Comunicare è un’arte. Scrivere in modo efficace richiede metodo ed esercizio; ciò è vero a maggior ragione quando ci si prepara ad affrontare un concorso. In sede d’esame, infatti, oltre alle normali difficoltà di scrittura, si è sottoposti alla pressione del tempo, all’ansia legata all’importanza del risultato e ad altri fattori di stress che di certo non facilitano la concentrazione. In questi casi è ancora più importante applicare un metodo acquisito per lavorare in modo più spedito e ridurre l’impatto di emotività e ansia, mantenendo una elevata concentrazione sulla prestazione.
La conoscenza di tecniche di base e di qualche semplice regola facilita notevolmente la padronanza della lingua e consente una scrittura efficace e comunicativa. Prima di passare in rassegna alcune strategie, definiamo però cosa si intende per “scrittura efficace”, ricordando che l’efficacia non è una qualità assoluta ma relativa all’obiettivo che ci poniamo. Tanto per intenderci, se l’originalità espressiva può premiare in un contest di scrittura creativa, di certo non è una attitudine da dimostrare in un concorso!
Gli argomenti dell'articolo
I 5 aggettivi che rendono efficace la tua prova scritta
Per essere efficace nel contesto della prova scritta di un concorso pubblico, il tuo elaborato dovrebbe essere:
- pertinente (centrato sul tema della traccia)
- corretto (dal punto di vista grammaticale e sintattico)
- scorrevole (piacevole da leggere e da comprendere)
- coerente (nella successione dei temi trattati)
- sintetico (perché in un tempo limitato dovrai rispondere a vari quesiti)
In questo articolo ci concentreremo in particolare sugli ultimi due punti, o meglio su uno strumento indispensabile per assicurare coerenza al nostro testo e per facilitare la sintesi: la scaletta.
Perché la sintesi sarà la chiave
Ci sono varie ragioni per cui le risposte sintetiche si stanno diffondendo a livello concorsuale, prevalendo sui vecchi “temi”; una di queste è sicuramente il tempo necessario a correggere gli elaborati. Le risposte sintetiche sono più “economiche” rispetto al classico tema da intere facciate di foglio protocollo, perché banalmente occorre meno tempo per correggerle e valutarle.
Non si tratta però della sola ragione e probabilmente neanche di quella più importante. In realtà una risposta breve consente di valutare nel contempo conoscenze e abilità; richiede la conoscenza dell’argomento da trattare e la capacità di individuarne i punti principali.
Mi scuso per la lunghezza della mia lettera, ma non ho avuto il tempo di scriverne una più breve.
Così Blaise Pascal apre una tra le più note delle sue Lettres Provinciales, evidenziando in modo ironico ed efficace la complessità della sintesi; un processo fatto di analisi, selezione, collegamento che più di tanti test psico-attitudinali è in grado di dimostrare l’abilità di ragionamento.
Il piano di dissertazione, reminiscenze di un Erasmus
Ricordo che al liceo tra noi “secchioni” c’era una sorta di competizione su chi faceva il tema più lungo. Ho continuato a confondere la quantità di nozioni con la qualità del ragionamento fino al terzo anno di Università quando sono sbarcata all’IEP di Strasburgo da studentessa Erasmus.
Già 20 anni fa in Francia gli esami erano solo scritti e non si trattava né di temi, né di elaborati, bensì di “Plans de dissertations”, espressione esotica che indica una scaletta, un indice dettagliato! Il corso di Dissertation, obbligatorio per tutti gli studenti Erasmus, è stato accolto con grande ilarità specialmente da noi italiani, che giudicavamo cosa assai banale realizzare un indice per chi era abituato a esami “veri”! Dopo la prima insufficienza – peraltro a un insulso esame complementare che in Italia avrei superato a mani basse – l’ilarità ha ceduto il posto all’attenzione e all’apprendimento di vere e proprie tecniche di ragionamento, che chiaramente migliorano con la pratica, ma che anche un neofita può applicare seguendo meccanicamente delle procedure. Ammetto di aver dimenticato quasi completamente le tante nozioni disciplinari apprese per superare gli esami in Francia, ma di aver interiorizzato un’abilità utile in qualsiasi contesto (e direi vitale per il mio lavoro), un metodo per sistematizzare le nozioni, dare coerenza al pensiero, mettere ordine nel caos.
Redigere una scaletta
In un altro articolo abbiamo già parlato della prova scritta (riferendoci alla prova scritta del concorso a cattedra) e descritto sinteticamente le tre fasi principali nella stesura di un testo:
- la fase di pre-scrittura – racchiude tutte le operazioni preliminari alla stesura del testo;
- la fase di scrittura – vale a dire la stesura vera e propria del testo;
- la fase di post-scrittura – comprende le operazioni successive alla scrittura, cioè la revisione del testo per renderlo fruibile.
Nella stesura di un elaborato, la scaletta corrisponde all’ultima, indispensabile, operazione da compiere nella fase di pre-scrittura del testo, dopo aver raccolto idee e spunti anche con la tecnica delle mappe concettuali.
