Il libro di cui vi parliamo oggi è stato pubblicato pochi giorni fa ma in realtà nasce da molto lontano, da quando entrambe abbiamo iniziato a muovere i primi passi nel mondo della didattica dell’arte, lavorando in uno dei più importanti musei di arte contemporanea di Roma.
Nel corso di quasi dieci anni abbiamo continuato a formarci e a collezionare esperienze presso musei e scuole di tutti gli ordini e gradi in tutta Italia, da Reggio Calabria a Milano, da Viterbo a Novara; abbiamo aperto un blog (www.zebrart.it) in cui offriamo gratuitamente centinaia di contenuti di approfondimento per docenti ed educatori museali seguito in breve da un’associazione culturale. Ben presto abbiamo deciso di dedicarci anche alla formazione dei docenti e del personale museale, in presenza e online.
Nel corso di questi anni pieni di incontri e di esperienze straordinarie sia a livello professionale che umano abbiamo avuto modo di osservare nel dettaglio qual è il posto che l’arte occupa oggi nella scuola.
Arte e immagine nel primo ciclo di istruzione: a che punto siamo?
Trattata al pari di una materia come molte altre – con date, nomi e luoghi da memorizzare, artisti i cui viaggi in lungo e in largo lo stivale devono essere ricordati a menadito – la storia dell’arte risulta fortemente svilita nella sua dirompente carica educativa.
L’obiettivo di questo volume è mostrare che esistono altre metodologie di insegnamento (e perché no, di impiego!) dell’arte nel percorso educativo dei più giovani. Queste possibilità partono dall’idea secondo cui l’arte, oltre che materia di studio, possa essere anche materiale vivo, duttile per un approccio trasversale al sapere citando uno dei maggiori esperti del settore, Marco Dallari.
L’arte può essere il collante che ci permette di affrontare argomenti appartenenti a discipline diverse con un approccio complesso, non banale, aperto al dubbio, e può diventare uno dei mezzi più potenti a nostra disposizione per aiutare bambini e ragazzi a sviluppare spirito critico e un atteggiamento improntato alla costruzione di un mondo interiore ricco e stimolante.
Essere creativi, infatti, non significa necessariamente essere abili nel disegno o nella pittura, ma saper guardare la realtà da una prospettiva liminare, saper riconoscere opportunità là dove tutti vedono solo criticità, saper risolvere problemi in modo efficace: queste e altre caratteristiche sono fondamentali per lo sviluppo armonioso dell’individuo e non sono meno importanti anche se contestualizzati nell’ambito della formazione di competenze in vista della propria vita professionale futura.
Il mondo del lavoro cambia a una velocità mai vista prima: sono numerose le professioni nate e diffusesi in gran parte del mondo nel corso degli ultimi decenni. Pensiamo alle figure del copywriter, del web designer o del SEO specialist: nessuno di noi da bambino avrebbe mai potuto dire di voler fare uno di questi lavori perché semplicemente non esisteva. Allo stesso molti dei bambini che oggi frequentano le scuole primarie rivestiranno ruoli e svolgeranno mansioni che attualmente non esistono ancora.
Per questa ragione il compito della scuola e di chi a vario titolo si occupa di educazione dovrebbe essere quello di fornire ai bambini e ai ragazzi strumenti e mezzi per un’interpretazione critica di ciò che li circonda, non formule immutabili da applicare all’occorrenza.
L’arte può essere uno di questi strumenti e in particolar modo l’arte contemporanea può offrire uno spazio fertile per la costruzione di percorsi educativi basati sull’interdisciplinarietà, sulla ricchezza semantica, sull’esplorazione del sé e dell’altro, della diversità dentro e fuori di noi.
L’artista di oggi, molto più che in ogni altro momento storico, è una figura che presenta caratteristiche ibride: non è né un antropologo né un sociologo, eppure osserva la realtà con una sensibilità dirompente oltre che con metodologie ricercate; non è uno storico né un giornalista d’assalto, eppure sa tessere fili invisibili tra ieri e oggi, denunciando le micro fratture entro le quali, senza accorgercene, danziamo.
L’arte contemporanea parla di noi, di quello che siamo stati e di quello che vorremmo essere, delle crepe attraverso le quali passa luce, come cantava Leonard Cohen.
È anche per questo motivo che nel nostro volume sulla didattica di arte e immagine nel primo ciclo di istruzione sono presenti numerosi approfondimenti relativi ad artisti contemporanei e tematiche di attualità.
Cosa troverai nel volume Didattica dell’arte?
Didattica dell’arte nel primo ciclo di istruzione è diviso in due parti, una prima con indicazioni metodologiche e una seconda operativa.
La prima parte ti offrirà una serie di riflessioni di tipo teorico, relative alla possibilità di integrare il nostro approccio all’insegnamento di arte e immagine nel primo ciclo. Troverai anche riferimenti bibliografici a cui far riferimento per studi ulteriori oltre che esempi e spunti.
Alla parte operativa abbiamo riservato uno spazio significativo ed è ricca di Uda interdisciplinari già compilate. Queste possono anche essere scaricate integralmente dalla sezione riservata del sito EdiSES (attivabile attraverso il codice personale contenuto nella prima pagina del libro).
Le Uda sono adattabili alle esigenze della tua classe -dilatate, abbreviate, utilizzate anche soltanto per spunti operativi- perché nessuno meglio di te conosce le esigenze dei tuoi alunni.
Quasi tutte le Uda contengono approfondimenti su alcuni artisti (contemporanei e non) e su tecniche artistiche che è possibile utilizzare nella prassi laboratoriale.
Troverai anche numerose schede laboratorio, con spiegazione delle fasi di ogni singola attività, dei materiali occorrenti, degli obiettivi educativi.
Vuoi consultare un’anteprima del libro? Clicca su Sfoglia all’interno della scheda descrittiva.
Grande importanza è stata data anche al mondo del digitale e della DDI per due ragioni: da un lato per rispondere a un’esigenza concreta degli insegnanti del primo ciclo, che grazie a questo volume avranno consigli pratici su come impostare le lezioni in DDI o DAD, su come gestire i contenuti e su come raccogliere feedback; dall’altro perché non dovremmo mai dimenticare che anche per gli insegnanti l’aggiornamento è una prassi fondamentale e che l’utilizzo di alcuni strumenti e tool digitali, se ben progettato, potrebbe rivelarsi estremamente efficace anche nelle lezioni in presenza.
Non dimentichiamolo: i destinatari della nostra azione educativa, i bambini e i ragazzi che frequentano le classi del primo ciclo di istruzione, hanno imparato prima a utilizzare devices informatici e solo dopo qualche anno a leggere e a scrivere. Si tratta di una differenza sostanziale che ormai non possiamo più eludere.
Didattica dell’arte nel primo ciclo di istruzione, come dicevamo poco sopra, nasce da molto lontano ma soprattutto dalla nostra passione per il mondo dell’arte e dell’educazione. Speriamo possa esservi utile per portare avanti progetti e percorsi stimolanti, divertenti ed efficaci.
a cura di Silvia Andreozzi e Monica Palmeri