oggetto di prove a test.
Il Minimanuale di Diritto Costituzionale: le novità
Il percorso di studio della materia è accompagnato da costanti e mirati riferimenti alla dottrina e alla giurisprudenza, soprattutto quella della Corte costituzionale, evidenziata in specifici riquadri.
Gli articoli di maggiore rilevanza del testo costituzionale, inoltre, sono posti in primo piano attraverso mappe normative, che illustrano i passaggi più importanti. Laddove necessario, poi, si è fatto ampio uso di esempi, con un continuo passaggio dalla teoria alla pratica applicazione delle norme giuridiche.
Alla fine di ogni capitolo sono presenti Domande di autovalutazione e Percorsi riepilogativi per un’immediata verifica degli argomenti studiati, mentre ulteriori esercitazioni sono possibili grazie al software online, accessibile gratuitamente dall’area riservata.
Il volume, in quest’ultima edizione, è aggiornato: alla L. cost. 19 ottobre 2020, n. 1, che ha modificato gli artt. 56, 57 e 59 della Costituzione, riducendo il numero dei parlamentari; alla L. cost. 18 ottobre 2021, n. 1, che ha eliminato la soglia minima anagrafica di venticinque anni, originariamente fissata dall’art. 58 Cost. per l’esercizio del diritto di voto al Senato; alla L. cost. 11 febbraio 2022, n. 1, che ha elevato l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi a valori costituzionali primari e assoluti, inserendone la tutela nell’art. 9 Cost., insieme a quella degli animali, ed è inoltre intervenuta sull’art. 41 per introdurre il divieto di recar danno all’ambiente nello svolgimento dell’iniziativa economica privata e, al tempo stesso, imporre che l’attività economica pubblica e privata sia indirizzata e coordinata, con programmi e controlli opportuni determinati dalla legge, a fini non più soltanto sociali ma anche ambientali; alla L. cost. 7 novembre 2022, n. 2, che ha inserito un nuovo comma nell’art. 119 Cost. per «costituzionalizzare» il riconoscimento della peculiarità delle isole.
Si è dato atto, inoltre, di alcuni importanti interventi a livello di legislazione ordinaria, fra cui: la L. 12 aprile 2022, n. 35 che, modificando l’art. 51 D.Lgs. 267/2000, ha stabilito che il divieto di ricandidatura immediata alla carica di Sindaco, nei Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, si applica soltanto allo scadere del terzo mandato consecutivo e che, in ogni caso, negli altri Comuni, è consentito un terzo mandato consecutivo se uno dei due mandati precedenti ha avuto durata inferiore a 2 anni, 6 mesi e un giorno, per causa diversa dalle dimissioni volontarie (disposizione valevole anche per la carica di Presidente della Provincia); la L. 17 giugno 2022, n. 71, facente parte del pacchetto di interventi normativi noto come «riforma Cartabia», che ha delegato il Governo a riformare l’ordinamento giudiziario e ad adeguare l’ordinamento giudiziario militare, introducendo nel contempo norme, immediatamente precettive, anche in materia di costituzione e funzionamento del Consiglio Superiore della Magistratura; il D.L. 31 ottobre 2022, n. 162, convertito con modificazioni dalla L. 30 dicembre 2022, n. 199, che ha fra l’altro ridisegnato la disciplina dell’ergastolo ostativo, rispondendo così alle sollecitazioni provenienti dalla Corte europea dei diritti dell’uomo e dalla Corte costituzionale.
Gli argomenti chiave
Quali sono gli argomenti “indispensabili” del diritto costituzionale? In prima approssimazione la risposta è abbastanza semplice: occorre studiare tutte le disposizioni riportate nella Costituzione e nella legislazione di attuazione. Nella pratica l’equivalenza diritto costituzionale = studio della Costituzione non è così immediata.
Per una corretta comprensione della materia è necessario imparare alcune nozioni di teoria generale, basilari per poter poi procedere all’esame dei singoli articoli del testo costituzionale. A titolo esemplificativo occorre prima di tutto capire i concetti di norma giuridica e di ordinamento giuridico, esaminare dal punto di vista giuridico lo Stato e le sue componenti essenziali, capire la differenza tra forma di Stato e forma di governo, aver ben chiaro cosa s’intende per fonte del diritto e le relative distinzioni (fonte-fatto, fonte-atto, fonte di produzione, fonte di cognizione ecc.).
Inoltre vista la sempre più incisiva presenza del diritto dell’Unione europea nell’ordinamento italiano, così come negli ordinamenti degli altri Stati membri, occorre almeno conoscere i caratteri essenziali di questa organizzazione (consulta il MiniManuale di diritto dell’Unione europea). Si tratta di argomenti che non troverete esplicitamente citati nel testo costituzionale. Solo dopo aver inquadrato questi concetti fondamentali si può passare all’esame della Carta costituzionale.
Normalmente uno dei primi argomenti è la disciplina dei diritti e delle libertà fondamentali riportata nella prima parte della Costituzione (articoli da 13 a 54). È propria quest’ultima ad operare una distinzione tra diritti nella sfera individuale (libertà personale, di domicilio, di circolazione e soggiorno), per poi passare ai diritti nella sfera pubblica (libertà di riunione, libertà di associazione, libertà religiosa ecc.) e nella sfera sociale (diritto all’istruzione, alla salute ecc.), chiudendo poi con i diritti nella sfera economica (diritto al lavoro, di sciopero, diritto alla libertà di iniziativa economica, diritto di proprietà ecc.).
