Amore per i libri, il miglior trucco per conoscere le emozioni e il mondo

Mi è capitato spesso, mentre avevo tra le mani un bel libro che avevo appena finito di leggere, di domandarmi: ma, perché leggiamo? Perché leggere è un’esperienza così emozionante, intima e allo stesso tempo sprofondata nel mondo?

La risposta che mi sono data coinvolge molti aspetti e – del resto – non poteva essere diversamente, dal momento che la lettura è un’attività complessa, che riguarda la mente, il cuore, l’esperienza, l’immaginazione, la crescita e molto altro ancora, perché per ciascuno di noi ha un valore unico e personale.

Sulla lettura si basa ogni forma di conoscenza, di apprendimento culturale, di formazione e di arricchimento emotivo dell’essere umano. Leggere non è un bisogno primario, non serve per sopravvivere, ma oggi più di sempre, circondati da media di ogni tipo, il libro si rivela uno strumento indispensabile per accompagnare nel suo complesso la formazione e la crescita di noi tutti e, soprattutto, dei nostri bambini e ragazzi.

Leggere per sviluppare il pensiero complesso, ampliare le capacità critiche, condurre alla consapevolezza, a scelte personali e non omologate.

Amore per i libri… tutto comincia in famiglia

Nei molti anni trascorsi nel settore editoriale tra le fila degli addetti ai lavori e nei dodici che mi hanno vista impegnata in prima linea nell’educazione di mio figlio, mi sono convinta che l’interesse per i libri nasce in famiglia, con l’esempio di genitori che li leggono, li comprano e li regalano, che alimentano nel tempo e con amore la biblioteca di casa.

Quando poi la mamma e il papà sanno aggiungere la disponibilità a raccontare storie ai loro bambini fin da piccolissimi, è in quel momento di letture condivise che si imprime nell’anima dei più giovani l’amore per i libri e il piacere per la lettura. Un piacere destinato a durare, perché fondato su ricordi positivi ai quali si può sempre attingere nei momenti difficili della vita.

Leggere a voce alta, infatti, è un momento unico di condivisione tra genitori e figli, che consolida la relazione, accresce il legame, potenzia la capacità cognitiva. Il potere evocativo delle storie si dilata nel tempo, fornisce al giovane ascoltatore immagini mentali e suggestioni emotive che andranno a formare il suo composito mondo interiore.

Amore per i libri… il piacere continua anche grazie alla scuola

Se il genitore racconta delle fiabe al suo figlioletto nel giusto spirito… il bambino, mentre ascolta, si sente compreso nei suoi più delicati sentimenti, nei suoi più ardenti desideri, nelle sue più gravi ansie e angosce, nonché nelle sue più fervide speranze.

Bruno Bettelheim, Il mondo incantato, 1975

Ma se ad accendere l’amore per i libri nel cuore dei piccoli è la famiglia, per non farlo spegnere e continuare ad alimentarlo è cruciale il buon operato della scuola, perché in classe si apre un nuovo mondo di conoscenze e possibilità.

Alla scuola va quindi il compito di insegnare e sviluppare l’abilità di lettura. È proprio sui banchi infatti che deve farsi strada nella mente dei bambini l’idea che leggere non è solo un dovere ma può essere un grande piacere, un susseguirsi di momenti gioiosi e di infinite suggestioni. L’idea che i libri possono essere meravigliosi compagni di vita.

Come alimentare l’amore per i libri a scuola: primo passo, creare una biblioteca

La brutta notizia è che si tratta di un compito per niente facile. Ce n’è però una buona: esistono dei trucchi che gli insegnanti possono adottare per raggiungere un obiettivo tanto importante.

Quello che, a mio avviso, deve essere il primo, per una questione strettamente “organizzativa”, è la diretta conseguenza di un consiglio offertoci da Gianni Rodari: predisporre una piccola biblioteca pensata con attenzione e sensibilità, nella quale i bambini possano orientarsi da soli secondo parametri e punti di vista personali.

