studiare con le mappe concettuali

Come studiare con le mappe concettuali

Da studentessa mi sono ritrovata molte volte a ripetere una sorta di mantra infernale, ricco di delusione, sconforto e rassegnazione: “Eppure mi sono impegnata, ho studiato tanto, notti insonni e alla fine… tutto si è concluso con un pugno di mosche!”.
Lo stesso mantra l’ho sentito spesso pronunciare anche ai miei colleghi universitari ed ora, da formatrice, lo ascolto dai ragazzi che incontro nelle diverse classi.

Ma perché, molto spesso, non riusciamo ad essere all’altezza della nostra preparazione?
Perché, a volte, non riusciamo a creare connessioni repentine tra un concetto ed un altro? Come mai, spesso, l’apprendimento risulta essere faticoso e poco produttivo?

Andiamo per gradi e proviamo a dare una risposta a tutti questi interrogativi. È risaputo che si apprende molto più volentieri e più velocemente se si è impegnati in attività che hanno per noi un alto grado di interesse, se l’argomento è proposto in maniera avvincente e divertente, se il docente riesce a coinvolgere e ad esporre in maniera chiara e sintetica.
Tutto ciò implica di rimando che la chiave per apprendere efficacemente sia la motivazione, la volontà soggettiva, la possibilità di elaborare i nuovi contenuti in maniera personale.

Joseph D. Novak e l’apprendimento

Joseph D. Novak scriveva “L’apprendimento è un’attività che non può essere condivisa; è piuttosto una responsabilità che l’individuo deve assumersi. I significati dati alla realtà, invece, possono essere messi in comune, confrontati, concordati”.
Per Novak, quindi, l’efficacia dell’apprendimento dipende dalla volontà del singolo a ricercare relazioni tra ciò che già conosce ed i nuovi contenuti.
Ausubel, psicologo dell’età evolutiva, ha per molto tempo focalizzato la sua attenzione proprio sul tema dell’apprendimento. Il suo interesse principale era comprendere come gli studenti apprendessero, in modo da poter supportare il lavoro degli insegnanti. Negli anni ’60, Ausubel identifica nell’apprendimento meccanico e in quello significativo i due poli di un continuum.

  • L’apprendimento meccanico è quello che si basa solo ed esclusivamente sulla memorizzazione passiva di concetti, argomenti, idee. In questo tipo di apprendimento il focus è posto tutto sull’insegnante che deve trasmettere all’allievo i contenuti. Lo studente creerà, quindi, un’associazione puramente arbitraria tra ciò che già sa e il nuovo dato da apprendere.
  • L’apprendimento significativo è, invece, quello che consente di dare un senso alle conoscenze, permettendo l’integrazione tra le vecchie e le nuove. Qui il focus è posto sull’allievo, sulle sue conoscenze pregresse, sulla sua motivazione e sulla sua volontà. Questo tipo di apprendimento permette di sviluppare anche capacità di problem solving, pensiero critico, metariflessione e trasforma le conoscenze in competenze.

Novak, partendo dal lavoro di Ausubel sull’apprendimento significativo, mette a punto la tecnica delle Mappe Concettuali e scrive “L’apprendimento significativo si verifica quando chi apprende decide di mettere in relazione delle nuove informazioni con le conoscenze che già possiede. L’apprendimento meccanico invece avviene quando chi apprende memorizza le nuove informazioni senza collegarle alle conoscenze precedenti, o quando il materiale da studiare non ha alcuna relazione con tali conoscenze”.

A cosa servono le mappe concettuali

Il metodo delle Mappe concettuali si dimostra un utile strumento nel processo di insegnamento/apprendimento in quanto consente, a docenti ed allievi, di elaborare le conoscenze in maniera attiva mediante una rappresentazione grafica.
Infatti, per mappa concettuale si intende proprio un mezzo grafico che organizza ed esplica il pensiero, un mezzo grafico che correla e relaziona concetti tra loro. Immaginiamo di partecipare ad una “caccia al tesoro”: senza la mappa non riusciremmo mai ad arrivare al tesoro. La mappa concettuale fornisce la strada da percorrere per consentirci di giungere al tesoro, alla conoscenza, all’apprendimento efficace. Novak ha definito le caratteristiche essenziali di una mappa concettuale:

  • I nodi concettuali. Ogni nodo rappresenta un concetto elementare descritto con un’etichetta applicata ad una sagoma geometrica.
  • I collegamenti tramite relazioni di tipo connessionista. Ogni nodo è collegato ad un altro attraverso delle frecce che vengono orientate e dotate di un’etichetta descrittiva.
  • La struttura complessiva di tipo reticolare.

