Scade il 24 novembre il termine per l’inoltro in via telematica delle domande di ammissione al concorso per l’assunzione di 120 operatori del mercato del lavoro (categoria C1 – diplomati) nei centri per l’impiego della Città Metropolitana di Milano, della Provincia di Lodi e della Provincia di Pavia.
Il programma della prova scritta prevede anche la conoscenza degli elementi di psicologia del lavoro. Dopo un’attenta analisi delle banche dati ufficiali, pubblichiamo questo approfondimento su alcune teorie formulate sul fattore della motivazione.
Gli argomenti dell'articolo
Psicologia del lavoro: i contributi della psicologia sulla motivazione
La motivazione è definita come la spinta interiore che si accompagna ai processi psicologici che provocano la nascita, la direzione e la persistenza di azioni volontarie dirette verso un obiettivo. Intorno alla metà del secolo scorso, maturarono, negli Stati Uniti, diverse riflessioni teoriche sull’argomento riconducibili a due principali scuole di pensiero:
- Content theories (teorie motivazionali di contenuto): si soffermano sul cosa le persone potrebbero sentire di aver bisogno nella loro vita
- Process theories (teorie della motivazione incentrate sui processi): si concentrano sul come della motivazione, ovvero sui processi psicologici e comportamentali seguiti dagli esseri umani.
Attraverso la comprensione di questi processi è possibile capire le azioni, le interazioni e i contesti che motivano i comportamenti dei collaboratori di una determinata azienda.
La scala dei bisogni di Maslow
La più nota teoria di contenuto motivazionale costruita sui bisogni dell’uomo è la “Piramide dei bisogni”, elaborata nella prima metà del ventesimo secolo dallo psicologo statunitense Abraham Harold Maslow.
Il modello di Maslow sostiene che la motivazione è funzione di cinque bisogni fondamentali, classificati secondo un preciso e prevedibile ordine gerarchico, rappresentato graficamente in una scala piramidale. I gradini più grandi si trovano nella parte bassa mentre quelli più piccoli nella parte alta. Maslow colloca alla base i bisogni legati alla sopravvivenza (l’acqua o l’aria, ad esempio), avvertiti dalla generalità degli esseri umani, mentre, mano a mano che si sale la piramide, il numero di persone che avvertono gli altri bisogni decresce. Ciò accade perché non tutti sono motivati dalle stesse necessità.
Un bisogno, secondo Maslow, non diventa motivante finché non è soddisfatto, almeno in parte, il bisogno di ordine inferiore. È importante, dunque, evidenziare il carattere della sequenzialità: non è possibile accedere ad un gradino più alto se prima non si è soddisfatto il bisogno precedente.
La teoria duale di Herzberg
Nel filone della teoria motivazionale dei contenuti si colloca anche lo psicologo sociale Herzberg, famoso per la teoria dei fattori duali. Herzberg condusse una ricerca utilizzando un campione di 200 professionisti tra ingegneri e contabili nella zona di Pittsburgh, Pennsylvania. I partecipanti esaminati dovevano raccontare alcuni eventi che li avevano fatti sentire soddisfatti o insoddisfatti nell’ambito professionale.
Lo psicologo statunitense concluse che, in ragione alle caratteristiche degli eventi emersi, vi sono fattori definiti “igienici” quali la retribuzione, le relazioni con i colleghi e i superiori, l’ambiente fisico di lavoro e la sicurezza del lavoro, che non hanno un impatto diretto sulla motivazione. Essi sono correlati alla non-insoddisfazione: non sono cioè direttamente motivanti, ma se non presenti inducono una certa insoddisfazione. La seconda classe di fattori, definiti “motivanti”, ha, diversamente, un effetto diretto sulla motivazione, in quanto produce un’alta soddisfazione. I contenuti motivanti del lavoro sono il raggiungimento di risultati, i riconoscimenti, la natura del lavoro, il livello di responsabilità e la possibilità di crescere e di fare carriera.
Essi affondano le radici nei cosiddetti bisogni superiori dell’uomo: bisogno di autorealizzazione, bisogno di riconoscimento sociale, bisogno di discrezionalità nell’esecuzione del lavoro, bisogno di una continua crescita psicologica che riassume in certo modo tutti i bisogni precedenti.
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Le prove d’esame del concorso CPI Lombardia
Il concorso per 120 operatori del mercato del lavoro presso i CPI Lombardia prevede una prova scritta e una orale. Entrambi i test mirano a valutare le competenze dei candidati relative al ruolo che andranno a ricoprire.
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