Venti libri sono meglio di uno, e cento meglio di venti, perché possono suscitare curiosità diverse, appagare o stimolare interessi diversi, rispondere ai mutamenti d’umore, alle svolte della personalità, della formazione culturale, dell’informazione.

Gianni Rodari, Libri d’oggi per ragazzi d’oggi, 1967

Vedere, toccare, scegliere i libri! Questo è il primo passo per appassionarsi alla lettura, e solo se i ragazzi hanno a disposizione un buon numero di testi possono fare scelte in autonomia.

Se vogliamo accogliere il suggerimento di Rodari allora, il primo passo che possiamo compiere consiste nel dotare ogni scuola di una propria biblioteca gestita nel modo più professionale possibile, cioè con un costante aggiornamento sia della narrativa sia dei testi più didattici.

Di certo è un passo faticoso, che richiede parecchio impegno e il coinvolgimento di più persone, ma “è l’unione che fa la forza” e, in questo caso, “fa la biblioteca”. Se lo sforzo viene condiviso diventa meno stancante e, sull’altro versante, la soddisfazione si moltiplica.

La biblioteca scolastica, un progetto che coinvolge tutti

La cosa da ricordare è che tutti dobbiamo sentirci chiamati in causa. Quindi, se siamo degli insegnanti possiamo farci promotori convinti – e determinati – del “progetto biblioteca” nella nostra scuola, se siamo dirigenti possiamo appoggiare i docenti che prendono l’iniziativa, anche solo aiutandoli a individuare gli spazi adeguati e cercando di spianar loro la strada in tutti i modi che ci sono consentiti, se siamo genitori possiamo contribuire con suggerimenti di lettura e libri da donare e, soprattutto, con l’entusiasmo, perché se lo proviamo noi per primi sarà molto più facile trasmetterlo ai nostri figli.

Come alimentare l’amore per i libri a scuola: secondo passo, dialogare con il territorio

Ma ormai nessun progetto può essere chiuso tra le mura di una stanza, anche se si tratta di un’aula. Una biblioteca scolastica che si rispetti deve saper dialogare con il territorio in cui vive.

Il secondo passo, allora, consiste nel guardarsi intorno, cercando collaborazione tra i professionisti del libro: bibliotecari, librai, editori.

La scuola chiama, la biblioteca risponde

In molte città le biblioteche pubbliche hanno un settore destinato ai libri per ragazzi, a me per esempio è piaciuto tanto lo spazio che la biblioteca civica Antonio Delfini di Modena ha dedicato ai suoi lettori più giovani: ben cinque sale ampie e attrezzate!

L’area 0-3 con tappetini e libri gioco, la saletta 7-12 anni destinata a collane e romanzi, una sala multimedia per i più grandi e una più piccola solo per albi illustrati con poltrone e pouf e altro spazio multimedia. Infine, per accogliere i laboratori della scuola materna, la sala dei libri cartonati, con tavoli e sedie a misura di bambino. E nei corridoi fumetti e libri d’arte.

Altra eccellenza emiliana che ho avuto modo di visitare è il Castello dei ragazzi, un’ala di Palazzo Pio tutta dedicata ai giovanissimi, nella bella Piazza dei Martiri a Carpi. Si entra e ad accogliere c’è il bellissimo teatrino disegnato da Emanuele Luzzati, utilizzato con successo nelle attività di animazione, prima sosta verso le grandi sale destinate alla lettura.

Sarebbe bello se in Italia si investisse di più su questo, ma perché non sfruttare quelle che ci sono già? Magari organizzando delle uscite in biblioteca con tutta la classe?

La scuola chiama, la libreria risponde

Altro straordinario luogo di incontro con i libri è la libreria. Le grandi catene hanno sempre un ampio spazio dedicato alla letteratura per ragazzi, ma una importante risorsa sono i piccoli negozi dedicati, che hanno un’offerta diversificata e tanto spazio per i piccoli e medi editori di qualità.