Si tratta mettere ordine tra le idee raccolte e redigere uno schema dettagliato e gerarchico delle informazioni in nostro possesso. Affidarsi a una scrittura istintiva o al flusso caotico dei propri pensieri non è infatti la strategia migliore per realizzare una composizione scorrevole. Quando si inizia la stesura di un elaborato è necessario, perciò, oltre ad avere individuato gli argomenti da trattare, aver già organizzato le sequenze testuali e i legami tra le varie parti che lo compongono. La scaletta, infatti, è una lista di punti – ed eventuali sottopunti – disposti in ordine verticale che corrispondono agli argomenti principali dei paragrafi nei quali si articolerà il testo da redigere; ciò assicura coerenza al testo e facilita – dunque velocizza – la fase di scrittura.
Prima di compilare la lista è fondamentale:
- rileggere tutti gli appunti presi nella fase di ideazione
- evidenziare il tema ristretto ricavato da un tema generale più ampio
- sottolineare tutti gli argomenti secondari correlati al tema principale
- stabilire una gerarchia definitiva tra le varie idee secondo un criterio scelto che può essere cronologico, di causa-effetto
Completata questa fase di revisione delle idee si può procedere alla compilazione della lista nel modo seguente:
- riscrivere l’elenco degli argomenti disponendoli in una lista verticale
- contrassegnare ogni punto della scaletta con numeri o lettere
- attribuire un titolo a ogni punto della scaletta
- suddividere ogni punto in sottopunti che indichino l’ulteriore articolazione dei singoli argomenti
Da quanto detto si evince che, indipendentemente dallo schema grafico utilizzato, la scaletta è una preliminare stesura della materia da esporre in modo gerarchico, nella quale gli argomenti da trattare sono disposti secondo un’organizzazione logica e selettiva.
Spesso, in un primo sviluppo dello schema, si tralasciano o sopravvalutano elementi peculiari della trattazione; pertanto, la lista deve lasciare un margine di flessibilità, poiché è probabile che durante l’elaborazione del compito taluni punti indicati nello schema appaiano superflui o addirittura non attinenti alla linea concettuale intrapresa nella stesura della prova mentre, al contrario, nuovi argomenti possono inserirsi nell’ambito della trattazione. In questo caso, è importante correggere e rileggere la scaletta per verificare la coerenza logica nella successione degli argomenti; qualora si dovesse decidere di spostare qualche punto è necessario verificare che tale modifica non alteri la successione logica dei punti della lista.
Affinché questa operazione risulti facile e rapida, bisogna essere in grado di organizzare una sequenza ordinata e ben definita di argomenti da trattare, valutando nel contempo anche quanto spazio linguistico dare a ognuno di essi. In poche parole, si deve evitare che nella stesura definitiva dell’elaborato possano essere presenti elementi contraddittori tra loro oppure ripetizioni di concetti, rimarcando tematiche secondarie e lasciando poco spazio agli argomenti primari.
Ecco un esempio
Nello schema che segue è presentato un modello di scaletta organizzata secondo una struttura gerarchica.
- Introduzione 1. …………………………………………….. a) ……………………………………….. b) ……………………………………….. 2. …………………………………………….. a) ……………………………………….. b) ……………………………………….. 3. …………………………………………….. a) ……………………………………….. b) ………………………………………..
- Conclusione
Notiamo in particolare la presenza di alcune costanti:
- Introduzione
- Idee da sviluppare
- Conclusione
Le idee, ma soprattutto i sottopunti, devono conferire equilibrio al testo e per fare ciò, devono essere di numero equivalente e devono argomentare mediante l’uso appropriato dei connettivi, il passaggio da un punto all’altro
Traccia per un elaborato sulla valutazione nella Scuola Primaria
Titolo Illustri il candidato come realizzare una valutazione del processo formativo, in grado di consentire a tutti gli alunni di raggiungere gli obiettivi didattici previsti.
Schema di svolgimento
- Premessa: chiarire il significato della locuzione “valutazione del processo formativo” alla luce dei nuovi strumenti di valutazione della scuola primaria
- Finalità pedagogiche e didattiche della valutazione formativa: 2.1 Orientare il processo di apprendimento degli alunni 2.2 Controllare l’efficacia dei metodi e dei contenuti 2.3 Programmare interventi didattici differenziati
- Modalità della valutazione formativa: 3.1 Vari tipi di prove strutturate e semi-strutturate 3.2 Colloqui 3.3 Tecniche proiettive; uso della LIM ecc. 3.4 Molteplici forme di espressione (scritta, grafi co-pittorica, manipolativa ecc.)
- Criteri per ridurre le ambiguità nella misurazione: 4.1 Accertare che gli strumenti impiegati siano adatti a verificare ciò che si vuole valutare 4.2 Verificare che la misurazione sia identica per tutti i soggetti 4.3 Assicurarsi che lo strumento di valutazione sia in grado di informare sull’effettivo processo di apprendimento
- Conclusioni: 5.1 Oggetto della valutazione non è l’alunno in quanto persona, ma i risultati dell’apprendimento in relazione agli obiettivi programmati 5.2 Valutare l’efficacia della programmazione didattica 5.3 Definire la valutazione formativa in funzione della promozione dello sviluppo del discente