Come fare una mappa concettuale

Per realizzare una mappa, spiega Novak, gli accorgimenti sono i seguenti:

  • Individuare la domanda focale, ovvero il tema generale che si vuole descrivere e circoscrivere nell’ambito dell’analisi.
  • Sviluppare l’analisi dall’alto verso il basso, considerando le relazioni trasversali come un’eccezione.
  • Adottare una logica di realizzazione di tipo connessionista, ovvero prima identificare i concetti e poi creare le relazioni associative tra loro.
  • Collegare i diversi argomenti in modo chiaro e corretto.

La mappa concettuale è quindi un diagramma in cui sono inseriti i concetti collegati da nessi logici. Per la creazione di tale diagramma si può procedere a mano, o utilizzando dei programmi o software creati per tale scopo.

Software per fare mappe concettuali

Alcuni programmi utili alla creazione delle mappe concettuali sono:

  • MindMeister: non è un programma vero e proprio, ma un’applicazione web che si può utilizzare via browser. Si procede registrandosi al sito e scegliendo la modalità gratuita o a pagamento. La versione free consente di conservare fino a 3 mappe online. Le mappe realizzate possono essere esportate nei formati JPG, PDF, GIF o PNG per essere consultate offline.
  • XMind: è un software che va installato sul computer ed ha compatibilità con i sistemi operativi Microsoft Windows, Mac OS X e Linux. Include la possibilità di creare un account gratuito online per condividere le mappe con altri e per incorporarle su siti e blog.
  • FreeMind: è un programma scaricabile, scritto in Java e, quindi, compatibile con la maggior parte dei sistemi operativi. Le mappe create possono essere esportate nei formati PDF, PNG e HTML.
  • Mindomo: è un programma scaricabile dopo aver effettuato una registrazione. Le mappe create possono essere condivise e salvate in diversi formati.
  • BluMind: possiede numerosi strumenti da usare per la creazione delle mappe, supporta tutti i principali formati di immagini ed è consigliato per i meno esperti. Al momento è disponibile solo per il sistema operativo Windows sia in versione standard che in versione portable che non richiede installazioni per poter funzionare.
  • MindMaple: è la soluzione per chi ha poco tempo o si accinge ad usare le mappe concettuali per la prima volta. Il programma è disponibile sia in versione gratuita che a pagamento ed è compatibile con Windows e con OS X oltre che con i dispositivi iOS sotto forma di app.
Le mappe concettuali
Non servono a: Servono a:
Elencare contenuti. Stabilire connessioni tra concetti. Conducono ad una riflessione sulla struttura della conoscenza e sul processo messo in atto, favorendo l’acquisizione di un efficace metodo di studio.
Riassumere. Sintetizzare, in quanto, i concetti vanno espressi per parole chiave e non riassumendo interi periodi.
Restare immutate. Variare in base ai nuovi apprendimenti, creando nuove e significative connessioni.
All’apprendimento meccanico. All’apprendimento significativo, in quanto, stimolano le motivazioni intrinseche ad imparare, la metacognizione e il metapprendimento.
A restare isolati. Creare cooperazione e relazione, perché facilitano il confronto sui concetti e sulla loro relazione.

Novak nel suo “Imparando a imparare” scrive: “Poiché credo che ogni forma di apprendimento sia radicata nelle strutture dei significati che l’individuo sviluppa, le mappe concettuali sono rilevanti per tutto l’apprendimento. Nell’apprendere delle abilità, sia mentali che manuali è necessaria la pratica, ma questo processo è facilitato quando gli individui hanno una buona comprensione concettuale delle abilità. In modo simile, l’apprendimento visivo – ad esempio come riconoscere gli uccelli, ricordare informazioni da foto, ecc. – viene facilitato se accompagnato da una adeguata comprensione concettuale; naturalmente anche le esperienze sia fisiche che visive possono aumentare la comprensione concettuale”.
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