I momenti in libreria, tra libri e letture ad alta voce, senza obblighi, si rivelano una grande occasione per sviluppare un atteggiamento positivo con i libri, rafforzare i gusti personali, esprimere opinioni ed emozioni, nonché sviluppare l’intelligenza linguistica di tipo logico sequenziale, tanto utile per la formazione delle strutture culturali che ci arricchiscono e che portiamo con noi per tutta la vita.

Ma avere dei contatti con delle buone librerie per ragazzi può tornare molto utile non solo per partecipare a letture, laboratori o eventi di vario genere che coinvolgono autori, educatori o altre professionalità legate al mondo dell’infanzia.

Le librerie specializzate infatti sono innanzitutto una fonte aggiornata di tutte le novità che si muovono nel settore, perché sono in costante contatto con gli editori, e non solo quelli grossi – che in catalogo hanno autori noti e illustratori internazionali – ma anche quelli piccoli, più di nicchia, che sperimentano, con il risultato di creare delle vere e proprie perle a volte destinate a diventare dei classici.

La scuola chiama, l’editore risponde

E così arriviamo direttamente a questi altri professionisti del mestiere, gli editori.

Tutti, ma in particolare i più piccoli, hanno sempre voglia di far conoscere i loro libri e farli arrivare su quanti più scaffali possibile, delle biblioteche, delle librerie, ma soprattutto delle case, perché ciò significa che quei libri nati da tanta ricerca e lavoro sono stati venduti e, in alcuni casi, sono diventati un successo. Per l’editore, questo non si traduce solo in un guadagno – che pure è uno degli obiettivi naturalmente – ma innanzitutto nella possibilità di continuare con il proprio lavoro, di ricerca, di sperimentazione, di creatività.

Perché ciò avvenga, la prima cosa necessaria è la visibilità. Per questa ragione, vi assicuro che se contattate un piccolo editore spiegandogli che uno o più dei libri che ha in catalogo vi serve per la biblioteca della scuola, nella maggior parte dei casi troverete dall’altra parte qualcuno ben disposto almeno a farvi uno sconto.

In ogni periodo dell’anno è anche possibile usufruire di iniziative speciali, in questo mese ad esempio, c’è la più famosa campagna nazionale per la promozione del libro e della lettura: il Maggio dei libri, un’occasione per i lettori di ogni età.

Come alimentare l’amore per i libri: per ultimo ma non ultimo, sapere cosa leggere

L’offerta di libri per ragazzi è pressoché smisurata. L’editoria per ragazzi è florida, il settore si può dire in crescita dagli anni ’90. Secondo i dati dell’Associazione Italiana Editori, nel 2015 questo segmento è cresciuto del 7,9% con un fatturato che ha raggiunto i 182 milioni di euro (fonte Nielsen per AIE) e fa da traino al mercato complessivo del libro che si incammina verso i primi segnali positivi (+0,7%).

Se avete difficoltà a orientarvi tra le tante proposte editoriali, quindi, avete proprio ragione e siete di certo in buona compagnia.
Molte sono le case editrici note nel settore che hanno da sempre una buona produzione e autori di qualità, eppure tante proposte innovative, come dicevamo, vengono soprattutto da marchi piccoli difficili da trovare in libreria.

Come scegliere dunque?

Premesso che il criterio molto in uso della classificazione in base all’età resta, a mio avviso, una variante aleatoria – bambini della stessa età possono avere gusti e attitudini molto diversi – credo che un libro per essere considerato “buono” deve proporre una storia originale, con un linguaggio attuale ma non povero, anzi, ricco di dettagli che stimolano la fantasia e arricchiscono il lessico, non deve cadere nella banalità e non deve avere finalità espressamente educative. O meglio, il messaggio educativo, se c’è, per essere efficace e non penalizzare il valore letterario del testo, deve scaturire in maniera naturale dalla vicenda raccontata, senza forzature.

Queste sono secondo me le caratteristiche che deve avere un libro appassionante. E le storie appassionanti offrono spunti, chiavi interpretative della realtà, un diverso punto di vista, una nuova prospettiva spazio-temporale. Insomma un buon libro promuove e stimola la capacità critica del lettore, lo conduce, attraverso sentieri ignoti, verso altre letture.