Siegel

Emozioni primarie o emozioni fondamentali? La risposta di Siegel

Quando si pensa a emozioni come la gioia, la tristezza, la sorpresa, la paura, la rabbia e il disgusto, sulla cui esistenza e universalità c’è un diffuso accordo nell’ambito della ricerca scientifica, è facile immaginarle, in un certo senso, come quelle che – un po’ come i colori primari – combinandosi insieme danno origine a tutte le altre in innumerevoli sfumature. Capita allora di trovarle definite proprio come “emozioni primarie”, ma capita anche che siano chiamate “emozioni di base o fondamentali”, come se si trattasse di due espressioni equivalenti per indicare uno stesso oggetto, quando, scientificamente, fanno invece riferimento a due concetti diversi.

Ma allora cosa sono la gioia, la tristezza, la sorpresa, la paura, la rabbia, il disgusto, emozioni primarie oppure emozioni di base o fondamentali? Si tratta davvero di un modo diverso di chiamare la stessa cosa o si tratta invece di due idee differenti?

Se vi state preparando per l’ammissione al TFA in sostegno didattico, trovare una risposta a queste domande può essere molto utile, perché i quesiti sulle emozioni possono capitare ed essere anche insidiosi, come dimostrano le prove preselettive degli ultimi anni. Nell’articolo di oggi, allora, ho pensato di condividere qui con voi la risposta che ho trovato in un testo a mio avviso fondamentale per cercare di comprendere il funzionamento delle nostre emozioni e, ancor di più, della nostra mente.

Le emozioni primarie secondo Daniel J. Siegel

Il testo di cui parlo è La mente relazionale – un titolo che già dice molto sul suo contenuto – scritto da Daniel J. Siegel, professore di psichiatria alla School of Medicine dell’University of California, il quale in questo testo denso e dettagliatissimo, ma anche comprensibile ai non specialisti, descrive da ogni prospettiva possibile il funzionamento della nostra mente. Vi invito di cuore a leggerlo quanto prima potete, nel frattempo, per quanto riguarda ciò che interessa a noi oggi, mi soffermo sulla distinzione che Siegel fa tra emozioni primarie ed emozioni di base o fondamentali.

Nel grafico che ho preparato sotto ho esemplificato il processo attraverso cui – secondo l’autore e una larga parte della ricerca scientifica sull’argomento – le emozioni si attivano.

Dopo aver introdotto i concetti di risposta orientativa, valutazione e arousal, Siegel definisce le emozioni primarie come “i cambiamenti negli stati cerebrali generati dalle risposte orientative e dai processi di arousal e valutazione orientativa” e specifica chiaramente che “si tratta di un concetto distinto da quello espresso con i termini emozioni ‘discrete’, ‘di base’ o ‘fondamentali’, che si riferiscono a stati emozionali differenziati come rabbia, paura o tristezza”.

La scelta dell’aggettivo “primarie”, compiuta dall’autore per riferirsi a queste emozioni iniziali e poco definite che “possono essere sottili o intense, fugaci o persistenti” e che “possono continuare come sensazioni dolci e contenute, simili a onde tranquille, o esplodere come un mare in tempesta”, nasce dalla necessità di sottolineare, appunto, la loro “natura iniziale e ubiquitaria” e dalla loro capacità di combinarsi, proprio come fanno i colori primari, in un vasto spettro di sfumature emozionali diverse.

Le emozioni di base o fondamentali

Come spiega Siegel, quando siamo in questi stati della mente che chiamiamo “emozioni primarie”, possiamo sentirci incapaci di “identificare sensazioni o sentimenti particolari”, ma può anche accadere che su tali emozioni, in alcuni casi, riusciamo ad attivare un’ulteriore valutazione, attraverso la quale differenziarle in stati della mente ben definiti, quelli a cui siamo capaci di dare dei nomi, come gioia, tristezza, sorpresa, paura, rabbia e disgusto, e che costituiscono le emozioni di base o fondamentali, sulla cui esistenza, pur non essendo ancora giunti all’unanimità, c’è un diffuso accordo in ambito scientifico, e sulla cui universalità e natura innata si è sviluppato, per esempio, tutto il fondamentale lavoro di Paul Ekman a partire dallo studio delle espressioni facciali.

E allora come le chiamiamo la gioia, la tristezza, la sorpresa, la paura, la rabbia e il disgusto?

Secondo Siegel, questi sei “stati della mente” sono le emozioni di base o fondamentali, diverse da quelle primarie per il loro carattere di maggiore definitezza. Vi potrebbe capitare, però, che nelle prove preselettive esca un quesito tipo questo qui sotto, che ho estratto dall’esame proposto dall’Università di Cagliari nel 2018/2019.

Le emozioni primarie sono:

A. serenità, tristezza, sorpresa, paura, rabbia e disgusto

B. felicità, tristezza, sorpresa, panico, rabbia e disgusto

C. felicità, tristezza, sorpresa, paura, rabbia, attesa e accettazione

D. gioia, tristezza, sorpresa, paura, rabbia e sdegno

E. gioia, tristezza, sorpresa, paura, rabbia e disgusto

La risposta esatta è la E naturalmente. Perché anche se qui sono chiamate “emozioni primarie” – per quella questione di confusione terminologica che mi ha spinto a scrivere questa breve riflessione – la gioia, la tristezza, la sorpresa, la paura, la rabbia e il disgusto sono proprio le emozioni di base o fondamentali di cui ci parla Siegel, quelle stesse per le quali Ekman ha individuato le corrispondenti espressioni facciali universali, quelle che accomunano tutti, ma proprio tutti noi!

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