Seguendo il testo costituzionale si passa all’esame dell’apparato istituzionale dello Stato, la cui disciplina è riportata nella seconda parte della Costituzione (articoli da 55 a 139). Si parte normalmente dalle istituzioni di maggiore rappresentatività (Presidente, Parlamento e Governo) per proseguire con l’esame degli organi di garanzia e controllo (magistratura e Corte costituzionale) e i cosiddetti organi ausiliari (Consiglio di Stato, Corte dei conti e CNEL).
La sezione successiva dei manuali analizza, invece, le diverse articolazioni territoriali della Repubblica, vale a dire le Regioni, le Province, le Città metropolitane e i Comuni.
Una corposa trattazione è dedicata alle fonti del diritto, argomento che fino a pochi anni addietro era relativamente semplice da inquadrare ma che oggi presenta delle notevoli complessità a causa dell’affermarsi di nuovi soggetti abilitati a porre in essere atti vincolanti per una parte o per l’intera popolazione (Regioni, Unione europea).
Diritto costituzionale: il nuovo Minimanuale
Per approfondire consigliamo il Minimanuale – Elementi di Diritto Costituzionale aggiornato agli ultimi provvedimenti normativi.
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Il corso online di Diritto Costituzionale di Edises Formazione esamina in dettaglio le fonti del diritto, i principi fondamentali, le strutture istituzionali e i meccanismi di tutela dei diritti.
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La prova preselettiva e la prova scritta: quesiti a risposta chiusa o aperta
Nei concorsi pubblici la valutazione della conoscenza di una materia è normalmente effettuata tramite prove a quiz, almeno nelle prime fasi del concorso.
Nelle preselezioni la regola è quella dei quesiti a risposta multipla, con la classica domanda corredata da 3 o 4 alternative di risposta. Indicazioni su come prepararsi e su come affrontare al meglio tali prove sono fornite in modo dettagliato in diversi articoli di questo blog.
Come affrontare le prove a test dei concorsi pubblici: i consigli del Prof. Bonora sul blog Edises
Nelle prove scritte la scelta ricade normalmente sui quesiti a risposta aperta. Si tratta di una domanda cui deve seguire una breve illustrazione dell’istituto compendiata in poche righe (orientativamente circa 15/20). Le domande sono quasi sempre estremamente generiche e in teoria potrebbero avere delle risposta anche di più pagine. Ma bisogna fare molta attenzione perché non si tratta di un tema, ma di quesiti a risposta aperta; la difficoltà è proprio quella di dimostrare di avere un quadro chiaro di tutti gli aspetti dell’istituto senza tuttavia utilizzare intere pagine per spiegarlo.
Quali sono le caratteristiche delle norme giuridiche e come si differenziano dalle fonte del diritto?
La norma giuridica è una regola (prodotta da una fonte del diritto) obbligatoria per i consociati, che disciplina in via preventiva ed ipotetica una classe di situazioni assunte come possibili. Essa è, dunque, generale perché ha come destinatari un numero indistinto ed indeterminato di soggetti; astratta perché suscettibile di indefinita applicazione: si tratta, infatti, di una regola ripetibile nel tempo a prescindere dal caso concreto, che troverà, pertanto, applicazione in tutti i casi rientranti nella previsione normativa.
La norma giuridica segue il seguente schema: se c’è A, ci deve essere B (cioè se si verifica l’evento A ci dovrà essere l’applicazione della regola B); la norma giuridica è innovativa, ossia capace di sostituire, modificare o integrare preesistenti norme dell’ordinamento. Si osservi come il contenuto generale e astratto della norma giuridica risponda ad un’esigenza di sistema: non si vuole che le norme siano individuate per ciascuno o per gruppi specifici, ma siano regole delle quali tutti possano far uso quando si trovano nella situazione contemplata dalla regola stessa.
Le fonti del diritto (in particolare quelle di produzione) sono, invece, gli atti e i fatti idonei a produrre norme giuridiche, ossia capaci di innovare il diritto oggettivo (Barile). Solo quelle di produzione sono vere e proprie fonti del diritto in quanto solo da esse traggono origine le norme giuridiche, che come già detto sono regole sociali ad osservanza obbligatoria e alla cui violazione l’ordinamento associa nella generalità dei casi l’applicazione di una sanzione.
Come prepararsi a questa prova? Sul nostro blog una guida, valida per tutti i concorsi, su come preparare un testo che sia allo stesso tempo esauriente, sintetico e chiaro: leggi l’approfondimento
La prova orale
Il diritto costituzionale ricompare spesso anche nelle fasi finali di un concorso pubblico, quando si deve sostenere la prova orale. A questo punto più che ripassare di nuovo tutti gli argomenti l’attività più utile che si può fare è quella di “fissare i concetti”, vale a dire tracciare un quadro schematico di tutti i punti fondamentali della materia. Questa operazione si può fare mentalmente, ma risulta ancora più utile ed efficace se viene fatta su carta, tracciando e organizzando una mappa concettuale.
Nel MiniManuale – Elementi di Diritto Costituzionale questo lavoro è stato già fatto per voi. In calce a ogni capitolo, infatti, sono presenti mappe concettuali (Percorsi riepilogativi) di tutti gli argomenti affrontati.
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